Alloplastica
tendenza mentale a trasformare l'ambiente ed il prossimo.
È un effetto della condotta che consiste in modificazioni esterne al soggetto, in opposizione a modificazioni del soggetto stesso, che quest’ultimo attua in risposta a mutate condizioni di vita.
L’organismo vivente può a poco a poco crearsi delle difese contro gli influssi nocivi dell’ambiente, purché questi lascino all’organismo il tempo necessario per crearle.
Questi adattamenti e queste difese possono effettuarsi in due modi diversi: il primo consiste in un cambiamento di qualche parte del corpo dell’essere vivente stesso; così, per esempio, lo strato superficiale della nostra pelle, l’epidermide, si è cheratinizzato per proteggere l’organismo da stimoli nocivi esteriori.
Il secondo modo consiste, invece, nella trasformazione utile di oggetti ambientali, come per esempio si osserva nella costruzione del nido da parte degli uccelli.
Ferenczi ha nominato la prima modalità di adattamento e di difesa, quella relativa all’ opportuna trasformazione del proprio corpo, autoplastica; invece ha definito la seconda, riguardante la trasformazione degli oggetti fuori dal proprio corpo, alloplastica.
Il processo autoplastico, per cui il corpo degli esseri viventi si trasforma a poco a poco, nella lunga serie delle generazioni, per affrontare le difficoltà man mano che sorgono, siano esse determinate da condizioni telluriche, o climatiche, o comunque dall’ambiente, determina - accanto forse ad altri fattori - la formazione delle varie specie: il pelo che protegge l’animale dal freddo è un adattamento autoplastico, invece la tessitura di indumenti che servono allo stesso scopo è un adattamento alloplastico. Tutti i progressi tecnici degli uomini possono essere concepiti come creazioni alloplastiche e potrebbero paragonarsi ai poderosi meccanismi di cui è fornito il corpo degli esseri animali; queste innovazioni della tecnologia - come il microscopio, il telescopio, l’aeroplano, l’apparato fotografico .. - completano o surrogano le creazioni autoplastiche.
Anche Sigmund Freud ha studiato il sistema di difesa dell’essere umano in situazioni di pericolo, proponendo le due suddette modalità di adattamento. Egli ha definito, in altri termini, la modalità alloplastica come una difesa aggressiva messa in atto quando l’individuo è attaccato da un agente esterno e cerca di neutralizzarlo. Pertanto, secondo lui, la tendenza alloplastica ha modificato il mondo intero rispondendo al bisogno dell’uomo di difendersi dai pericoli che lo circondano e si manifesta fin dallo stadio anale del bambino, il quale prova soddisfazione a manipolare qualsiasi cosa.
Poi anche Freud ha distinto tale tendenza da quella autoplastica; quest’ultima difatti induce una vera e propria modificazione cognitiva strutturale ed avviene a livello intellettuale, poiché rappresenta il fattore di adattamento con cui l’uomo si difende quando non può attaccare il nemico o eliminare il pericolo.
La forma - l’evoluzione autoplastica e alloplastica - e le espressioni istintive che determinano il carattere, le abitudini di vita e le organizzazioni sociali dell’uomo, si sviluppano in pieno accordo reciproco e devono esser considerate come un tutto inscindibile.
Quindi, mano a mano che si delinea una data forma di reazione, si plasma opportunamente anche il corpo dell’individuo in armonia con detta reazione.
per approfondimenti:
- Dizionario di Scienze Psicologiche, Ed. Simone
- Dizionario di Psicoanalisi, Ed. Franco Angeli
(a cura della Dottoressa Benedetta Marrone)
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