Pubblicità

Disturbo Esplosivo Intermittente (IED)

0
condivisioni

on . Postato in Le parole della Psicologia | Letto 68093 volte

4.7222222222222 1 1 1 1 1 Votazione 4.72 (18 Voti)

Disturbo del comportamento caratterizzato da espressioni estreme di rabbia, spesso incontrollabili e sproporzionate rispetto alla situazione

Disturbo Esplosivo Intermittente IEDL’IED (Intermittent Explosive Disorder) è attualmente classificato nel DSM-5 sotto la categoria "Disturbi dirompenti del Controllo degli Impulsi e della Condotta".

L'aggressione impulsiva è premeditata ed è definita da una reazione sproporzionata a qualsiasi provocazione, reale o percepita.
Gli individui affetti da IED riferiscono che le loro esplosioni sono brevi (della durata di meno di un'ora), con una varietà di sintomi corporei (sudorazione, balbuzie, senso di oppressione al torace, spasmi, palpitazioni).

Atti aggressivi sono stati riportati come frequentemente accompagnati da una sensazione di sollievo e, in alcuni casi, di piacere, ma spesso seguiti da rimorso, rimpianto o imbarazzo. Lancio di oggetti, rottura di cose o altri eccessi di collera possono essere segni di disturbo esplosivo intermittente.

Sintomi

Episodi aggressivi possono essere preceduti o accompagnati da: irritabilità, aumento di energia, rabbia, pensieri maniacali, formicolio, tremori, palpitazioni, oppressione toracica, sensazione di pressione nella testa, depressione e stanchezza possono verificarsi dopo l’episodio.

Cause

La causa esatta del Disturbo Esplosivo Intermittente è sconosciuta, ma la malattia è probabilmente causata da una serie di fattori:

Ambiente
La maggior parte delle persone con questo disturbo sono cresciute in famiglie dove il comportamento esplosivo, gli abusi verbali e fisici erano comuni. Essere esposti a questo tipo di violenza in età precoce rende più probabile che tali bambini espongano questi stessi tratti crescendo.

Genetica
Ci può essere una componente genetica che causa il disturbo e che viene tramandata dai genitori ai figli.

Chimica del cervello
Ci possono essere differenze nel modo in cui la serotonina, un importante messaggero chimico cerebrale, lavora in persone con disturbo esplosivo intermittente.

Altre malattie mentali o condizioni mediche
Anche i disturbi dell’umore, l’ansia o i disturbi di personalità (nel primo caso), il morbo di Parkinson o una lesione traumatica cerebrale (nel secondo caso), possono presentare i tipici comportamenti aggressivi. Tuttavia, questi ultimi non sarebbero diagnosticati come caratterizzanti del disturbo esplosivo intermittente, perché la causa deriverebbe da un’altra condizione.

Un’altra serie di fattori, invece, aumentano il rischio di sviluppare il disturbo esplosivo intermittente:

Abuso di sostanze (droghe o alcool) aumentano il rischio.

Abuso fisico
Le persone con storie di abusi infantili o che hanno vissuto eventi traumatici ricorrenti hanno una maggior probabilità di sviluppare il disturbo esplosivo intermittente.

Età
L’inizio del disturbo si verifica più comunemente intorno ai 20 anni.

Sesso
Gli uomini hanno più probabilità di esserne affetti rispetto alle donne.

Le persone con disturbo esplosivo intermittente hanno un aumentato rischio di:

Autolesionismo
Questi soggetti non dirigono sempre la loro rabbia verso gli altri; per questo sono a rischio di danneggiare se stessi, sia con lesioni intenzionali che con tentativi di suicidio. Coloro che sono anche dipendenti da droghe o affetti da un altro disturbo mentale grave, con maggior probabilità danneggiano se stessi.

Deteriorate relazioni interpersonali
Gli affetti da IED sono spesso percepiti dagli altri come sempre arrabbiati; questo può portare a problemi di relazione, divorzio e stress familiare. Altre complicazioni  possono includere la perdita di posti di lavoro, la sospensione scuola, gli incidenti d’auto, i problemi finanziari o i guai con la legge.

