Psicoanalisi delle abitudini sessuali, (Ferenczi,1925)
“La libera associazione [..] richiede che tanto il medico quanto il paziente stiano continuamente all’erta per impedire che quest’ultimo ricada nell’abitudine di pensare secondo uno schema programmato. Quando, viceversa, ci si accorge che grazie alla libera associazione il paziente riesce ad evitare nessi penosi ricchi di significato, bisogna spingerlo a stabilire tali nessi. A questi casi si contrappongono quelli in cui la seduta trascorre in monotone lamentele ipocondriache e di altra natura. Dopo aver lasciato sfogare il paziente per un certo tempo, mi è capitato talvolta di dovergli ordinare di sostituire le sue lunghe descrizioni con alcuni gesti concordati. Da quel momento in poi, cioè, avrebbe dovuto limitarsi a comunicarmi con questo mezzo che era di nuovo alle prese con le ben note ossessioni. Stabilite queste condizioni, la comoda via dello sfogo restava preclusa e il retroscena dello stato psichico diventava più accessibile. In modo analogo, e cioè vietando il “chiacchierare a vanvera” (sintomo dell’oca), si può tentare di indurre il paziente a seguire un corso di pensieri che ha conclusioni penose, cosa che suscita naturalmente la sua resistenza.” pp. 220-221
“ Secondo la regola principale dell’attività (della frustrazione), non si devono approvare senz’altro le proposte del paziente a prescindere dal fatto che per tutta risposta si dovrà innanzi tutto porre al paziente la domanda classica, e cioè quali associazioni gli vengono in mente, si farà bene a consigliargli di astenersi, intanto, dal fare ciò che propone, o a farli fare addirittura il contrario. In tal modo le probabilità di scoprire la vera motivazione psichica sono maggiori che se si lascia il paziente seguire la via che gli è più comoda. Ha un effetto sorprendente, per esempio, la frustrazione provocata dal comportamento conciliante del medico in risposta all’intenzione del paziente di scatenare un conflitto nella situazione analitica; e sappiamo bene che tante altre volte nella vita egli è riuscito a realizzare intenzioni di questo genere. La frustrazione consiste qui nel fatto che il metodo conciliante ostacola una certa scarica di affetti. All’opposto, quando si ha a che fare con nature sensitive fortemente visiate, ai tentativi di ottenere a tutti i costi la benevolenza del medico è bene rispondere con un comportamento piuttosto severo o quanto meno freddamente obiettivo. Ovviamente, questo modo di trattare il paziente “contropelo” presuppone che il suo legame con l’analisi sia già divenuto abbastanza resistente. In general, proprio all’inizio dell’analisi, è opportuno adottare per un periodo abbastanza lungo l’atteggiamento dell’osservatore imparziale e studiare il contegno del paziente nel suo ambiente abituale attraverso il succedersi dei fatti quotidiani. È consigliabile dare interpretazioni e spiegazioni analitiche al paziente a poco per volta; solo successivamente si verificano le condizioni perché si possano prescrivere delle regole di comportamento che facciano progredire il lavoro analitico. In primo luogo si tratta naturalmente di influenzare le relazioni con i familiari, gli amici, i colleghi e i superiori, successivamente di dare anche dei suggerimenti per ciò che riguarda le diverse abitudini e il modo di vivere, ponendo una particolare attenzione a certi dettagli minimi delle abitudini dietetiche, al modo di dormire, di vestirsi e di spogliarsi e, soprattutto, di trovare soddisfacimento corporale.” Pp.- 225-226
Ferenczi S., (1925), Psicoanalisi delle abitudini sessuali, tr. it in Ferenczi S., Fondamenti di psicoanalisi, Guaraldi, Rimini, 1974 vol.3
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