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Rapporto figli (105121)

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Pamela 34

Gentilissimi dottori, sono mamma di tre bambini: una bimba di 8 anni e due maschietti di 6 anni e 13 mesi. Il mio problema è il rapporto con la bambina che, da quando è nato il suo secondo fratello, oltre ad essere gelosa, ha impostato un rapporto di continua discussione con me. Ha sempre qualcosa da dire, mi mette sempre tutto in discussione, dice che non le vogliamo bene, sembra non prendere sul serio il mio ruolo di genitore, spesso mi risponde come se stesse rispondendo ad una sua amica; le dico spesso che io sono la sua "mamma" e non la sua amica e che quindi ci vuole ancor più rispetto e preciso che io sono severa, ossia dico più spesso no, che si. Dice in continuazione che non le credo, se la prendo con dolcezza dura qualche ora, ma spesso le urlo perchè è l'unico modo che ho per farmi sentire. E' anche molto dominante con il secondo fratello, lo sminuisce sempre e se noi facciamo qualche complimento a lui, lei va su tutte le furie. Persino le maestre di mio figlio mi hanno detto che devo fare in modo che lei stia al posto suo, perchè il bimbo è troppo mite... Evidentemente subisce parecchio, anche perchè lei ha un carattere forte! Io spero vivamente in una vostra risposta, perchè non so più come agire, vorrei rimediare prima che sia troppo tardi! Premetto che con lei spesso mi pongo in maniera più dura rispetto al maschietto e questo dopo anni di continui battibecchi e vi assicuro che è dura. Vi ringrazio anticipatamente.

Cara Pamela, di solito i bambini di otto o nove anni tendono ad impostare il rapporto con i genitori sulla base del conflitto e dell’autoaffermazione. Questo in virtù dell’evoluzione, sul piano cognitivo, del “pensiero critico”, ovvero della capacità di pensare in modo ipotetico, su ciò che non è presente al momento o su argomenti astratti. Mentre in età precedenti il bambino vive il qui ed ora, il presente e basta, ora sente la necessità di proiettarsi nel futuro, oppure di rivedere il passato, di ridiscuterlo, per esempio: “se quella volta avessi fatto così, allora avrei… ecc”. In altre parole, il bambino di questa età è caratterizzato da un’intelligenza “speculativa”, dove è più importante demolire vecchie conoscenze e abitudini invece che imparare per imitazione. Tuttavia, questo periodo di crescita non è mai indolore da collaterali manifestazioni emotive e comportamentali, come rabbia, provocazioni e altro. Inoltre, l’entità di questi comportamenti dipende sia dalla risposta dell’ambiente familiare (genitori più o meno rigidi, per esempio), dal momento particolare (es., separazione in corso, trasloco, ecc) che dalla capacità del bambino di gestire la frustrazione, oltre che dal suo grado di autonomia e di indipendenza.
Nel suo caso, la rivalità fraterna incide in modo evidente sulla crescita della bambina, esasperando comportamenti altrimenti “fisiologici” di questa età. Tanto per cominciare, cercherei di scoprire quali sono le circostanze in cui ciascuno dei due figli tende a manifestare la parte opposta del carattere, quella, per così dire, “difettosa”; così, per sua figlia vedrei di approfondire quelle situazioni in cui emerge il lato debole, fragile, del suo carattere così “forte”, mentre per suo figlio mi soffermerei in quelle occasioni in cui appare assertivo, ribelle, anziché “mite”. Questo cambiamento di prospettiva le permetterebbe, almeno in parte, di rompere quel circolo vizioso per cui la tendenza è quella di pensare “il maschio è mite perché la femmina è forte” e viceversa, dove, per forza di cosa, ci deve essere un dominatore e un dominato. Inoltre, cercherei di rassicurare sua figlia sul fatto che può continuare ad essere una “bambina”, perché non c’è nessuno che spinge avanti per prendere il suo posto. Se qualcuno spinge per andare avanti si crea disordine e rabbia. Molti conflitti fra fratelli sono legati al mancato rispetto dell’ordine. Quando una madre dedica particolare attenzione all’ultimo nato, cosa peraltro normale, al tempo stesso deve rispettare il ruolo del figlio maggiore dentro di sé e nel proprio comportamento, per evitare che si arrabbi e si vendichi nei confronti del fratello. Spero di averle dato una mano. La saluto affettuosamente.

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 05/02/08

 

 

 

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