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Rabbia (888888)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 367 volte

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Lotty, 58 anni

Sono una mamma di una ragazza di 30 anni malata di sclerosi multipla da quattro anni. Quando è apparsa la malattia, per un anno ha voluto curarsi con i metodi alternativi, dopo cinque ricadute sono riuscita a convincerla a curarsi in ospedale. Ha incominciato con riluttanza, con interferone. Per circa due anni è andata abbastanza bene, da sei mesi però la malattia si è presentata con crisi ravvicinate. I medici le hanno proposto una cura più forte, un chemioterapico, lei non ne vuole sapere. Ora mi ha detto che la causa della sua malattia è una grossa rabbia che non riesce a sbloccare, vorrebbe fare una terapia con il metodo Hammer.
La rabbia c'è, la manifesta con tutti, sopratutto con me e le persone che le vogliono bene, ogni giorno è un vomitarmi tutto quello che noi genitori abbiamo fatto o non abbiamo fatto. Sicuramente abbiamo fatto errori, forse non le abbiamo dato tutte le attenzioni che lei voleva o forse la gelosia per sua sorella più piccola. Non so più cosa fare per vederla un po' serena. Vorrei trovare il sistema per convincerla a curarsi, sembra che non voglia guarire o almeno stare meglio, rifiuta tutto ciò che non sia medicina alternativa. Grazie per una risposta.

Cara Lotty, comprendo la tua angoscia e il desiderio di aiutare tua figlia, ma si tratta di una ragazza di 30 anni, non di una bambina, per cui è giusto che sia lei a decidere il modo in cui curarsi, inoltre, è probabile che tu sia la persona meno adatta a consigliarla perchè i conflitti e i sentimenti contraddittori che lei in questo momento vive nei tuoi confronti, le impediscono di accettare i tuoi suggerimenti.
L'unica cosa che puoi fare per aiutarla è accettarla e incoraggiarla ad approfondire il suo disagio interiore che sicuramente rappresenta una grossa componente nella sua patologia, e lasciare che sia lei a scegliere quale sia la strada che sente più consona alla sua natura. Non dimenticare che è lei che sta vivendo il problema sulla sua pelle ed è solo lei, se in grado di intendere e di volere, che può sentire quale percorso intraprendere.

( risponde la dott.ssa Mirella Tavernise )

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