Disforia
Il termine viene utilizzato in psichiatria per indicare un'alterazione dell'umore in senso depressivo, caratterizzato da sentimenti spiacevoli, quali tristezza, inquietudine, sensazioni di frustrazione e pessimismo, tensione e irritabilità.
Porta il soggetto anche ad avere la tendenza a reagire in modo esagerato agli stimoli esterni e interni, con scarsa capacità di autocontrollo. In sintesi, si caratterizza come una condizione contraria all’euforia.
Durante la propria vita, tutti possono trovarsi davanti a questa condizione, può manifestarsi in periodi più o meno lunghi. Può manifestarsi in casi di disturbi maggiori e disturbi d'ansia. Si manifesta anche nei soggetti affetti da disturbi di personalità borderline.
La disforia può essere causata sia da una predisposizione genetica sia da fattori culturali, sociali ed economici che causano un forte stress.
Alcune condizioni che possono includere lo stato disforico come sintomo possono essere:
- Alcolismo;
- Abuso di farmaci;
- Anoressie nervosa o bulimia;
- Depressione maggiore;
- Disturbo bipolare;
- Schizofrenia;
- Epilessia;
- Menopausa;
- Disfunzioni sessuali;
- Disturbo da stress post-traumatico;
- Sindrome premestruale;
- Insonnia.
Questo tipo di disforia può essere riscontrata in entrambi i sessi. Poi ci sono altri tipi di disforia più specifici.
Disturbo disforico premestruale:
E' una grave forma di sindrome premestruale, colpisce 3-8% delle donne con mestruazioni e consiste in un "gruppo di sintomi affettivi, comportamentali e somatici" che si ripresentano mensilmente durante la fase luteale (solitamente della durata di 14 giorni, ha inizio con l'ovulazione e termina con la mestruazione) del ciclo mestruale. (2)
Disforia di genere:
“mi sento donna ma sono uomo per nascita” o viceversa. Si fa riferimento all’insoddisfazione o sensazione di disagio nei confronti del proprio sesso biologico. Può manifestarsi in ogni fascia di età, nei bambini, negli adolescenti e negli adulti.
CURA
Naturalmente gli interventi terpeutici variano a seconda del disturbo e della sua gravità. Innanzitutto bisogna sottoporsi a esami sia a livello fisico sia a livello psicologico e su quest'ultimo piano è opportuno, attraverso un ideoneo percorso valutativo, seguire una diagnosi in grado di sottolineare e evidenziare la struttura della personalità dell'individuo, sia riguardante le proprie problematiche sia le proprie risorse e capacità. Così facendo si può realizzare un buon intervento terapeutico che riesce ad aiutare l'individuo. Non esiste un metodo migliore di un altro, essendo la scelta dell’approccio assolutamente personale.
Infine, tra le varie opzioni, è possibile anche intraprendere un percorso farmacologico, con sostegno del proprio terapeuta.
Per approfondimenti
- wikipedia.org
- tantasalute.it
- Rapkin Andrea J. & Lewis Erin I., Treatment of Premenstrual Dysphoric Disorder, in Women's Health, vol. 9, nº 6, 2013, pp. 537–56
(a cura del Dottor Andrea di Maio)
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