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Bulimia (153074)

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on . Postato in Disturbi alimentari | Letto 880 volte

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Emma, 27

 

Gentile Dottore,
sono una ragazza di 27 anni, mamma di un bambino di 4. Cresco mio figlio da sola, studio e mi dedico a lui. Vivo una vita che mi piace anche se, come tutti, ho alcuni rimpianti importanti, mi ritengo comunque una persona molto fortunata, soprattutto perchè libera di sciegliere.
Anni fa mi sono imbattuta casualmente nella bulimia, il peso era un'ossessione; da alcuni anni e all'età di circa 20 anni è comparsa la bulimia che mi ha accompagnato per 3 anni, con effetti disastrosi soprattutto dopo il primo anno.
Poi la gravidanza, anche quella casuale ma ben accolta, il periodo più gioioso della mia vita seguito da una maternità meravigliosa, anche se vissuta a fianco della persona sbagliata.
Dopo due anni ho ripreso gli studi, ho dovuto riingranare, stravolgere le mie abitudini e sottopormi nuovamente ad un tipo di stress cui non ero più abituata.
La paura di fallire è sempre in agguato e così, è tornata in mio soccorso la bulimia.
Quando il panico ha il sopravvento su di me, quando mi rendo conto che il tempo non mi basta o che non lo so sfruttare adeguatamente, apro il frigorifero e il meccanismo riprende da capo, mentre dentro di me giustifico i miei gesti, convincendomi che non lo farò mai più e che se riesco a vomitare tutto ciò che ingerisco allora tutto sarà sottocontrollo.
Nelle ore o nei giorni successivi stò male, ho crampi alla pancia, sono stanchissima e deconcentrata, senza parlare di quando mi guardo allo specchio e mi trovo orribile.
Fino a un anno trovavo la mia immagine riflessa piacevole, mi provavo i vestiti senza timore. Ora non li compro nemmeno più. Senza parlare di quanto mi sento inutile. E' l'unica cosa che voglio rimuovere dalla mia vita ma non ci riesco ed è proprio questo che mi fa paura, perchè sono sempre riuscita a fare ciò che volevo ma non riesco a controllarmi pur sapendo che starò male. La bulimia si è insinuata nella mia vita e se la sta mangiando, non posso andare avanti così.


Cara Emma,
in base a quanto mi racconti sembra che le abbuffate bulimiche avvengano a seguito di una sensazione di ansia per una cosa che non riesci a portate a termine.
In questo senso l'abbuffata sembra una "cura" alla sensazione emotiva di ansia. Nella tua lettera accenni ad un timore relativo al fallimento, quando questo timore si affaccia il metodo che hai studiato per contrastarlo è quello di mangiare. Il mangiare tuttavia peggiora la situazione perchè ti piomba nella situazione di mancanza di controllo che hai ben descritto, a seguito di questo vomiti per riprendere la sensazione di controllo.
A questo punto probabilmente la paura di non farcela a portare a termine il tuo compito e più nello specifico la paura di fallire perde di forza e lascia il posto alla sensazione di paura per il gesto che hai fatto.
Le sensazioni fisiche che hai descritto sono causate dal vomito in quanto sia i cucchi gastrici provocano danni al tratto che dallo stomaco porta alla bocca (esofago/laringe/faringe e bocca), i dolori allo stomaco derivano dallo svuotamento dello stesso, in fine il senso di stanchezza deriva dalla perdita di nutrienti ed elettroliti attraverso l'eliminazione delle sostanze.
Quello che ti consiglio è lavorare sulle origini della paura di fallire, da dove deriva e come è vista in famiglia per esempio; inoltre lavorerei su altri metodi di contrasto della sensazione di ansia che hai descritto (in questo secondo caso l'obiettivo è distrarsi, staccare dal compito per esempio andando a fare una passeggiata o facendo un'attività piacevole, tanto in quella condizione non ce la fai lo stesso a portare a termine il compito).
Questo lavoro credo che in parte lo puoi fare da sola in parte accompagnata da un aiuto esperto. Ti consiglio un intervento cognitivo-comportamentale.
Saluti, Mirko Dai Prà.

 

(Risponde il Dott. Dai Prà Mirko)

Pubblicato in data 23/10/2012

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