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Psicologia infantile (119112)

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Lorenzo 4

Gentile Dottoressa, sono la zia di un bambino di quasi 4 anni di nome Lorenzo, che da sempre ha manifestato comportamenti molto autoritari. Inizialmente si pensava che il bambino fosse solo "viziato", cioè così tanto esigente, ostinato ed insistente in quanto, essendo il primo ed unico nipote in famiglia, è stato sempre accontentato in tutti i modi. Questo accontentarlo inizialmente lo si faceva per farlo stare tranquillo, in quanto pianti ed urla isteriche erano sempre dietro l'angolo, per motivi svariati (ma i capricci fino ad un certo punto sono normali nei bambini credo). Il bambino cresce però, ed inizialmente si pensava che con l'acquisizione di una coscienza maggiore sarebbe cambiato, sarebbe diventato più ragionevole. Purtroppo però non è così, ultimamente siamo davvero preoccupati in quanto Lorenzo impone a tutti coloro che lo circondano di seguire i suoi schemi, le sue abitudini sempre più ossessive. Le faccio degli esempi: al ritorno dall'asilo dobbiamo fare sempre la solita strada, guai a cambiare i posti a tavola, a cambiare posto agli oggetti (non necessariamente suoi giocattoli, anche solo la scatola dei fazzoletti o la giacca su un attaccapanni, stamattina si è rifiutato di entrare all'asilo fino a che la veneziana della vetrata non è stata alzata del tutto come la vede di solito), insomma segue delle "abitudini" e degli schemi che sono sempre di più, per ogni cosa, e se non vengono da noi rispettati sono vere e proprie crisi isteriche. I suoi genitori oramai non sanno più come comportarsi, visto che le parole non servono e nemmeno le "sculacciate", il bimbo non ha paura di nulla, nonostante i rimproveri e ammonimenti di vario genere continua ad insistere in maniera ossessiva, finché non si cede. In ottobre arriverà una sorellina, siamo molto preoccupati di ulteriori peggioramenti per le minori attenzioni che ovviamente riceverà, cosa ci consiglia? La ringrazio in anticipo. Cordiali saluti.

Cara zia di Lorenzo, è molto frequente che i bambini fra i 2 e i 5 anni controllino la propria ansia attraverso una serie di rituali, intesi come ripetizione di una serie di comportamenti, il cui prototipo è il rituale di verifica, finalizzato a mantenere l’ambiente circostante sempre uguale e “immobile”, esattamente come fa Lorenzo sia a casa che a scuola. I rituali, di per sé, rappresentano delle banali condotte che, abitualmente, scompaiono verso i 7-8 anni, purché i genitori riescano a placare l’ansia che spinge il bambino a ripetere certi comportamenti, permettendogli di maturare e di utilizzare difese più adeguate per la sua età, altrimenti il bambino si ritrova, per così dire, “dominato” dal rituale stesso che egli ha creato per “dominare” e controllare l’ambiente circostante. Lei mi ha parlato soprattutto delle “abitudini ossessive” e degli “schemi” che Lorenzo impone ai genitori e agli insegnanti, che a loro volta devono assecondare per evitare le “urla isteriche” e per tranquillizzarlo. Purtroppo questo atteggiamento, da parte degli adulti, tenderebbe paradossalmente a giustificare certi rituali del bambino, accrescendo sempre di più l’ansia che egli tenta così di placare. Ora non so se il bambino, oltre a mostrare abitudini ossessive, manifesti anche comportamenti che sono l’opposto, come, per esempio, rifiutare di lavarsi, creare confusione, giocare sporcandosi ecc., il che sarebbe positivo, perché significa che tali abitudini non compromettono l’evoluzione normale, non impongono una direzione a senso unico dello sviluppo, non ostacolano l’espressione diretta dei propri impulsi. Come ho detto prima, il fatto che i bambini a questa età presentino dei rituali di “verifica” dell’ambiente è piuttosto normale. Ciò che bisogna soppesare, invece, è la reazione dei genitori di fronte a queste condotte: un’eccessiva indulgenza come un’estrema rigidità sono controindicate. Per esempio, un genitore che educa il bambino in modo rigoroso (tenersi in ordine, non sporcarsi, non dire parolacce ecc.) o all’opposto, lo abbandona a se stesso (lascia fare tutto quello che vuole, non pone limiti), per forza di cosa influenza il suo comportamento verso una direzione piuttosto che un’altra. Nel suo caso, sarebbe utile che lei o i genitori non vi mostriate spaventati o a disagio davanti alle “urla isteriche” del bambino che, al contrario, ha bisogno di avere davanti a sé degli adulti che “reggano” l’ansia che lui sta esprimendo, un’ansia probabilmente alimentata ancora di più dall’aspettativa di avere una sorellina, che cambierà notevolmente l’ordine che Lorenzo si è creato intorno. Bisognerebbe tentare di “ignorare” il bambino nel momento in cui comincia a urlare, anche se mi rendo conto che all’inizio sarà piuttosto difficile. Il genitore dovrà correre da lui solo nel momento in cui smetterà di urlare, e fargli capire che solo così è possibile parlare. Inoltre, dovrà essere preparato e coinvolto nella nascita della sorellina e, soprattutto, dovrà essere rassicurato sul fatto che esiste un “ordine” che non verrà mai messo in discussione, un ordine molto più importante dei posti a tavola, o della veneziana tirata sù a scuola ecc., ossia il fatto che lui continuerà ad essere amato, compreso, anche dopo l’arrivo della sorellina, che non prenderà il posto di nessuno, non cambierà le priorità dei genitori nei suoi confronti: lui potrà continuare a fare la stessa strada per andare a scuola, potrà continuare a mangiare nello stesso posto a tavola ecc. Sicuramente alcune cose cambieranno, ma non quelle più importanti! Di solito, consiglio spesso ai genitori di utilizzare storie e racconti per bambini che rappresentano i loro vissuti, storie da leggere insieme, come momento di grande affetto e come opportunità di affrontare le ansie del bambino in modo delicato. Se avete vicino casa una biblioteca dove vi è uno spazio dedicato ai bambino da 0 a 5 anni, probabilmente vi sapranno consigliare le letture migliori. Affettuosi saluti e in bocca al lupo per la nuova nipotina.

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 20/06/08

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