10123 Torino TO, Italia
Gli esseri umani sono soggetti ad una tensione verticale, in tutte le epoche e in tutte le culture. L’ individuo lavora ed elabora su ciò a cui è stato ridotto: sub-jectus nel continuo scambio relazionale con gli oggetti. Come nel mito platonico della caverna, il movimento necessario al cambiamento non è solo cognitivo, ma per volgere lo sguardo dalle tenebre alla luce è necessario muovere tutto il corpo (holo to somati). Nel greco classico la parola askesis significa esercizio o allenamento. Nella Grecia antica l’atleta era accostato al dio, sia fisicamente che psichicamente: il corpo dell’atleta rappresentava la bellezza e l’esercizio. Se per i platonici latini “in interiore homine habitas veritas” (Agostino di Ippona) escludeva il corpo, per gli yogin e i “gimnosofisti” dell’Oriente questo veniva invece incluso nel mondo interiore. Come si è passati dalla mortificazione del corpo ascetica al business della performance yogica? Lo yoga è infatti oggi un fenomeno globale: 36,7 milioni sono i praticanti nei soli Stati Uniti. Questo successo sembra affondare le proprie radici nella ricerca di un migliore adattamento tra forma e vita, obiettivo che ha attraversato la filosofia occidentale tanto quanto le tradizioni ascetiche del Sud-Asia. Motore di questa ricerca sembra essere la convinzione che esista un buon modo di vivere, una buona forma della vita. Utilizzando le evidenze neuroscientifiche, affiancate alle intuizioni antiche, proveremo a riorientarci attraverso un percorso di lettura della pratica yoga come tecnica con cui l’umano ha cercato di costrursi e di condursi nella (buona) vita attraverso l’esercizio (askesis). Il Seminario intente quindi proporre: 1 - Una lettura dello yoga dagli esercizi degli antichi al modern yoga. 2 - Pratica di āsana finalizzata all’ esperienza di embodiment, connessione viscerale con gli stati affettivi e corporei interni. L’obiettivo formativo è teso a sensibilizzare gli operatori sanitari circa l’importanza di coltivare spazi di ben-essere personale che sottendono alle competenze della relazione d’aiuto e alla qualità della relazione terapeutica, il cui ruolo è confermato da numerosi studi, quale determinante nella compliance ai trattamenti e nell’efficacia delle cure, non solo in ambito psicologico-psichiatrico ma in tutti i contesti sanitari e di cura.
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- Sabato 16 Marzo 2019 09:00