Il mondo interpersonale del bambino (Stern, 1985)
“ […] dobbiamo chiederci: che tipo di senso del Sé può esservi in un bambino in fase preverbale? Per “senso” intendiamo qui la semplice coscienza, distinta dalla consapevolezza autoriflessiva. Stiamo parlando di esperienza diretta, non di pensiero. Quando dico “Sé” mi riferisco a uno schema stabile di consapevolezza che si presenta solo in occasione di azioni o di processi mentali nell’infante. Un tale schema è una forma di organizzazione; è l’esperienza soggettiva organizzante di ciò a cui in seguito ci si riferirà verbalmente come al “Sé”. Questa esperienza soggettiva organizzante è la controparte esistenziale, preverbale, del Sé oggettivabile, autoriflessivo e verbalizzante […] Mi concentrerò quindi soprattutto su quei sensi del Sé la cui grave compromissione potrebbe danneggiare il normale funzionamento sociale portando anche alla follia o a gravi deficit sociali. Tra questi, consideriamo il senso di essere soggetti agenti (senza il quale possono aversi paralisi, la sensazione di non essere padroni delle proprie azioni, l’esperienza della perdita di controllo degli agenti esterni); il senso di coesione fisica (senza il quale possono aversi frammentazione dell’esperienza corporea, spersonalizzazione, esperienze extracorporee, derealizzazione); il senso di continuità (senza il quale possono aversi dissociazione temporale, stati di gufa, amnesie, e la perdita della sensazione di continuità dell’esistenza, del going on being, per usare un’espressione di Winnicott); il senso dell’affettività (senza il quale possono aversi anedonia e stati dissociativi); il senso di un Sé soggettivo in grado di stabilire rapporti intersoggettivi con altri /senza il quale può esservi solitudine cosmica o, all’altro estremo, trasparenza psichica); il senso di essere produttore di organizzazione (senza il quale può esservi il caos psichico); il senso di poter comunicare significati (senza il quale possono aversi esclusione dalla cultura, scarsa socializzazione e mancata validazione delle conoscenze personali). In breve, questi sensi del Sé costituiscono le fondamenta dell’esperienza soggettiva dello sviluppo sociale normale e di quello anormale.” (pp. 24-25)
Stern D.N (1985), Il mondo interpersonale del bambino, tr. It. Bollati Boringhieri, Torino, 1987
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