Abuso narcisistico in famiglia (1508266960618)
Apocalisse, 38
Cinque anni fa ho perso mia madre di un grave e raro tumore all'intestino.
La sua perdita ha generato un totale disfacimento familiare nonché un dolore inesprimibile in me.
A lei ero molto legata e tutt'oggi fatico ad accettarne la perdita. Progressivamente ho iniziato a comprendere dinamiche malsane che per anni erano state tenute al margine dall'amore di mia madre; donna che pur consapevole di chi avesse sposato, ha comunque scelto di non separarsi da mio padre poiché riteneva fosse il meglio per i suoi figli.
Una scelta che ha pagato aduro prezzo poiché oggi credo che, un tumore tanto raro, non le sia arrivato per caso ma per aver condotto una vita da invisibile accanto ad un narcisista passivo aggressivo, misogeno e svalutante.
Come da copione il rapporto tra noi fratelli é pessimo giacché mio padre ha sempre e solo riconosciuto come persona degna di rispetto, mio fratello. Mia sorella maggiore ed io siamo state "non viste" esattamente come mia madre se non uso funzionale. Lei, mia sorella, é quella che ha subito il danno piú grave.
Il capro espiratorio che tra le altre cose, ha ricordi di un matrimonio fallito che un bambina di soli 6/8 anni non dovrebbe avere. Oggi mia sorella é un utentica narcisista perversa, molto piú abusante di mio padre e terribilmente maligna da non fermarsi dinanzi a niente e nessuno per un suo scopo/vantaggio.
Quanto sopra é quello che ho appreso, a mie spese, dalla mia acuta sensibilitá, dall'osservazione, dalla lettura di testi e artcioli, e solo in ultimo dalla terapia a cui mi sono rivolta quando, stremata al suolo da attacchi di panico, depressione ed ansia, ho capito che dovevo chiedere aiuto. D'altra parte, tutto tornava a tal punto da essere ormai in grado di anticipare/decifrare ogni azione ed intenzione.
Da un anno vivo all'estero e chiamo casa molto di rado. Per brevitá non mi soffermo sugli inutili tentativi di farmi sentire in colpa. Ho fatto passi avanti e non soffro piu di attacchi di panico ma la rabbia e la sete di vendetta che reprimo da troppo tempo verso tutti loro (fratello incluso per non essermi mai stato accanto).
Lui vive al nord Italia da anni; mi divorano con la conseguenza che ho una brutta psoriasi alle mani, sento il bisogno di urinare spesso anche in assenza di cistite, talvolta dormo male e sento come una sorta di astenia generale.
Non riesco a perdonarli e talvolta penso che vorrei solo il peggio per loro. Mio padre, alla soglia dei 74 anni, sta giá raccogliendo tutto il suo fallimento di uomo ma a me non basta. Mia sorella gioca impunita mentre si approfitta di tutto e tutti.
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Cara Apocalisse,
le sue parole comunicano in modo forte e incisivo il bagaglio denso di sofferenza interiore che porta con sé in seguito alla perdita di sua madre, riferendo di una condizione di disagio psicologico accresciuta dalla presenza di dinamiche familiari complesse e disfunzionali, rese ancora più difficili dall’evento del lutto: “Cinque anni fa ho perso mia madre di un grave e raro tumore all'intestino. La sua perdita ha generato un totale disfacimento familiare nonché un dolore inesprimibile in me. A lei ero molto legata e tutt'oggi fatico ad accettarne la perdita.”
La sua narrazione si focalizza sui rapporti conflittuali e sofferti che attualmente ha con il resto della sua famiglia, identificando il fulcro del disagio nella figura paterna che risulta essere problematica. Tale situazione genera in lei evidenti somatizzazioni corporee, come espressione manifesta e sintomatica del suo stato di sofferenza interiore.
A mio avviso, sarebbe molto importante proseguire con un percorso di psicoterapia che la sostenga nel processo di elaborazione del lutto di sua madre e che contestualmente la aiuti in una rielaborazione dei forti stati emotivi che prova nei confronti dei suoi familiari:
“la rabbia e la sete di vendetta che reprimo da troppo tempo verso tutti loro (fratello incluso per non essermi mai stato accanto..”. “Non riesco a perdonarli e talvolta penso che vorrei solo il peggio per loro”.
Gli stati emotivi molto forti che lei oggi avverte sono evidentemente il segnale della sua esigenza di prendersi cura di sé, rielaborando il suo vissuto personale rispetto alle tematiche descritte e curando le ferite interne che le hanno procurato.
Tale lavoro su se stessa potrebbe essere funzionale ad una ridefinizione dei rapporti con i suoi familiari (ad esempio suo fratello a cui rimprovera di non esserle mai stato accanto) e ad inquadrare le persone nella loro realtà (ad esempio contestualizzare suo padre come uomo problematico dal quale sono scaturite altre criticità).
La distanza geografica che, per motivi di lavoro, la separa oggi dalla sua famiglia potrebbe essere vista come una risorsa che, in questo percorso, possa aiutarla a sviluppare una gestione più efficace del suo attuale coinvolgimento emotivo, indirizzandola verso uno stato di maggiore benessere e serenità personale.
Cari auguri
A cura della Dottoressa Arianna Grazzini
Pubblicato in data 28/11/2017
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