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Depressione (100510)

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Beatrice 17

Ho tanto bisogno di un aiuto perchè è da più di due anni che non riesco a vivere serenamente con me stessa e con le persone che mi circondano. La mia depressione è iniziata dal giorno in cui, all'età di 16 anni, il mio ragazzo perse la vita in un incidente. Ingenuamente ho sperato nell'aiuto degli altri, ma ho ricevuto solo prese in giro. Da allora non riesco più a ritrovare la serenità interiore. Sto male con me stessa e non riesco più a relazionarmi con gli altri. Se un tempo ero timida, adesso mi blocco anche per le più stupide domende. Ho l'eterna sensazione di avere un peso sulle mie spalle e non riesco a liberarmene. Dico sempre a me stessa di cambiare, ma dopo due giorni di serenità, ritorna il buio. Avrei bisogno di un consiglio che mi dia la spinta a mutare il mio atteggiamento! Sono molto giovane ma se continuo di questo passo diventerò vecchia in un attimo. Non voglio più piangere su me stessa ma reagire e stavolta sul serio. Aiutatemi per favore. Grazie mille

Cara Beatrice, l'esperienza dolorosa che hai vissuto è stata sicuramente traumatica e ti ha esposto per la sua repentinità e la sua gravità a delle emozioni e dei pensieri che ovviamente hanno necessità di essere elaborati. Le perdite sono sempre qualcosa che frammenta l'equilibrio di chi le subisce, e portano facilmente ad una forma di fissazione, in una sorta di estremo tentativo di recupero dell'oggetto perduto, attraverso un congelamento nel dolore e nella depressione al momemto in cui "tutto è successo". Ci si rifiuta di accettare l'inaccettabile, perchè fa troppo male. Il problema non è chi si ha vicino, ma riuscire a vivere con se stessi e con il pesante fardello interno. E' come se l'esistenza, pur non volendo, si spezzasse ineluttabilmente in due; e nulla riesce ad essere più come prima. In realtà "si ricomincia a vivere, quando si ricomicia a vivere", iniziando a volte dalle piccole abitudini, dai piccoli segmenti di un quotidiano qualsiasi, e si decide che occorre mettere da parte il dolore, riponendo il ricordo in uno scrigno prezioso da tenere nel profondo dell'anima, come parte remota del sè da aprire ogni tanto.

(risponde la dott.ssa Lucia Daniela Bosa)

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