Aggressivita' infantile (006567)
Claudia, 58 anni
Sono nonna di una nipotina di circa 3 anni che seguo ogni giorno.I genitori
lavorano fino a sera tardi e soprattutto la mamma che è mia figlia è
angosciata e fortemente depressa perchè la bimba la cerca sempre, quando
invece la mamma c'è, non le obbedisce, se la mamma insiste si arriva
ad escandescenze della mamma e anche a sculacciate o schiaffi, e a calci e morsi
dalla bimba.Io sto vivendo uno stress continuo, viviamo in case separate, ma
adiacenti. Il papà della bimba asserisce che si devono usare 'le maniere
forti' e le usa. La bimba è sempre cresciuta in un ambiente sano, sereno,
ricco di stimoli, ha frequentato un anno di asilo nido di grande qualità
, dove si è trovata benissimo. Non ci sono episodi di comportamento aggressivo
del genere con i coetanei.
La bimba non ha questi comportamenti con noi nonni e io sento l'ostilità
di mia figlia verso di me, perchè pensa che sia io che 'gliele do tutte
di vinta'.Poi una notte sì e una no viene da me a piangere perchè
si sente in colpa quando la picchia, io la consolo e le spiego che è
un mestiere difficile che devono entrambi armarsi di pazienza e dialogare, non
imporre, devono scendere ( o salire?) a livello della bimba e cercare di risalire
al vero perchè.
Ma ormai siamo al punto che impediscono alla bimba di venire a farsi consolare
dalla nonna.E io il giorno dopo devo ricostruire. Ora io proverò a spiegare
come sono passati questi primi 3 anni.
La bimba è stata con me fin dal primo mese, poichè mia figlia
svolge una professione autonoma, con grande fatica per riuscire ad allattarla
e con esaurimento nervoso costante della mamma. I genitori non sono mai riusciti
ad organizzare una autonoma vita a tre. Io ho sempre pensato a tutto, compresi
pasti, faccende ecc..La bimba è cresciuta con me, ma sempre al parco,
a giocare e socializzare con altri. Io sono assolutamente contraria a metodi
coercitivi , se non in casi di pericolo per la bimba. Sono fin qui sempre riuscita
a ragionare ed a inventarmi esempi, favole , situazioni per fare passare delle
regole e dei paletti necessari e ce l'ho fin qui fatta. La bimba è intelligente,sensibile
oltre misura, ma vuole una autonomia che affatica molto le persone che la seguono,
infatti anch'io sono molto affaticata e tutto questo stress non mi giova.
Ho consigliato mamma e papà di parlare con uno specialista di bambini
ma è un muro. Vede, io sono convinta di una cosa, probabilmente io ho
ho letto troppe cose quando ero in gravidanza, ma il problema educativo non
ho mai pensato che nè mamma nè papà ce l'abbiano nel D.N.A.
Penso invece che bisogna rapportarsi con l'amore e con la consapevolezza e applicare
alle situazioni concrete comportamenti sensati. Il muro contro muro non serve
: impedisce il dialogo e il comune ragionamento e soprattutto bisogna evitare
frasi come 'io faccio di tutto per trovare il modo di stare conte e tu mi tratti
così'.
Grazie dottore, per avermi ascoltata, non pretendo certo che lei risolva i miei
problemi, ma forse avrà visto nonni in difficoltà come noi e qualche
suggerimento per meno soffrire tutti ce lo potrà dare , soprattutto dalla
parte della bimba.
Nel suo racconto ritrovo molti elementi interessanti.
La sua analisi della situazione è fondamentalmente corretta e anche i
riferimenti ai metodi educativi sono giusti. Si può educare essenzialmente
con la comunicazione e l'ascolto, certamente non con i metodi costrittivi che
appartengono a una pedagogia autoritaria che ha sempre causato ferite nell'animo
dei bambini e danni nella loro crescita.
La nipotina di 3 anni, probabilmente, reagisce aggressivamente alle carenze
affettive provocate dai periodi di assenza della madre. Per un bambino, anche
le ore diventano delle lunghe attese e sono vissute con angoscia come vere e
proprie separazioni. E se anche al ritorno, la madre cerca di ricostituire il
rapporto, l'assenza e l'attesa hanno provocato un distacco affettivo: ecco il
perché della risposta aggressiva. Se non si comprende questo, diventa
difficile spiegarsi i motivi del comportamento di rabbia.
Occorre aiutare la bambina a parlare dei sentimenti che prova quando la mamma
non c'è e ricostruire una vicinanza che si è perduta nel tempo.
A questo lavoro deve partecipare anche la figura paterna, costituendosi maggiormente
come una figura di riferimento affettivo.
( risponde il dott.Renato Vignati)
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