Famiglia (144244)
Olimpia 51
Salve, gradirei parlare di una situazione che mi ha "demolito"psicologicamente. Sono la figlia maggiore, mi sono sempre prodigata per i miei due fratelli, ho fatto tanto per loro: 3 volte le elementari, 3 volte le medie in quanto li aiutavo a scuola e mi stavano sempre alle calcagne perchè mamma quando avevo 9 anni ha avuto un forte esaurimento e sembrava un'automa e mio padre era assente perchè navigava, i nonni ineistenti. Ho continuato sempre a prodigarmi. Il primo si è sposato a 21 anni, in quanto la moglie è rimasta incinta (ma era felicissimo), e per vari incomprensioni la moglie lo ha allontanato da me e dai miei, tanto è vero che non è venuto neanche al mio matrimonio. E pensare che quando è tornato dal viaggio di nozze e quando hanno avuto il bimbo, avevo il cuore alle stelle e tremavo tutta internamente dall'emozione. Fatto sta che a lungo andare dopo aver ricevuto tanto male non provo più alcuna emozione. Come se non fosse più "mio fratello". L'altro, il più piccolo, mi ha fatto penare. L'ho aiutato nel lavoro, l'ho ospitato a casa, l'ho aiutato quando ha avuto problemi e difficoltà (anche mio marito), gli ho regalato il viaggio di nozze, ho cercato di risolvere insieme a lui un grosso problema inerente la figlia, insomma gli ho dato l'anima. Ma quando mio padre ha avuto un ictus mi sono trovata due estranei, o peggio due caini. Si sono lavate le mani e hanno mollato tutto sulle mie spalle, e per quanto riguarda il lato economico e morale, adducendo che ero io la "figlia femmina". In poche parole, quando ho provato a chiedere un miserissimo aiuto al più piccolo, mi ha chiamato sua moglie dicendo"chiama l'altro fratello". Questo mi è bastato per cancellarli definitivamente dalla mia vita. Faccio presente che mia mamma ha l'Alzhaimer, io lavoro, e posso contare solo su mio marito, che al posto dei miei fratelli, è stato sempre a fianco di mio padre, ricoverato in ospedale per 3 mesi, alternandosi solo con me, dato che non abbiamo avuto aiuto da nessuno e abbiamo anche una bimba di 11 anni. Adesso, mio padre pensa anche che la "cattiva" sia io, in quanto, non li frequento più, e non si accorge che siamo sempre soltanto noi che lo accompagniamo dai dottori e da parenti, che andiamo a visitarli, che tutte le domeniche e le festività siamo presenti perchè quei due non fanno neanche questo, solo telefonate e visite annuali di 30 minuti. Grazie
Salve, è comprensibile, il tuo stato d'animo e il sentirti distrutta da tutte le vicende familiari, anzitutto dal modo indifferente con cui i tuoi fratelli hanno reagito alle tue richieste di aiuto. Hai sempre fatto molto per tutti ma adesso non esiste più alcun riconoscimento e di nuovo devi essere tu a prodigarti per aiutare la famiglia. Come se in eterno, una figlia femmina, debba essere l'unica a darsi da fare e non fosse, invece, responsabilità e dovere anche degli altri "maschi". Credo che di fronte al menefreghismo, e al disconoscimento del passato, sia possibile fare ben poco: puoi provare a richiamarli agli obblighi che hanno di figli verso i genitori, prima che mariti o padri, ma sento che è una strada impervia e non ti porterebbe lontano. In ogni caso, credo che un tuo atteggiamento più risoluto, di distacco, di sano "egoismo", possa riportarli alle loro responsabilità, però devi essere disposta per un periodo a troncare ogni rapporto e riprendere il contatto solo quando loro sono disponibili a capire, a dialogare sulle cose che sono accadute e che loro non hanno compreso o voluto comprendere. Se anche tua madre non comprende la tua posizione, dopo averla spiegata, devi andare avanti lo stesso, sicura delle tue ragioni.
(Risponde il Dott. Renato Vignati)
Pubblicato
in data 20/07/2010
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