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Sindrome da Peter Pan? (109944)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 494 volte

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Delia 32

Gentili Esperti di Psicoline, mi rivolgo a voi nella speranza di ricevere un piccolo aiuto. Ormai quasi tre mesi fa, ho interrotto un rapporto che sarebbe approdato al matrimonio il mese successivo. L'ho fatto purtroppo, perchè costretta dal ripresentarsi di dubbi, incertezze e malesseri vari nel mio fidanzato, un ragazzo splendido con il quale ho trascorso i 7 anni più felici della mia vita. Il nostro rapporto è andato sempre molto bene, non avevamo mai particolari contrasti e, se si presentavano, riuscivamo sempre a risolverli in un battito d'ali, proprio in virtù del nostro grande amore. Vengo allora al problema: è possibile amare tanto una persona, dimostrarglielo nella quotidianità, ma non sentirsi mai pronto per staccarsi dal proprio nucleo familiare per formarne uno nuovo con lei? Mi sono trovata per la seconda volta davanti a questo dilemma. Il mio fidanzato, figlio di genitori separati e senza padre dall'età di 20 anni, ha 35 anni e un lavoro che ormai gli fornisce una buona sicurezza economica; dice di non avere paura del "per sempre", perchè tanto non potrebbe nemmeno immaginare un'altra donna accanto a sè; non ha paura, nemmeno nei momenti di crisi, a definirmi la donna della sua vita... ma nel momento in cui la nostra vita insieme prende finalmente corpo si tira indietro, cadendo in una crisi profonda. La prima volta ne è uscito con il mio aiuto solo dopo 5 mesi, quando ha realizzato la concreta possibilità di perdermi. Sono seguiti 2 anni splendidi di ulteriore crescita della coppia, la decisione di convivere e poi di sposarci; l'acquisto (da parte sua) di mobili e quantaltro e poi, di nuovo un'altra crisi, questa volta più grave perchè alle soglie del matrimonio. Questa volta, però, dopo averlo pregato di parlare con qualcuno che potesse aiutarlo, io mi sono dileguata, perchè non so più come aiutarlo, dato che nemmeno accettare la convivenza, di buon grado, è servito. Ha ammesso di non riuscire a prendersi delle responsabilità, di sentirsi inadeguato e come calato in un "ruolo" che non gli appartiene, ma continua ancora ad affermare con sicurezza che non è un fatto di calo (o scomparsa) del sentimento. Le sue due crisi, inoltre, sono state sempre preannunciate da problemi sessuali di tipo ansioso (una specie di ansia da prestazione). Sono davanti ad un eterno Peter Pan? E se così fosse, è inutile sperare che maturi? Eppure aveva fatto tanti passi avanti... Non riesco (anche se mi sto impegnando a farlo almeno razionalmente) ad uccidere un rapporto sano e vivo. Vi chiedo se girarmi e andare avanti per la mia strada sia l'unica soluzione. Grazie di cuore.

Difficile dare un consiglio come tu vorresti, perchè, la vita è la tua e solo tu sai veramente cosa succede in te e tra te e il tuo ragazzo. Prenditi un po' di tempo per te stessa, per capire come mai "resisti" da anni con un uomo che non accetta responsabilità. Prima di chiederti cosa faccia lui e perchè, inizia a capire cosa fai tu e perchè. Rivolgiti a uno psicologo con l'intento di fare chiarezza in te, le cose andranno a posto da sole, in un modo o nell'altro. L'importante e che tu sia padrona delle tue decisioni e non in balia degli eventi, delle decisioni, o meglio, delle non decisioni altrui. Auguri.

(risponde la Dott.ssa Giacomina Rienzo)

Pubblicato in data 03/02/08

 

 

 

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