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Pedofilia femminile: identikit

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la Pedofilia femminile si manifesta in modalità ed in contesti differenti. Dopo una breve introduzione (in un precedente articolo), qui parleremo di alcune caratteristiche che riguardano le donne protagoniste di abusi.

pedofilia femminile identikit

Dopo aver fornito in un precedente articolo una breve introduzione sul tema della pedofilia femminile, in questo spazio parleremo di alcune caratteristiche che riguardano le donne protagoniste di abusi.

Come accade per gli uomini anche per le donne si deve fare un distinguo dei comportamenti e delle categorie assegnate in base al modello comportamentale messo in atto, come di seguito:

  • Pedofilia di tipo latente o pedofila latente: in questo caso la donna, che nutre un’attrazione nei confronti del bambino che però rimane a livello fantastico, vive senza contatto i suoi desideri perché i divieti morali le impediscono di farlo. Queste donne sono capaci di gestire segretamente la loro attrazione senza mai infrangere l’integrità del bambino poiché consapevoli della gravità sociale del pensiero elaborato.
  • Pedofilia occasionale o pedofila occasionale: è la donna che non cerca attivamente il bambino. Una persona che, se si trova in situazioni particolari come ad esempio in viaggio in paesi dove il tasso di turismo sessuale è forte, si lasciano andare ad esperienze sessuali trasgressive, quasi protette da una sorta di credenza sociale che legittima questi atti. Il profilo della pedofila occasionale è quello di una donna single o separata, di media età e con uno status socio-economico medio alto.
  • Pedofilia di tipo immaturo o pedofila immatura: è caratterizzata da un aspetto fondamentale che consiste nell’inadeguatezza nelle relazioni interpersonali, soprattutto con i coetanei. Questo amore finisce non appena il bambino cresce e perde le caratteristiche infantili che avevano attirato la pedofila. L’immaturità affettiva la porta a rivolgere i propri impulsi sessuali verso il bambino, dal quale non si sente minacciata. Il bambino non diventa l’oggetto dell’attrazione in virtù delle sue caratteristiche ma per quello che rappresenta, un oggetto attraverso il quale l’abusatrice scarica il sentimento di vendetta per traumi personali subiti durante l’infanzia. Lei idealizza la relazione con il bambino e la considera espressione di un amore puro e genuino.
  • Pedofilia regressiva: è colei che pur riuscendo ad instaurare legami affettivi con i coetanei ad un certo punto della sua vita, comincia ad avvertire un senso di inadeguatezza e non riesce a convivere con gli stress quotidiani, questo la porta a regredire nella fase infantile, iniziando così a rivolgere il suo interesse sessuale verso i bambini, sentendosi essa stessa bambina.
  • Pedofilia di tipo sadico-aggressivo o pedofila sadico-aggressiva: queste donne tengono unito il legame tra violenza e gratificazione sessuale. I loro atti finiscono quasi sempre con la morte della vittima. Nell'infanzia di queste donne c'è una vita di aggressività, frustrazione e impotenza con un sentimento di svalutazione di sè e dell’altro.
  • Pedofila omosessuale: la pedofila trasferisce su una bambina l’amore che non ha ricevuto dalla propria madre cercando di colmare le carenze affettive di cui è stata protagonista.

Esiste una specifica categoria emergente negli ultimi decenni, rappresentata dalle donne che si esprimono online e che si servono della rete per soddisfare la propria sessualità deviante.

Con lo sviluppo, delle nuove tecnologie l’accesso a materiali pedopornografici è più semplice come lo è la possibilità di chattare con un adolescente attraverso le piattaforme di social network.

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Molti bambini abusati, a causa del trauma subìto, sono spesso sprovvisti delle capacità verbali necessarie a parlare dell’abuso subìto e in molti casi maturano una specie di devozione per l’abusatore e lo proteggono con il silenzio e questo è un fenomeno particolarmente evidente nei casi in cui è la madre ad abusare.

Nella mente del bambino scattano meccanismi di difesa molto rigidi, atti a proteggersi dalla realtà della sopraffazione:

  • identificazione con l’adulto abusante
  • negazione
  • isolamento emotivo.

Esistono degli indicatori dell’abuso subìto, seppur deboli e ambigui, che segnano un cambiamento repentino nel comportamento della vittima ma sono in genere sottovalutati perché interpretati come dei capricci da punire severamente o almeno frenare. Tra i segnali comportamentali più frequenti di un disagio da abuso correlato ritroviamo:

  • enuresi notturna
  • disturbi del sonno
  • pianti ripetuti
  • reazioni emotive sproporzionate di fronte alla minima frustrazione
  • atteggiamenti seduttivi e sessualizzati verso compagni di gioco o adulti significativi.

Queste difese sono funzionali nell’infanzia ma nell’età adulta possono creare diversi problemi. Per esempio, un bambino maltrattato, non potendo esprimere la rabbia che prova verso l’abusante, imparerà a dirigere la rabbia verso se stesso. Nei casi peggiori, la persona che è stata abusata da piccola, rivolgerà la rabbia che prova per l’abuso subito verso la gente che la circonda e il circolo della violenza rischia di compiersi: l’abusato diventa a sua volta abusante.

 

riferimento:

  • Pedofilia rosa. Il crollo dell'ultimo tabù di Loredana B. Petrone ed Eliana Lamberti. Magi Edizioni.

Di seguito riportiamo i link per leggere gli articoli sulla Pedofilia Femminile:

 

(a cura della dott.ssa Assunta Giuliano)

 

 

 


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Tags: pedofilia, figura femminile pedofiia femminile

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