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Agnosia visiva contemporanea

no alla guerraC'è un silenzio profondo che si aggira nel vecchio continente e nel nuovo, è il silenzio dei movimenti, dei raduni spontanei di massa contro le guerre dell'altra parte del Mediterraneo, della Crimea o dei crimini del continente africano. I movimenti per la Pace sono scomparsi, come se non fossero mai esistiti. Le marce per i diritti dei neri in America di Martin Luther King o quelli di Gandhi sono soltanto ricordi arrotolati sui nastri archiviati in cineteca.

Prevale l'individuo informe, indistinto, quasi qualunque che accede al grande schermo della rete per vedere, leggere la realtà reale fatta di barconi che sbarcano sulle coste, quella che sgancia bombe democratiche su città distrutte, quella dei bambini soldato che si fanno saltare come bombe ad orologeria sua ordine di padri criminosi, quella delle guerra asimmetrica.

L'individuo informe se ne sta accanto al suo oggetto virtuoso a guardare come voyeurista  quello che sta accadendo come se stesse dietro alla porta della stanza del padre a scrutare dalla serratura che cosa fa con la sua amata madre. Guarda e s'indigna per quello che vede o immagina di vedere, è diventato un agnosico visivo che non distingue la realtà reale da quella virtuale.

L'agnosia visiva gli impedisce di riconoscere quello che vede direttamente nel virtuale e dagli schermi mediatici. Le immagini, i suoni che vede e sente sono il prodotto di un artefatto manipolato e controllato da chi detiene le redini del potere dello strumento. L'agnosia visiva si tramuta in cognitiva e sociale, è spaventato per quello che sta accadendo, il buco della serratura limita la comprensione, l'occhio vede solo quello che la toppa concede, non percepisce se sono grida di gioia o di dolore, si spaventa e chiude la porta con la chiave.

L'agnosia cognitiva ed emotiva impediscono di cogliere la trama di quello che sta avvenendo, si sentono solo sussurri, rumori, gemiti, sono i gemiti di morte, sussurri di bimbi che lottano contro il dolore e la distruzione, rumori di bombe che sconvolgono il mare della pace.

L'individuo informe twitta, chatta, posta delle sensazioni su una lavagna virtuale che fa scorrere velocemente il tutto per rigettarlo in pochi millesimi di secondo in un nulla eterno virtuale. L'individuo quasi qualunque s'illude di aver espresso un pensiero che è condiviso e riconosciuto da molti altri, è un pensiero di condanna per quello che sta avvenendo, il mare illusionale del cyberspazio è costellato da twitter, da chat che esprimono dissenso per ciò che accade, lui si sente a posto con la coscienza, sono altri che fanno danni.

L'individuo informe appena apre la parta reale di casa, quella che immette sulla strada e incrocia lo sguardo reale e corporeo di una persona che non conosce, subito si mette in allarme, la sua amigdala e il suo sistema limbico si mettono in azione. Come una  lampadina la paura si accende e inonda la neocorteccia di sostanze sensibili che assopiscono la lucidità della ragione e fanno scattare dei meccanismi di protezione, come chiudere la porta con doppia serratura, uscire con un arma in tasca, evitare di incrociare il corpo dell'estraneo in particolare se è di un colore diverso dal proprio, mantenere una giusta distanza e tenere sempre alta la guardia.

E' bastato soltanto lo sbattere di una porta per scoprire la realtà reale e accorgersi che la macula visiva presente rischia di estendersi e di offuscare la conoscenza. E' indispensabile distogliere l'occhio dalla serratura per evitare di confondere un piccolo frammento come se fosse un grande schermo e riconoscere i sussurri, i lamenti e i rumori  reali da quelli illusionali del twitter che allontana la realtà reale.

 

 

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