Diagnosi

E’ possibile fare diagnosi di IED solo nel momento in cui vengano esclusi altri disturbi che potrebbero includere episodi di comportamento aggressivo; similmente i comportamenti aggressivi non dovrebbero essere legati all’effetto fisiologico per l’uso di sostanze o ad una condizione medica generale.

Pubblicità

Caratteristica tipica della sintomatologia è il discontrollo degli impulsi aggressivi. Il soggetto solitamente descrive gli episodi aggressivi come attacchi di collera in cui il comportamento esplosivo è preceduto da una sensazione di tensione o eccitazione, cui segue generalmente a breve termine un senso di sollievo. A lungo termine però, il soggetto può sperimentare emozioni secondarie di colpa, tristezza e imbarazzo in relazione all’episodio aggressivo attuato. 

Per essere diagnosticato, il Disturbo Esplosivo Intermittente dovrebbe soddisfare i seguenti criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM):

  • Molteplici episodi di impossibilità a resistere agli impulsi aggressivi che hanno comportato la distruzione intenzionale di proprietà o di aggressione di un’altra persona;
  • Un certo grado di aggressività in caso di incidenti che è completamente sproporzionato all’evento che ha attivato il comportamento;
  • Episodi aggressivi che non sono giustificati da un altro disturbo mentale e non sono dovuti agli effetti di un farmaco o di una condizione medica;
  • Altre condizioni che devono essere escluse prima di fare una diagnosi di disturbo esplosivo intermittente comprendono altri disturbi mentali o problemi da uso di sostanze.
Trattamento

Non esiste un trattamento uguale per tutti quelli con il disturbo esplosivo intermittente.
Sedute di terapia individuale o di gruppo possono essere molto utili. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta le persone con Disturbo Esplosivo Intermittente ad identificare quali situazioni o comportamenti possono innescare una risposta aggressiva. E, cosa più importante, questo tipo di terapia insegna alle persone come gestire la rabbia.

Tra le tecniche, le più note, che possono essere parte del trattamento si includono: 1) disimparare un cattivo comportamento imparando a riconoscere ciò che attiva gli stati di aggressività e 2) Sviluppare un piano d’azione per quando ci si sente arrabbiati (ad esempio, se si pensa di poter perdere il controllo, tentare di rimuovere se stessi da quella situazione, andando a fare una passeggiata o chiamando un amico fidato per cercare di calmarsi).

 

Per approfondimenti:

  • www.informazionimediche.com
  • wikipedia.org
  • www.stateofmind.it

 

(a cura della Dottoressa Benedetta Marrone)

 


Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
 
Pubblicità
Stai cercando un pubblico specifico interessato alle tue iniziative nel campo della psicologia?
Sei nel posto giusto.
Attiva una campagna pubblicitaria su Psiconline
logo psicologi italiani
Corsi, Stage, Informazioni per formare e far crescere i Professionisti della Psicologia Logo PSIConline formazione

 

Tags: depressione genetica disturbo piacere comportamento, rabbia irritabilità età aggressione impulsi situazione terapia cognitivo-comportamentale IED autolesionismo abuso controllo condotta provocazione esplosioni atti aggressivi sollievo rimorso rimpianto imbarazzo pensieri maniacali ambiente

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Quanto sei soddisfatto del tuo lavoro?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Cinofobia

Il cane è da sempre l’animale più amato dagli esseri umani, ormai è proverbiale la definizione “migliore amico dell’uomo” e in effetti la storia conferma questa...

Tic

I tic sono quei disturbi, che consistono in movimenti frequenti, rapidi, involontari, apparentemente afinalistici. Sono percepiti come irresistibili, ma posson...

Belonefobia

La belonefobia è definita come una paura persistente, anormale e ingiustificata degli aghi e gli spilli, conosciuta anche come aicmofobia o aichmofobia. ...

News Letters

0
condivisioni