Disturbi alimentari (133530)
Salve! Non so come comportarmi, non so neanche di avere più o meno un problema, perchè se riesco a parlarne forse non è un problema reale. Io mangio sino a sentirmi male, sino ad abbuffarmi, perchè sto meglio; dopo non vomito ma, mi sento terribilmente in colpa. Si unisce, in me, una gioia che si può definire primordiale mentre mangio, e subito dopo, questa gioia si trasforma in dolore e in un senso di schifo. Vado a correre perchè mi sento grassa, lo sono e provo disagio e magio perchè mi sento grassa. So, che può sembrare una contraddizione, ma lì per lì non ragiono. Mangio perchè mi sento frustrata perchè non dimagrisco, ripetendomi puntualmente che questa sarà l'ultima volta. Poi penso e mi accorgo di aver mangiato troppo e mi dico che la prossima volta, al prossimo pasto, mangerò meno. Vado pure da una dietologa ma nè perdo nè aumento il milo peso. Studio biologia e mi pongo degli obbiettivi che se non raggiungo, e di conseguenza mi butto già parecchio. Il problema è che da circa un anno, non sempre riesco a raggiungere i miei obiettivi. La mia situazione familiare non saprei come definirla perchè io osservo tutto e sento tutto anche se certi atteggiamenti non sono indirizzati a me è come se li assorbissi ugualmente. Mi spiego meglio: se mio padre tratta male mia madre, io assorbo questo comportamento e ci sto male. Se sento delle liti chiudo la porta e mi isolo. Ho, per fortuna, un ragazzo che mi fa vivere meglio certe situazioni. Spero di essere stata chiara. Grazie in anticipo.
Marialuisa, che tu riesca a parlare del tuo problema, magari non solo qui ma anche in famiglia o con gli amici, è sicuramente una buona cosa, anche se non implica che il problema non ci sia. Direi che un problema c'è, perchè utilizzi il cibo per viverti le tue insoddisfazioni e le tue insicurezze, ma probabilmente non è così pronunciato. Come saprai la modalità con cui ingeriamo il cibo e ci rapportiamo ad esso è uno specchio del rapporto che abbiamo con noi stessi. Se ci apprezziamo, se siamo sicuri di quello che siamo, solitamente utilizziamo il cibo per quello che ci serve e ci dà. Ma se invece non siamo in grado di apprezzarci e qualcosa dentro di noi crea conflitti e rifiuti, allora attraverso il cibo esprimiamo tutto questo, e trasformiamo la nostra immagine in modo da non piacerci. Il problema è interno, psicologico, ma viene trasferito sul corpo e sull'immagine di noi stessi. Le situazioni familiari solitamente influenzano il nostro modo di sentirci e di viverci, e non è escluso che la tua identificazione con mamma possa influenzare le tue insoddisfazioni. Se non hai in mente di rivolgerti a qualcuno per farti aiutare, cerca intanto di vivere la tua vita e di trovare il modo di dimostrare a te stessa il tuo valore. Fai sentire la tua voce, fai in modo di esprimere quello che sei; non nasconderti. Cercati e ascolta le tue emozioni, fatti domande, realizza quello che hai dentro di te. Il cibo e l'estetica sono solo una conseguenza di come ti vivi, è sul piano interiore che devi rivolgerti prima ancora che su quello esteriore.
(risponde la Dott.ssa Elisabetta Corberi)
Pubblicato in data 20/07/08
Vuoi conoscere il nome di uno psicologo e/o psicoterapeuta che lavora nella tua città o nella tua regione? Cercalo subito su Psicologi Italiani
Pubblicità
Vuoi conoscere i libri che parlano di Disturbi alimentari per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional
Store