Disturbo alimentare (080131)
Shana, 19 anni
Spero che qualcuno possa aiutarmi, perchè veramente
non ce la faccio più. Da un anno e mezzo soffro di disturbi alimentari,
più precisamente un rifiuto del cibo. Tutto iniziò da una dieta
cominciata per perdere giusto quei cinque sei chiletti per essere 'ok' (che
poi, in questo ambito, cosa vuol dire essere ok?!), poi, pian piano la quantità
di cibo ha cominciato a scendere sempre di più. non sono mai arrivata
a pesare al di sotto delle soglie critiche, come non sono mai riuscita a stare
senza mangiare per un giorno intero. mangiavo, si, ma tutto in quantità
ridotte, continuamente oppressa da sensi di colpa che mi rimbombavano nella
testa. tutti mi ripetono che sono dimagrita troppo, che devo mangiare, la mia
migliore amica me l'ha detto chiaro e tondo: 'non so cosa fare per aiutarti',
mia mamma mi controlla continuamente. da un mesetto circa ho cominciato a mangiare
correttamente, e pareva che tutto si fosse risolto, ma non è così.
la fobia di ingrassare continua a restare salda dentro la mia testa, non c'è
verso di toglierla. E poi so che se comincio a mangiare non mi fermo più,
e diventerò grassa il doppio di quello che ero prima! tipo stasera ho
mangiato un pacco di biscotti al cioccolato...un pacco ! Ma si rende conto?
Ho di quei sensi di colpa terribili, sto male, ho la nausea! Vorrei vomitare
tutto ma sono troppo debole, non ne ho la forza. controllo ogni giorno se sporgono
le ossa, e per fortuna si, ma ho il terrore di svegliarmi alla mattina ricoperta
di grasso. Ho paura di ingrassare, ciò nonostante non riesco più
a rifiutare il cibo....e per di più mi scopro sempre affamata, proprio
io, che odio così tanto mangiare!
Forse questo è dovuto ad un rapporto sbagliato con la mia famiglia (inutile,
non ci vado d'accordo).Io non so veramente cosa fare, mi serve un aiuto. Non
sono un'anoressica, ma sto male lo stesso.Vorrei tanto tornare a quando mangiare
mi piaceva, e vorrei poter essere serena anche se per un giorno mi mangio un
pacco di biscotti al cioccolato!
Confido in una sua risposta, grazie in anticipo.
Cara Shana, un rapporto disturbato con il cibo di solito è la conseguenza di un rapporto disturbato con se stessi e/o con le persone che ci circondano. Forse avrai letto qualcosa sull’anoressia, e se non l’hai fatto ti consiglio di dare un’occhiata agli articoli che ci sono su questo sito o di informarti in altro modo. E’ vero, non sei un’anoressica, ma le tematiche che ti riguardano non sono molto lontane da quelle che riguardano generalmente le anoressiche. Comunque, è importante che tu sappia che la problematica è legata fondamentalmente ad un rifiuto di qualcosa di se stessi, ad una non accettazione di quello che si è e ad una particolare paura del giudizio. Insomma, ci sono problematiche interne che riguardano la propria identità. Che poi questo possa dipendere da questioni familiari, è abbastanza probabile, visto che il senso di sé e della propria identità si forma attraverso le dinamiche con i familiari, in particolare con i genitori, e ancor più in particolare, direi, con mamma. La problematica con il cibo riflette dunque un disagio psicologico, ed è questo che bisogna rintracciare, stanare e risolvere perché tutto ritorni a scorrere in modo naturale. Tieni conto che in momenti particolari della vita e della crescita, come potrebbe essere il tuo, i disturbi possono accentuarsi, proprio perché questi sono di solito momenti di profonda trasformazione e per questo motivo fanno profondamente paura. Insomma, tu hai 19 anni e probabilmente starai facendo i conti con un desiderio di autonomia e di libertà, e altrettanto probabilmente avrai paura di tutto questo, non avendo ben chiaro il tuo futuro e la strada da percorrere. Insomma, in questa età si scopre il mondo e si cerca di capire chi siamo, compito tutt’altro che semplice. Quando qualcosa non va in questa ricerca di sé e del mondo, facilmente si manifestano disturbi, e facilmente riguardano il cibo. Non riuscire ad alimentarsi come naturalmente dovrebbe essere, significa, da un punto di vista simbolico, non riuscire a vivere qualcosa, non riuscire a superare uno scalino, non voler crescere, non voler inghiottire un boccone che….appare amaro. E viceversa quando si esagera, è come se si volesse riempire un vuoto dentro se stessi, mettere a tacere col cibo un’ansia, o una rabbia o una paura che dentro ci corrode. Il consiglio è di ascoltarti bene, Shana, e ascoltare tutto di te, ciò che ti piace e ciò che non ti piace, ciò che ride e ciò che strilla e urla per farsi sentire. Impara a conoscerti e non giudicarti. Cerca di fare i conti con quello che sei, prima che con quello che non sei. E se non dovessi riuscire a venire a capo di nulla, allora rivolgiti ad una psicoterapia, che serve proprio in questi casi e che sicuramente, a te che dimostri di avere buoni strumenti di comprensione in mano, potrebbe darti tanto.
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