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rapporti difficili con il padre (45569)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 467 volte

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Anonimo , 35anni (20.11.2001)

Premetto di essere in terapia da quasi due mesi, ma purtroppo, nonostante le nove sedute, non riesco ancora a dire nulla (non riesco ad avere un rapporto empatico con il terapista). Parlo, poco, e sono quasi sempre discorsi vuoti che non portano a nulla. Intellettualizzo parecchio (mi riesce magnificamente l'autocontrollo), sto valutando seriamente l'ipotesi di lasciare la terapia , già dalla prossima seduta. Il rapporto con mio padre non esiste o meglio non è mai esistito. Praticamente non parlo mai con lui, evito sempre di guardarlo, mi infastidisce moltissimo quando mi rivolge la parola, quando mi chiede delle cose, soprattutto se si preoccupa per me. Viviamo sotto lo stesso tetto, ma lo ignoro e praticamente da sempre.
Spesso desidero che sparisca in qualche modo. Io non lo vivo e non lo sento come un problema, per me è assolutamente normale, e non provo mai sensi di colpa, soprattutto non provo mai a nascondere questo mio atteggiamento anche in presenza di altri. Devo dire per onesta che non è una persona violenta, né rigida, né autoriataria, ma anzi molto affettuoso, legatissimo alla famiglia, sempre pronto a correre per qualsiasi problema familiare, molto disponibile, che ha sempre lavorato consentendo alla famiglia un tenore di vita abbastanza alto (cosa di cui ovviamente ho goduto anch'io e al quale non rinuncerei mai). Ma tutto questo non mi impedisce di detestarlo. Come ho già detto non lo vivo e non lo sento come un problema, ma "razionalmente" mi rendo conto che non è normale. Capisco che non è semplice fornire una risposta, ma vorrei solo che mi indicaste quale potrebbe essere la causa, quale meccanismo si è innescato, in via generale certo e non nello specifico, che può aver scatenato questa reazione.
Mi rendo conto che sarebbe più semplice raccontare questo, ed altri fatti, al terapista, ma ho già spiegato le difficoltà incontrate e la scelta di interrompere. Suppongo che non otterrò i chiarimenti richiesti, ma grazie comunque per l'attenzione.
Cordialmente........ paziente deluso.
P.S. sono single da sempre (ho enormi difficoltà nei rapporti con l'altro sesso).

Caro anonimo, credo che avere dei risultati da una psicoterapia così presto sia davvero impossibile, quindi mi auguro che tu non voglia abbandonarla, e invece chiederti come mai hai cercato un aiuto e poi lo rifiuti così nettamente. Hai ragione quando supponi che non avrai chiarimenti, perché non posso risponderti su un'esperienza di vita che solo tu puoi conoscere, capire, sviscerare, sentire. Il motivo per cui ce l'hai tanto con un padre che non è mai stato violento e rigido puoi trovarlo solo dentro di te. Io potrei darti delle ipotesi, ma non sarebbero la tua verità.
Forse avresti avuto bisogno di un padre più duro e di polso, chissà. Forse è stato tutto troppo facile e non hai mai conquistato con le tue sole energie qualcosa che ti facesse sentire soddisfatto di te stesso e questo te lo fa odiare perchè ti ha dato tutto e tu ti senti impotente e apatico. Io penso che andare in psicoterapia potrebbe aiutarti a scovare i veri motivi, psicologici ed emotivi soprattutto, che ti aprano una nuova strada al cambiamento. E' importante riuscire a mettersi in discussione se si vuole cambiare e migliorare la propria vita. Tutti siamo ok se vogliamo vederlo. Il mio consiglio è quello di parlare onestamente con il tuo terapeuta e dirgli in faccia quali sono le tue difficoltà a parlare con lui, quale il disagio.
Buon lavoro.

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