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Autolesionismo e depressione (106889)

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on . Postato in Depressione | Letto 366 volte

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Cindy 17

Gentile dottore/ssa, sono sempre stata una studentessa brillante, una ragazza decisa, circondata da amici, ma negli ultimi due anni la mia vita è cambiata radicalmente. Ho passato degli anni incontrallati, fatti di violenze familiari e non, abusi di alcool e droghe e rapporti sessuali frequenti ed occasionali. Sono insorte crisi d'ansia, ma non ho mai assunto regolarmente i farmaci prescritti, poiché per combattere le mie paure ho comiciato ad autoinfleggirmi ferite e bruciature di sigaretta, azioni che mi permettevano anche di respingere il pianto, che ho sempre considerato "da deboli". La mia maggior paura era rappresentata dall'essere abbandonata da tutti quelli che amavo; questa mi ha portato progressivamente a chiudermi nel silenzio, per non provocare qualche reazione che potesse far arrabbiare i miei amici ed allontarli da me. Il mio appetito si è ridotto drasticamente, con considerevoli conseguenze fisiche ed ho cominciato a soffrire di mal di schiena cronico e di piccole allucinazioni, soprattutto auditive, le quali mi hanno messo addosso la paura di impazzire. A causa di ciò, il mio silenzio è diventato quasi totale ed i miei amici mi hanno progressivamente isolata e poi esplicitamente rifiutata, cosa che mi ha ferita profondamente. Ho smesso di uscire completamente, ho problemi di insonnia e per questo sono perennemente stanca, con risultati disastrosi anche sul mio rendimento scolastico. Ho meditato parecchio anche sull'idea del suicidio; mi sento stupida, inutile ed un totale fallimento come persona. Pensavo di andarmene dalla mia cittadina, lontana da tutti i miei errori, crede che questo possa aiurami? Grazie anticipatamente.

Cara Cindy, no, non credo che andartene possa aiutarti più di tanto. Credo che tu abbia bisogno di prendere in mano la situazione e di risolvere i tuoi problemi e le tue paure. Sembra che tu sia alla ricerca di qualcosa, ricerca che tenti attraverso le sostanze...... ma non credo che tu abbia scoperto ancora di cosa si tratti. Sei anche in profondo conflitto con te stessa, non ti piaci, non sai amarti e questo non solo ti induce comportamenti autolesivi, ma soprattutto fa si che tu non possa nemmeno provare amore per chi ti circonda, creandoti il vuoto intorno. Non è col silenzio e con il ritiro che si tengono stretti a se gli amici, ma viceversa, è donando qualcosa di noi stessi, condividendo e comunicando che si stringono relazioni vere e profonde. Ma ovviamente fintanto che non riesci a dare a te stessa l'amore di cui hai bisogno per nutrirti (la parola non è a caso), non sarà possibile che tu possa farlo verso altre persone. Sarebbe un gran bene per te riusciere ad andare a fondo dei tuoi comportamenti e delle tue problematiche, magari attraverso un percorso psicoterapeutico; e se non ti è possibile, cerca qualcuno con cui confrontarti o leggi libri sull'argomento, in modo da capire cosa ci sia dentro di te che ti costringe a questa eterna battaglia. Non stare ferma e non ti aspettare dagli altri quello che tu stessa non ti sai dare. Se sei alla ricerca di te stessa, o di spiegazioni sull'esistenza o sul mondo, vai fino in fondo, cerca le tue risposte, informati e lavora dentro di te. Invece di tacere dovresti mettere a tacere quella voce che dentro di te giudica e condanna senza pietà. Quando si è alla ricerca, i preconcetti e i giudizi a priori non sono buoni strumenti d'aiuto.

(risponde la Dott.ssa Elisabetta Corberi)

Pubblicato in data 02/12/07

 

 

 

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