La psicoterapia modifica il cervello
Uno studio del Dottor Robert Berenzin, psichiatra e docente presso l'Harvard Medical School, presenta gli effetti della psicoterapia sul cervello, e come questa possa agire concretamente sui sistemi biologici.
La neuroscienza ci insegna sempre di più, e sorprendentemente, che non solo la psicoterapia è un trattamento efficace, ma anche che agisce sui sistemi biologici dl cervello.
Si rivolge in tal senso al cervello nel modo in cui si sviluppa, matura e opera. Segue cioè i principi dell'adattamento evolutivo ed è in consonanza con la genetica.
Guarisce specificamente gli adattamenti problematici del cervello proprio nel modo in cui si sono evoluti in principio.
La psicoterapia disattiva le mappature del cervello maladattive e promuove percorsi nuovi e costruttivi.
Le operazioni compiute dal cervello sono puramente biologiche. Il cervello mappa la nostra esperienza attraverso il collegamento di trilioni di circuiti neuronali connessi alla memoria.
Queste reti interconnesse creano a loro volta circuiti più grandi che mappano tutto attraverso l'architettura della corteccia.
Questo processo, a sua volta, genera mappe neuronali simboliche di alto livello che prendono la forma di immagini nella nostra coscienza.
Il gioco della coscienza è il più alto livello di forma simbolica. È cioè un teatro vivente di immaginazione, un mondo rappresentativo che consiste in un cast di personaggi che si relazionano insieme con il sentimento, così come con scenari, trame, scenografie e paesaggi.
“Mentre ci adattiamo al nostro ambiente, il cervello mappa la nostra esperienza emotiva attraverso la memoria corticale. Questo inizia molto presto nella vita”, afferma il Dottor Berenzin, psichiatra e docente presso la Harvard Medical School.
Se un bambino ad esempio viene spaventato da un forte rumore, le sue braccia e le sue gambe si “sfaldano”. Il suo cuore pompa adrenalina, e piange.
Questo stimolo mappa una risposta di combattimento o fuga nella sua corteccia che viene mappata attraverso il rilascio di serotonina e cortisolo.
Il bambino viene consolato dalla madre e questa “riparazione reattiva”, ancora un volta, ristabilisce e mantiene il suo benessere che viene mappato attraverso l'ossitocina.
Queste esperienze formative della vita sono registrate in memoria, attraverso queste due modalità fondamentali.
Queste due modalità rappresentano la base della mappatura dell'intero 'gioco' che avviene nella memoria.
Una commedia scritta con amore promuoverà un senso di autenticità e sentimento. Uno scritto traumatico genererà invece una narrativa più oscura e sintomi psichiatrici.
Un gioco problematico influisce sul senso stesso del sé, della sua autostima e del suo valore. Trasforma anche la qualità della relazione con le altre persone verso la sfiducia, la rimozione emotiva e la rabbia.
“È il nostro temperamento genetico individuale che determina la forma dei sintomi psichiatrici, che siano depressione, ansia, fobie, iperattività, ossessioni, compulsioni o psicosi.”
“Privazione e abuso in me possono generare depressione, mentre un trauma simile in te può generare uno stato fobico.”
Il temperamento è la componente genetica nella formazione delle condizioni psichiatriche che, al contempo, risente del contesto culturale in cui l'individuo è inserito.
Il processo psicoterapeutico specificamente e biologicamente ripara il danno causato dal “gioco”. Per introdurre il modo in cui mappiamo la nostra esperienza e come effettuare il cambiamento nel cervello, si può ricorrere ad un semplice esempio di apprendimento neuromuscolare.
Questo esempio riguarda l'imparare a suonare la chitarra. L'apprendimento neuromuscolare è simile all'apprendimento di altri strumenti musicali, sport, danza o qualsiasi altra attività fisica appresa.
Cosa succede nel cervello mentre impariamo a suonare l'accordo B7 alla chitarra?
Richiede un'attenzione totale per separare le dita in un modo preciso, al fine di mantenere le corde all'interno di determinati tasti. Al primo tentativo, difficilmente si riuscirà.
Si dovrebbe posizionare lentamente ogni dito nel tasto destro. I muscoli non hanno la sensazione di poter arrivare lì, mantenere la posizione o ottenere un suono dalle corde. Inizialmente servono diversi secondi per finalizzare la posizione corretta della mano.
Ogni dito deve essere posizionato individualmente; mentre si procede ad esercitarsi con questo accordo, inizia a diventare un po' più facile.
