Autoaccusa
Si definisce auotaccusa l'accusa che una persona fa, spontaneamente, di una propria colpa, anche inesistente.
E' l'attribuzione di una colpa commessa da altri, che una persona fa a sè stessa.
Questo senso di colpa è una pena invasiva, costante ed estremizzante, in grado di compromettere totalmente la qualità dell'individuo.
E' un mix di elementi cognitivi e emotivi legati alla convinzione di aver danneggiato qualcuno. E' collegato a elementi come l'altruismo o l'empatia per le sofferenze degli altri.
Il pensiero fisso della persona è "non dovevo fare ciò che ho afatto e siccome l'ho fatto non me lo posso perdonare e non merito più nulla di buono".
Il soggetto che si autoaccusa, dentro sè stesso, sente una scissione che vede da una parte i SuperIo come uno spietato accusatore e dall'altra parte l'Io mortificato e impotente.
In queste condizioni, i pensieri e le preoccupazioni della persona riguardo alle altre cose della propria vita passa in secondo piano o, se presente, passa in secondo piano, lasciando così spazio al rito del tormento ad oltranza.
Nel Disturbo Dissociativo di Personalità (DID), sostiene Kolk (1987), secondo una spiegazione psicodinamica dei comportamenti autodistruttivi presenti nei pazienti affetti da DID, l'autoaccusa è una delle caratteristiche in esso presenti, insieme alla rivittimizzazione, alla paura dell’abbandono e alla dimensione intergenerazionale, spiegata come il disperato tentativo di dare un senso a situazioni terrificanti.
PER APPROFONDIMENTI
- Quick Reference to the Diagnostic Criteria from DSM-IV by American Psychiatric Association, Washington D.C., 1994-1995
- Psychological Trauma, Bessel van der Kolk, American Psychiatric Press, 1987
- davidealgeri.com
(A cura del Dottor Andrea di Maio)
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