La Sindrome di Stendhal
Patologia psicosomatica, caratterizzata da un senso di malessere diffuso provato di fronte alla visione di opere d’arte di straordinaria bellezza.
La Sindrome di Stendhal, comunemente nota come Sindrome di Firenze (città in cui si è spesso manifestata) è una patologia psicosomatica, caratterizzata da un senso di malessere generale, sperimentata da soggetti di fronte alla visione di affascinanti opere d'arte o paesaggi naturali.
Il termine venne coniato per la prima volta dal noto scrittore francese Sthendal, il quale, nella sua opera “Roma, Napoli e Firenze” del 1817, descrisse gli effetti di questo disturbo, sperimentato in prima persona, durante una visita della Basilica di Santa Croce a Firenze.
Tipicamente, la patologia viene riscontrata in soggetti di sesso maschile di età compresa tra 25 e 40 anni, con un alto livello di istruzione scolastica.
Tali individui, essendo estremamente sensibili, emotivi e suggestionabili, sperimentano, di fronte a opere o paesaggi di straordinaria bellezza artistica, una sensazione di malessere diffuso,seguita da una sintomatologia fisica (palpitazione, tachicardia, vertigini e capogiri) e psichica (senso di irrealtà, depersonalizzazione, allucinazioni).
In base alla gravità della sintomatologia, possono essere individuate tre differenti tipologie di disturbo:
- La prima identificabile con crisi di panico e ansia somatizzata. I soggetti sperimentano una sintomatologia fisica e psichica caratterizzata primariamente da: palpitazioni, difficoltà respiratorie, dolore toracico, sensazione di svenimento e sviluppo di un vago senso di irrealtà. Tali condizioni portano ad avvertire nei soggetti un improvviso bisogno, di tornare nella propria terra e di parlare la propria lingua.
- La seconda riguarda i disturbi dell’affettività. In questo caso la Sindrome si manifesta con stati di depressione, crisi di pianto, sensi di colpa e di angoscia, o al contrario stati di sovraeccitazione – euforia, esaltazione di sé.
- La terza si caratterizza per i disturbi del pensiero, con alterata percezione di suoni e colori. Il soggetto percepisce un senso persecutorio da parte dell’ambiente circostante.
A differenza della altre due tipologie, quest'ultima si manifesta frequentemente in persone che in passato hanno presentato segni di scompenso psicopatologico.
Le diverse teorie psicoanalitiche rilevano che i soggetti, affetti da tale sindrome, sperimentano, in maniera automatica e involontaria, sentimenti di invidia per ciò che è bello e un forte desiderio di impossessarsi dell’opera. Le reazioni neurovegetative e i malesseri psicosomatici si verificano poiché i soggetti si sentono inermi di fronte alle incantevoli opere artistiche.
Dal punto di vista neurobiologico, il neurologo Semir Zeki, ha fornito importanti delucidazioni in merito alle reazioni cerebrali e neuronali riportate dai pazienti durante la visione e l’ammirazione di una rappresentazione artistica.
Secondo l’autore, ogni soggetto è dotato di un "cervello artistico"; da ciò ne consegue che ogni volta che ammiriamo un opera d’arte il nostro cervello non si limita a fare da spettatore alla visione dell'opera, ma ricostruisce e rielabora l'immagine appena osservata.
Infatti, alcuni studi, mettono in evidenza come, primariamente i soggetti affetti da questa patologia,di fronte ad un opera di valenza artistica, sperimentano forti stimolazione a livello:
- di regioni cerebrali (amigdala, gangli della base, ipotalamo, lo striato ventrale e la corteccia orbito frontale) deputate al funzionamento della memoria emotiva, dell’emozione, della sfera affettiva e volitiva, della pianificazione ed esecuzione motoria, dell’umore e della regolazione neuroendocrina.
- dei neuroni a specchio: il fattore che favorisce l’esordio della patologia è dovuto dall’azione esagerata di questi circuiti neuronali. Tale eccitazione neuronale si verifica quando i soggetti ricevono numerosi input mediante il senso della vista.
Attraverso l’azione neuronale di questi circuiti si origina un meccanismo definito simulazione incarnata. Tale fenomeno mette in evidenza come l'osservazione di un'opera d'arte potrebbe teoricamente generare nell'osservatore in maniera automatica, non consapevole i medesimi stati emozionali consci e inconsci che l' autore ha voluto più o meno consapevolmente esprimere, tramite la rappresentazione dell’opera.
E' opportuno, in relazione alla gravità della sintomatologia, presentata dai soggetti, prenere in considerazioni diverse strategia e avvalersi di trattamenti adeguati.
Oggi possiamo riscontrare nell'ambito clinico e terapeutico due tipi di trattamento:
- Farmacologico: somministrazione di antidepressivi, ansiolitici, stabilizzatori dell’umore e neurolettici;
- Psicoterapico: Psicoterapia cognitiva – comportamentale, Psicoterapia familiare, Psicoterapia di gruppo, Psicoterapia psicodinamica
Per approfondimenti
- www.benessereblog.it
- www.torrinomedica.it
- www.psicologo-milano.it
- www.wikipedia.org
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
Tags: depersonalizzazione malessere sensi di colpa crisi di pianto patologia psicosomatica opera d'arte allucinazione senso di irrealtà euforia