La legge 107 del 2015 denominata “la buona scuola” è balzata agli onori della cronaca negli ultimi mesi.
Le semplici parole con cui è stata designata la legge sono state scelte con cura, in quanto sono di facile comprensione per tutti ma racchiudono una realtà molto articolata.
La scuola, infatti, non è un’istituzione astratta ma è un sistema complesso e, “come tutti i sistemi complessi, … è costituita da un grande numero di elementi semplici, interconnessi fra loro, in molteplici modi e con dinamiche non lineari; il comportamento dei singoli elementi risulta generalmente ben definito, prevedibile, ma dalla loro interazione può emergere un comportamento globale diverso, difficile da interpretare. Un sistema complesso opera in modo che non si può spiegare come somma delle sue parti, e quindi neanche scomponendo le parti per un’analisi delle varie componenti, ma richiede un approccio sintetico globale. L’esperienza di tutti gli operatori, personale Ata, docenti e di tutti i dirigenti ci dice che la scuola è una somma di variabili fortemente dipendenti ed interconnesse, che interagiscono fra loro, cambiando il peso, l’influenza effettiva dei vari fattori” (Ferretti, L., Chiappa, I., 2013).