Adolescenza (013164)
Gianna, 41 anni
Sono felicemente sposata.
Ho due figli, uno di nove anni, l'altro di 13 anni. Io e mio marito abbiamo
sempre cercato di comportarci allo stesso modo con entrambi. Il secondo figlio
ha una marcia in più, nel senso che a scuola, nello sport,e nel 90% delle
cose che fa, ci mette il massimo d'impegno ed è così determinato
che, fin che non ha ottenuto il risultato che si è prefissato, non molla.
A scuola ha un rendimento molto alto e mi è stato detto che è
sopra la media. Il primo figlio invece non sappiamo capirlo e non sappiamo che
cosa fare. A scuola è un disastro, anche nelle materie più semplici
(come musica - disegno). Il primo quadrimestre dello scorso anno aveva due insufficienze
in pagella. Poi il crollo totale. I professori ci hanno chiesto se io e mio
marito ci siamo separati perché in genere questi atteggiamenti li hanno
i ragazzi con problemi in casa. La stessa cosa è nello sport. Negli allenamenti
fa scintille e a volte nelle partite non si sa se è in campo o se è
da un'altra parte. Sembra proprio che stacchi la spina.
Lo scorso anno una prof . ci ha consigliato di portarlo da uno psicologo ma
quando gliene abbiamo parlato è entrato in crisi dicendo "allora
io sono malato" - Gli abbiamo spiegato la differenza tra psicologo e psichiatra
e alla fine abbiamo lasciato stare.
Speravamo che dopo la promozione - per grazia ricevuta - alla classe terza ed
una estate tutto sommato tranquilla, ripartisse con il piede giusto. Niente.
Il primo quadrimestre della classe terza si è chiuso con tantissime insufficienze
e non credo che venga ammesso agli esami (gli abbiamo detto che ripeterà
l'anno, che non c'è niente di male in questo, che però, se così
fosse, logicamente ci dispiacerebbe).
Abbiamo tentato in questi mesi di parlarne con le buone, ci siamo anche arrabbiati,
e siamo arrivati - potrà far ridere la cosa - a togliergli il telefonino
(che sembra sia una cosa fondamentale nella vita); televisione ne guarda ben
poca , computer la stessa cosa. Ci siamo resi disponibili a ripassare e studiare
le materie con lui (io con più fatica perché il mattino lavoro
ed il pomeriggio vorrei seguire i bambini, casa ... in modo diverso -e comunque
il secondo, con questa scusa, viene un po' lasciato in disparte). Se c'è
una qualche difficoltà gli diciamo che deve provare 1, 100, 1000 volte
e metterci il massimo impegno ma lui dice "tanto io non ce la faccio".
Ogni tanto crediamo che sia "comodo" dire così, che non sia
giusto adagiarsi.
La vita è una continua "lotta". Gli dico che il mondo del lavoro
è duro, che studiare è bello anche se può sembrare una
palla mostruosa, che ti rende libero, ti apre la mente e per questo deve impegnarsi
al massimo. E' per lui, per la sua vita; se ci sono difficoltà mamma
e papà sono presenti per aiutarlo. Noi ci siamo fatti la convinzione
- ma può darsi che ci sbagliamo - che soffra in modo bestiale della disparità
tra lui e suo fratello. Ieri ne abbiamo parlato e dice che a scuola fanno cose
difficili, che lui non ce la fa, che non ci "arriva".
Gli ho detto che quello che fanno è tutto in base all'età e che
come dicono i professori, lui ha tutte la capacità per arrivarci ed ottenere
buoni risultati. E' logico che una persona può avere più simpatia
per una materia piuttosto che un'altra, ma non per questo deve
mandare tutto a rotoli. Un'altra cosa è che ci ha raccontato tante bugie
sulla scuola, nel senso che per un periodo fino a quando non è stato
"beccato" da noi e dai professori, falsificava voti e firma. I professori
inoltre dicono che in classe è "assente", segue con discontinuità
le lezioni, mentre durante la ricreazione con gli amici cambia totalmente.Ma
perché così?? Dove abbiamo sbagliato?? Cosa fare?? Grazie.
Gentile Gianna, azzardo una risposta. Sembra che il suo primo figlio abbia trovato
un rimedio contro le stupefacenti capacità del secondogenito. Essere
il peggiore. Mi viene in mente un riferimento biblico, che è quasi ovvio.
Lucifero che invece di voler essere il secondo in paradiso è stato il
primo all'inferno.
Forse il suo primogenito è più intelligente di quanto sembri,
perchè a modo suo è il "primo" nella sua "categoria",
cioè quella dei cattivi. Del resto il fratello minore si è preso
la briga di essere la parte perfetta, il migliore. Tra i due i questo c'è
un perfetto equilibrio. Mi chiedo: quanto è osannato e vissuto come il
migliore il secondo? E' più bello? E' stato più o meno voluto
forse? Provi a fare questa mossa "strategica": dica questo a suo figlio
"Ho parlato con una persona che lavora con le famiglie. Mi ha detto questo.
Che noi dobbiamo considerarti bravo quanto tuo fratello, perchè tu non
volendo essere il secondo per bravura, hai preferito sacrificare le tue capacità
per dimostrarci che sei più intelligente.
Così noi stiamo finalmente più dietro a te. Questo perfino al
costo di perdere degli anni e degli amici di scuola, di passare per stupido.
Pensiamo quindi che oltre che intelligente sei anche molto coraggioso. Ci chiediamo
però se sia astuto essere così ostinati anche contro se stessi".
Cordiali saluti.
( risponde il dott. Luca Saita )
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