separazione (49615)
Josiph, 42anni (13.4.2002)
Sono sposato da 18 anni e mi rendo conto di non essere piu'
innamorato di mia moglie da almeno 12 e di non essere piu' attratto
da lei e questo e' un ulteriore impedimento anche nella nostra vita
sessuale, peraltro mai esaltante. A quel tempo non ho voluto seguire
il suggerimento di una psicologa che mi esortava a decidermi ma
adesso credo di non resistere davvero piu'. Purtroppo siamo legati a
doppio filo da una serie di questioni: tre figli, attivita'
lavorativa in comune oltre naturalmente alla casa e ad altre
questioni economiche. Tutto e' cominciato nel 1988 quando ho
conosciuto una donna, Margherita, sposata e con due figli, di cui mi
sono molto innamorato e con la quale ho avuto una relazione di circa
un anno finita nel '91, ma nessuno di noi due ha avuto abbastanza
coraggio e poi la situazione si e' deteriorata: i nostri rispettivi
compagni hanno saputo e tutto e' finito. Ma non per me.In tutti
questi anni Margherita e' stata per me "una ragione di vita": il
primo e l'ultimo pensiero di ogni mia giornata.Ciononostante mi
impegnavo a "ricostruire" la mia famiglia e, tra mille alti e bassi,
il mio rapporto con mia moglie. Cosi' e' nato anche il nostro terzo
figlio e apparentemente tutto andava bene ma intimamente sapevo e so
che non e' cosi'.
Ultimamente ho rivisto Margherita. In questi anni era successo un
mucchio di volte e questo mi lasciava sempre un certo turbamento ma
questa volta e' stato qualcosa di piu' e tornare a vivere la
quotidianita' mi sembra un'impresa impossibile. Non sono sicuro di
poter dire che per lei e' la stessa cosa, anzi temo di no.Non riesco
a vivere nella menzogna e sono colto quotidianamente dalla voglia di
spiegare tutto ai miei figli che non sanno nulla e che ci credono una
"bella coppia" anche se le liti ma soprattutto l'indifferenza, hanno
preso il sopravvento.
Se tra mille difficolta' dovessi riuscire a separarmi, so che
rimarrei abbastanza solo: senza i figli, che amo piu' di me stesso ma
che probabilmente non capirebbero, senza mia moglie con la quale c'e'
indubbiamente un legame d'affetto ma che diverrebbe, ne sono certo,
mia nemica e "chiacchierato" da amici e parenti che prenderebbero le
difese dei piu' "deboli".
Ecco, questo e' il "mio problema": andare avanti in questo matrimonio
nel quale non riesco a dare e prendere nulla o quasi e continuare a
"pensare" a Margherita oppure trovare il coraggio di "saltare"
nell'incognito di una separazione di cui intravvedo solo i punti
negativi e nessuno positivo? Infine, ulteriore complicazione,
soprattutto per mia moglie, non viviamo in Italia ma in Grecia.
Grazie per l'attenzione e spero di poter leggere al piu' presto la
vostra opinione.
Ciao
Josiph, la questione che poni è sicuramente difficile da
affrontare ma razionalmente credo che tu stesso abbia capito (lo
intuisco da come parli) che il tuo vero problema sia "il coraggio di
saltare". E' svero che tre figli e tutte le cose che hai elencato
sono qualcosa da considerare con la massima attenzione, però
è anche vero che tu descrivi una profonda insoddisfazione
tanto da rimanere ancorato idealmente ad una donna con la quale non
hai più una relazione dal '91. Mi sembra che il vero problema
non sia Margherita, perchè il rapporto con tua moglie è
finito a prescindere da lei (che oltretutto manca concretamente dalla
tua vita da 11 anni!). Se nella tua mente lei ha resistito per tutto
questo tempo credo che non sia solo perchè ne eri innamorato
ma anche perchè forse questo ricordo, alimentato nel tempo, ha
compensato dentro di te la tua profonda frustrazione facendoti
fantasticare ma allontanandoti dalla tua realtà concreta,
senza farti trovare la forza di affrontare davvero la tua crisi di
coppia.
Credo che dovresti domandarti se il profondo affetto che ti lega a
tua moglie è qualcosa che può bastarti oppure no (e da
come parli non credo che sia difficile trovare una risposta). Se non
lo ritieni sufficiente affronta con lei questo argomento e non dare
per scontato che diventerà una nemica, forse anche lei vive un
disagio simile al tuo. In ogni caso, se non sei sereno e non ti senti
soddisfatto dalla tua vita credo che dovresti cercare di attuare dei
cambiamenti senza tenere troppo conto di cosa penseranno gli altri.
Per quanto riguarda i vostri figli, la loro serenità
dipenderà da come voi affronterete qualsiasi situazione vi si
presenti, anche, eventualmente, una separazione. Un matrimonio
infelice e conflittuale è peggio di una separazione civile e
ragionata, in cui ci si parla con franchezza e in cui si da la
possibilità ai propri figli di comprendere ciò che
avviene. Sicuramente un evento di questo tipo genera sofferenza in
tutti i bambini che ne sono coinvolti, ma è una crisi che si
può superare con l'amore e il sostegno, facendo loro capire
che le ragioni della separazione riguardano solo mamma e papà,
e che i proprio genitori rimarranno tali anche se non stanno
più insieme. Ovviamente sarà poi fondamentale
mantenersi coerenti con tali affermazioni.L'indifferenza e la
conflittualità nella coppia arrecano danni ai figli anche se
si rimane insieme.
Ti auguro di trovare le risorse necessarie per superare questo
difficile momento.