Figli naturali (006851)
Michela,31 anni
In passato ho avuto una relazione dalla quale è nata una figlia che ora
ha quasi due anni. Non ho mai convissuto con il padre, nè ci siamo mai
sposati, quindi la bambina ha sempre vissuto con me. Gli permetto di venirla
a vedere quando vuole e la prende a domeniche alterne da quando è neonata.
Fa uso di droghe leggere è un tipo inaffidabile, fa scenate a me di fronte
alla figlia ed ultimamente mi si è presentato un problema. Mia figlia
come lo vede scoppia a piangere e non vuole stare con lui da sola senza di me.
Volevo chiedervi se nel caso decidessimo di rivolgerci ad un tribunale dei minori
terrà conto del fatto che la bambina non vuole andare col padre? Ed io
come mi devo comportare? Non me la sento di mandarla via piangendo disperata
visto che per lei sia il padre che i nonni li vede come degli estraneai.
Grazie attendo risposta
La valutazione della problematica che espone non è semplice poichè
intervengono molte variabili.
Pertanto quello che si può affermare sono soltanto alcune considerazioni
di carattere generale, certamente non esaustive di tutta la situazione. Per
rispondere alla prima domanda: in sede di giudizio, certamente si terrà
conto del comportamento di rifiuto verso il padre, anche se si tenterà
di capire da che cosa può provenire tale atteggiamento.
Non è facile rispondere alla seconda domanda: fare la mamma può
significare creare le giuste condizioni per uno sviluppo armonico del figlio,
compreso il fatto che la figura paterna diventa essenziale in tale processo
di crescita.
Occorre trovare, in definitiva, delle condizioni adatte affinchè ci sia
un incontro tra le varie figure coinvolte che non provochi disagi o difficoltà,
e che tutto avvenga entro tempi regolati.
( risponde
il dott. Renato Vignati )
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