Bulimia (114925)
Daniela 35
Egr. Dott.ssa, scrivo in merito alla bulimia nervosa di cui sono affetta da vent'anni (ovviamente perche' non riesco ad accettare anche un etto di troppo). Ho 35 anni e un bimbo di appena due mesi e soffro di quest'ossessionante malattia da troppo tempo; gli episodi di vomito indotto si ripetono da anni ogni giorno e più volte al giorno, e credo che la motivazione che mi spinge ora a scriverLe sia in tutta onestà oramai il fatto che non riesca a provocarmi più il vomito. Se così non fosse stato forse avrei perseverato nel nascondermi dietro a questa pratica. Mi scuso per il disturbo sin da ora comprendendo che non sarà possibile ricevere un aiuto pratico visto che vivo all'estero, ma mi domando se ci siano modi per sollevarmi da questo incubo a distanza. Sinceramente ho sempre pensato che la maternità potesse costituire quanto meno una pausa all'istinto delle abbuffate e del vomito, ma credo che il senso di responsabilità indotto dalla gravidanza e dal fatto di dover prendermi cura del bimbo, altro non abbia che accentuato il problema, incinta sono riuscita a vomitare ed abbuffarmi anche 4 o 5 volte al giorno, praticamente un lavoro. Ci sono suggerimenti che mi può dare? Si può seguire una terapia on-line? Mi puo' indirizzare verso qualche struttura o terapia alternativa? Non so se può essere un'indicazione utile: ho smesso di fumare dopo 15 anni nel momento in cui, incinta, l'ostetrica dell'ospedale mi ha spiegato che ogni sigaretta toglieva ossigeno al bambino per circa un'ora; tale era il senso di colpa che ho smesso di punto in bianco. Non l'avrei mai detto ma sino ad ora non ho ceduto. Mi può illustrare in modo simile i problemi, oltre che a quelli psicologici, generati da questi atti compulsivi a me ed al bimbo che allatto? Forse una maggiore coscienza dei danni può funzionare da deterrente. Grazie sin da ora del prezioso supporto nel caso rispondesse, cordiali saluti.
Cara Daniela, i rischi legati alla bulimia sono innumerevoli e solo indirittemante per il tuo bambino, ma credo che crescere senza una mamma si può considerare un grave danno. Quello che spesso si sottovaluta infatti sono gli effetti che la bulimia ha sul proprio fisico e che spesso inducono la morte per rottura delle pareti dello stomaco ad esempio, attacco cardiaco od altri cedimenti di organi interni. Io non credo però che sia questo a doverti convincere a dare un taglio netto al problema, ma la consapevolezza che non va bene, che non funziona e che, se un tempo la bulimia aveva un suo senso nella tua vita, adesso quel significato si è perso. Ti consiglio una terapia che possa guidarti ad uscire da questo tunnel e che possa fornirti degli strumenti utili, delle abilità sulle quali potrai sempre contare, come quella cognitivo-comportamentale che è molto direttiva e che aiuta a ridurre i sintomi della bulimia fin dai primi incontri. Per quanto riguarda il trattamento in forma on-line, non è avallato da prove di efficacia rispetto invece a quello in ambulatorio o meglio ancora in residenze come puoi verificare su internet o dai libri di Dalle Grave; però penso che potresti fare una prova. Psiconline dispone di professionisti che forniscono da questo stesso sito consulenze on-line e molti dottori di diversi orientamenti che forniscono quì le loro risposte, come me d'altronde, hanno inoltre siti personali dove forniscono consulenze on-line in diverse forme. Sta dunque a te prendere una decisione se intraprendere questo cammino e con chi. In bocca al lupo.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 08/05/08
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