Adolescenza (010271)
Aurora, 16 anni
Salve, sono una ragazza di 16 anni, da 6 innamorata del mio prete di 32. Affascinante,
dolce, carismatico...trova sempre le parole più adatte per consigliare
e aiutare gli altri, compresa me. Sono sei anni che mi torturo...l' anno scorso
gli confessai questa cotta nei suoi confronti, lui rispose con la più
tagliente delle armi, l' indifferenza. Avevo perso anche il saluto della persona
alla quale volevo (e voglio ancora) più bene al mondo. Ho sofferto tantissimo,
fino a capire di dover mettere a tacere il mio cuore. Ora tra di noi non si
può dire che ci sia amicizia...lui non credo si fiderà mai più
di me, eppure continua ad aiutarmi, consigliarmi e riportarmi sulla "retta
via". Io preferirei sbandare ma averlo...! Non riesco a provare attrazione
per nessun altro ragazzo, appena un amico si mostra interessato a me, mi chiudo
a riccio perchè so che non potrà mai capirmi come don.... e soprattutto
io non potrò mai amarlo come amo lui. Non ho una vita normale...a volte
mi perdo nei vizi proprio per avere la possiblità di parlare con lui.
Faccio uso di droghe leggere proprio sotto la canonica, lui una volta mi ha
scoperto e parlato, ma a me non basta...io desidero lui! Credo di essere malata!
Vi prego, non cestinatemi!
Gentile Aurora, Non sei malata, non preoccuparti. Tu mi racconti che da quando
hai 10 anni sei innamorata del tuo parroco che al tempo ne aveva 26, ed ora
che ne hai 16 e lui 32 il tuo amore continua. Diciamo il tuo amore, perchè
da quanto racconti lui non ha mai manifestato nè lo stesso sentimento
nè sentimenti simili nei tuoi confronti. Il fatto di perderti nei vizi
mi sembra un modo per poter attirare la sua attenzione, facendoti "salvare",
visto che lui ha scelto un mestiere "salvifico" ovvero quello di sacerdote
di Dio. E' proprio questa condizione che rende il tuo amore paradossale: in
altre parole, hai "scelto" di innamorarti di una persona che per "scelta"
di vita è già "sposata" con la chiesa. Mi sembra che
il tuo amore si basi proprio sulla grande sensibilità di questo sacerdote:
tu dici "nessuno potrà mai capirmi come lui". Mi chiedo quanto
è grande in te la voglia di essere capita, e chi nella tua vita tu pensi
non ti abbia capito. Questo forse renderebbe più comprensibile a te stessa
le radici del tuo amore. Se lui è un angelo, tu giochi a fare il diavolo
tentatore, nella speranza di farlo "cadere" nella (tua) tentazione.
Forse dovresti chiederti che ruolo "giochi" con lui, e da chi hai
imparato a fare così. Certo un elemento da considerare è che tu
giochi a fare il diavolo con un angelo: non è proprio la consapevolezza
che lui non cadrà mai che forse "anche" ti rassicura? Lo ameresti
se lui "cadesse in tentazione" o lo ami proprio perchè lui
non cade? Bada bene, non ti sto giudicando, tutto il contrario: spero solo di
porti delle domande che possano aiutarti a capire la storia che stai vivendo.
Io penso che tu abbia fatto bene a parlare con lui: tu hai scritto "gli
ho confessato la mia cotta", però chi si confessa vuole il perdono,
non credi? Perchè pensi di doverti fare perdonare questo tuo amore? Perdona
me se ti ho posto troppe domande. Se credi che questa storia stia condizionando
negativamente la tua vita, allora non aspettare a chiedere una consulenza ad
un esperto. Potrà sicuramente aiutarti a sciogliere i nodi di questa
storia e a capirla meglio. Cordiali saluti
( risponde il dott. Luca Saita )
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