Esposto da una psicologa (166226)

Martina, 23 (166226)

 

La mia Storia: Buongiono, mi chiamo Martina ho 23 anni e all'età di 18 anni ho iniziato la mia terapia con una giovane psicologa consigliata da una responsabile del centro giovani, la nostra terapia è andata avanti fino ad un anno fa, io ho deciso di chiudere perché sentivo di provare un sentimento nei suoi confronti, entrambi siamo omosessuali e anche se lei non melo ha mai dichiarato mi ha portato spesso dei libri da leggere che trattavano questo argomento, essendo io poi molto intuita ho tratto le mie conclusioni, ma andiamo oltre, inizialmente lei mi rispondeva ai messaggi provocatori fin quando non abbiamo smesso la terapia.

Non abbiamo mai trattato l' argomento troppo imbarazzante per me ma anche per lei, finito il nostro rapporto io ho iniziato ad avere un forte calo sia psicologico che fisico, ho continuato a cercarla a scriverle sms, ma non ho mai ricevuto risposta le ho chiesto anche di poterci vedere per chiarire, che il suo silenzio mi uccideva e desideravo solo una risposta semplice e chiara, ma questa risposta non è mai arrivata, un mese fa sono andata da uno psicoteraupeta a cui ho spiegato tutto questo, compreso il fattore dei messaggi che non riuscivo a smettere di scriverle, lui mi ha detto che lei non poteva seguirmi per i miei problemi, perché non aveva conseguito il diploma di psicoteraupeta.
Una settimana fa mi arriva una telefonata dalla questura, la mia ex terapeuta mi ha fatto un esposto, mi sono sentita così umiliata, invece di chiarire le cose guardandomi negli occhi ha agito così, inoltre ha inventato cose che non sono vere, che io la seguo, che seguo la sua compagna che neanche conosco.
Credetemi sto così male, ho una rabbia, non capisco perché abbia agito così avevamo un affinità terapeutica fortissima e non solo, adesso mi sento così sbagliata, non ho mai fatto male a nessuno sono una persona buona si lo cercata ma nei miei sms c'era solo tanto amore mai minaccia e mai appostamenti.
Adesso vorrei tanto fare qualcosa segnalare il tutto, non sopporto l' idea che una psicologa invece di parlare con i pazienti si rivolga subito in questura. Vorrei confrontarmi con qualcuno di esperto mi sento così sola e ho tanta paura.

Grazie in anticipo.

 

 

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Gentile Martina, la situazione è piuttosto complicata: ci sono errori da entrambe le parti, da parte sua c'è stata l'ingenuità di rivolgersi ad una persona non qualificata per il lavoro: una cosa è essere psicologi e un'altra è essere abilitati a esercitare come psicoterapeuta, per essere sicuri occorre verificare presso l'ordine degli psicologi della regione se la persona ha i requisiti. Non tutti sanno che per esercitare la professione di psicoteapeuta è necessario seguire un iter formativo lungo e complesso che insegna, fra l'altro a mantenere un certo tipo di distanza dai pazienti. Dall'altra parte la sua psicologa non aveva i titoli per prendere in terapia una persona.
Dopo di che capisco che non è piacevole che la psicologa si sia rivolta alla legge, anche questo è sintomo di una certa inesperienza...Credo che lei dovrebbe evitare in tutti i modi qualsiasi contatto con la "psicologa" e poi verificare presso l'ordine degli psicologi della sua regione se avesse all'epoca della terapia l'abilitazione necessaria e, in caso negativo, comunicare il fatto all'ordine degli psicologi ( trova i riferimenti in rete). La cosa più importante per lei è non avere più a che fare. a nessun titolo con tale persona, altrimenti rischia di rientrare nel reato di stalking il che comporta conseguenze spiacevoli. Credo che potrebbe esserle d'aiuto un percorso con un professionista qualificato, che l'aiuti a comprendere le ragioni profonde che l'hanno condotta a questa sgradevole situazione.
Sperando di esserle stata utile, la saluto augurandole ogni bene.

(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)

 

Pubblicato in data 28/07/2015

 

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