Se dopo una notte di sonno si prova di nuovo, ancora non è perfetto, in quanto è necessaria una piena attenzione per far sì che le dita si posizionino correttamente sui tasti. Il suono iniziare così ad uscire meglio.
Ma arrivarci è ancora molto lontano. Dopo tre giorni di lavoro, si riesce finalmente a suonare l'accordo; le dita non fanno più male, e c'è una migliore coordinazione per la posizione della mano.
La mano funziona come un'unità intera, senza molti sforzi coscienti, nel senso che non si deve più pensare a come posizionare le dita perchè ora si padroneggia l'accordo. Si è così stabilita una mappa neuromuscolare B7 nella corteccia.
Assumiamo di aver appreso l'accordo usando la posizione della mano accartocciata che si vuole però correggere. Per fare ciò, per prima cosa bisogna prima costringersi a smettere di usare la posizione della vecchia mano.
Ancora una volta, bisogna concentrarsi nel tenere le dita e la mano in modo diverso. Questo riporta la sensazione di dolore muscolare, goffaggine, lentezza, incapacità e frustrazione, proprio come accadeva la prima volta. Questo è necessario per stabilire una nuova e diversa mappa neuromuscolare B7 nella corteccia.
Una volta stabilito, funziona utilizzando la nuova mappa. Il processo per il cambiamento del cervello implica la disattivazione - non usare, non utilizzare la vecchia mappa del cervello - e quindi creare una nuova esperienza neuromuscolare per creare un accordo B7 appena mappato, che viene attivato.
Questo descrive l'apprendimento ed i cambiamenti neuromuscolari semplici.
Nella sfera emotiva del gioco della coscienza, il cambiamento e la crescita sono molto più complicati.
Poiché il gioco è scritto attraverso l'amigdala ed il sistema limbico, il cambiamento deve procedere attraverso il sentimento.
Il processo di cambiamento è chiamato lutto. In psicoterapia il paziente piange i dolori della sua vita nel contesto della fiducia emotiva con il terapeuta.
Il paziente piange l'abuso e la privazione della sua vita, e affronta il dolore di nuovo, al fine di disattivare le mappature “lotta-fuga” del cervello.
Le cinque fasi del dolore di Elisabeth Kubler-Ross descrivono con precisione i processi coinvolti nel rinunciare alla vecchia 'opera' per accettarne e abitarne una nuova.
Un soggetto deve passare attraverso le seguenti fasi:
- diniego, ossia essere disposti ad aprire e sentire di nuovo il dolore;
- sfidare la contrattazione ed essere disposti a provare;
- sentire la rabbia annessa alla vera fonte dell'abuso;
- sentire la tristezza di perdere vecchie fonti problematiche di sicurezza, o sentire la privazione del dolore stesso;
- infine accettare di non abitare più nella vecchia identità familiare.
Il trauma deve essere pianto per passare a qualcosa di nuovo e migliore. Il vecchio gioco che genera sintomi e sofferenza è stato scritto da un trauma.
Ciò significa che le mappature attraverso il sistema limbico sono intrise di sadomasochismo - la serotonina ed il cortisolo sono presenti in queste mappature.
Gli attaccamenti traumatici devono essere lasciati andare perchè perdano il loro potere e siano relegati alla memoria disadattiva.
Nel contesto del porto sicuro del terapeuta, si digeriscono lentamente, si disattivano e disinnescano le mappature del vecchio gioco.
Quindi, poiché le mappature sadomasochiste sono fuori uso i sintomi e la sofferenza generati dal vecchio gioco, nel tempo, scompaiono.
Durante la terapia il paziente scrive e abita un gioco di fiducia appena scritto, che è infuso di amore (ossitocina), e non da una sovrabbondanza di serotonina.
Il processo di lutto in psicoterapia ripara specificamente il cervello proprio nel modo in cui è stata costruita l'opera originale.
I problemi psichiatrici derivano pertanto da adattamenti traumatici, dal temperamento e dal contesto di appartenenza.
La psicoterapia è così in grado di disattivare le mappature problematiche e attivare quelle più sane.
È puramente funzionale e adattivo e non ha alcuna relazione con l'idea di malattie cerebrali organiche ereditarie.
È fuorviante e dannoso che i pazienti credano che qualcosa sia geneticamente sbagliato nel loro cervello.
La causa della sofferenza psichiatrica deriva dalla mappatura di un dramma traumatico.
“La psicoterapia guarisce, e lo fa anche attraverso la vera biologia del cervello!”, ha concluso il Dottor Berenzin.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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