rapporti difficili con il padre (45569)
Anonimo , 35anni (20.11.2001)
Premetto
di essere in terapia da quasi due mesi, ma purtroppo, nonostante le
nove sedute, non riesco ancora a dire nulla (non riesco ad avere un
rapporto empatico con il terapista). Parlo, poco, e sono quasi sempre
discorsi vuoti che non portano a nulla. Intellettualizzo parecchio
(mi riesce magnificamente l'autocontrollo), sto valutando seriamente
l'ipotesi di lasciare la terapia , già dalla prossima seduta.
Il rapporto con mio padre non esiste o meglio non è mai
esistito. Praticamente non parlo mai con lui, evito sempre di
guardarlo, mi infastidisce moltissimo quando mi rivolge la parola,
quando mi chiede delle cose, soprattutto se si preoccupa per me.
Viviamo sotto lo stesso tetto, ma lo ignoro e praticamente da
sempre.
Spesso desidero che sparisca in qualche modo. Io non lo vivo e non lo
sento come un problema, per me è assolutamente normale, e non
provo mai sensi di colpa, soprattutto non provo mai a nascondere
questo mio atteggiamento anche in presenza di altri. Devo dire per
onesta che non è una persona violenta, né rigida,
né autoriataria, ma anzi molto affettuoso, legatissimo alla
famiglia, sempre pronto a correre per qualsiasi problema familiare,
molto disponibile, che ha sempre lavorato consentendo alla famiglia
un tenore di vita abbastanza alto (cosa di cui ovviamente ho goduto
anch'io e al quale non rinuncerei mai). Ma tutto questo non mi
impedisce di detestarlo. Come ho già detto non lo vivo e non
lo sento come un problema, ma "razionalmente" mi rendo conto che non
è normale. Capisco che non è semplice fornire una
risposta, ma vorrei solo che mi indicaste quale potrebbe essere la
causa, quale meccanismo si è innescato, in via generale certo
e non nello specifico, che può aver scatenato questa
reazione.
Mi rendo conto che sarebbe più semplice raccontare questo, ed
altri fatti, al terapista, ma ho già spiegato le
difficoltà incontrate e la scelta di interrompere. Suppongo
che non otterrò i chiarimenti richiesti, ma grazie comunque
per l'attenzione.
Cordialmente........ paziente deluso.
P.S. sono single da sempre (ho enormi difficoltà nei rapporti
con l'altro sesso).
Caro
anonimo, credo che avere dei risultati da una psicoterapia
così presto sia davvero impossibile, quindi mi auguro che tu
non voglia abbandonarla, e invece chiederti come mai hai cercato un
aiuto e poi lo rifiuti così nettamente. Hai ragione quando
supponi che non avrai chiarimenti, perché non posso
risponderti su un'esperienza di vita che solo tu puoi conoscere,
capire, sviscerare, sentire. Il motivo per cui ce l'hai tanto con un
padre che non è mai stato violento e rigido puoi trovarlo solo
dentro di te. Io potrei darti delle ipotesi, ma non sarebbero la tua
verità.
Forse avresti avuto bisogno di un padre più duro e di polso,
chissà. Forse è stato tutto troppo facile e non hai mai
conquistato con le tue sole energie qualcosa che ti facesse sentire
soddisfatto di te stesso e questo te lo fa odiare perchè ti ha
dato tutto e tu ti senti impotente e apatico. Io penso che andare in
psicoterapia potrebbe aiutarti a scovare i veri motivi, psicologici
ed emotivi soprattutto, che ti aprano una nuova strada al
cambiamento. E' importante riuscire a mettersi in discussione se si
vuole cambiare e migliorare la propria vita. Tutti siamo ok se
vogliamo vederlo. Il mio consiglio è quello di parlare
onestamente con il tuo terapeuta e dirgli in faccia quali sono le tue
difficoltà a parlare con lui, quale il disagio.
Buon lavoro.