Temperamento
La psicologia definisce temperamento “L’insieme di disposizioni comportamentali presenti sin dalla nascita le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente. Il temperamento riflette dunque una variabilità biologica” (Lingiardi, 1996).
In questi termini, possiamo definire il temperamento la componente biologica e genetica della personalità, che esprime impulsi, tendenze istintive, disposizioni, necessità, stati affettivi...
Vengono identificate, inoltre, queste tipologie di temperamento:
- T. depressivo. L’individuo è: triste, cupo, incapace di divertirsi, lamentoso, privo di immaginazione, scettico, pessimista, incline al senso di colpa, introverso, passivo; ha scarsa autostima e senso di inadeguatezza e/o fallimento, poche amicizie, pochi interessi (che, però, cura con relativa costanza); è una persona fidata, un dipendente devoto; è iperreligioso; dorme molto (più di 10 ore a notte). Questa tipologia è stata definita come una forma clinicamente attenuata e ad andamento cronico di malattia depressiva e rappresenta il temperamento più comune nei pazienti affetti da depressione ricorrente, ma anche nei casi di disturbo bipolare di tipo I, con episodi maniacali o quadri di stato misto.
- T. ipertimico. L’individuo è: allegro, esuberante, ottimista, senza preoccupazioni, autorassicurante, megalomane, estroverso, indiscreto, disinibito, pieno di energie e di progetti; ha molti interessi, è coinvolto in molte attività; dorme poco (meno di 6 ore a notte); è resistente alla fatica fisica ed intellettuale, tende a posizioni di comando e da leader, è portato per le arti recitative e di intrattenimento; può essere sopraffatto da superficialità e scarsa tenacia, per cui è alla continua ricerca di nuovi progetti (tralasciando i precedenti). Può avere episodi isolati di depressione.
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- T ciclotimico. Ottimismo e spensieratezza si alternano a pessimismo e pianto immotivato; iperattività ed intraprendenza sono rapidamente seguite da mancanza di energia, perdita dello slancio vitale, così come l’intenso coinvolgimento in ogni attività e la ricerca di nuovi interessi possono essere seguite da indifferenza, distacco, apatia; l’eccessiva sicurezza, l’intuitività e la creatività cedono il passo a crollo dell’autostima, insicurezza e difficoltà di concentrazione; il bisogno di contatti sociali e l’aumentata loquacità si trasformano in una tendenza all’isolamento ed al mutismo; il ridotto bisogno di sonno in ipersonnia. Tutto questo si traduce in uno stile di vita tumultuoso: sono frequenti cambiamenti del tipo di lavoro, di residenza, di amicizie e di relazioni sentimentali. Circa un terzo sviluppa episodi depressivi maggiori e può essere classificato come disturbo bipolare II e può predisporre all’insorgenza di un disturbo bipolare a cicli rapidi.
- T irritabile. L’individuo si caratterizza per alto livello di energie, collera, aggressività, impulsività, ipercriticità, insonnia, frequenti difficoltà di adattamento sociale e tendenza ad abuso di alcool e sedativi. E’ stato studiato con minore attenzione rispetto ai precedenti e talora è considerato una variante del temperamento ciclotimico.
- T. timido-inibito. L’individuo è caratterizzato da una spiccata sensitività interpersonale e da un’eccessiva timidezza, con frequenti manifestazioni somatiche di ansie in occasione di eventi di separazione. Gli scompensi più frequenti sono costituiti dai disturbi d’ansia, quali la fobia sociale o il disturbo di panico.
Bibliografia:
- Maldonato, Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone, 2008.
(Dottoressa Alice Fusella)
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