Non ho padre
Non ho madre
Non ho famiglia
Non ho casa
Non ho lavoro
Non ho documenti
Non ho vita
Sono morto due anni fa
Questo è solo il mio corpo
Non c’è più l’anima
Non c’è più vita.
Sono le parole di un rifugiato, che ho raccolto e trascritto, perché mi sembra esprimano meglio di quanto possa farlo io quello che è lo stato d’animo di un rifugiato.
Che egli arrivi dall’Afghanistan, piuttosto che dal Mali, dal Gambia, dalla Siria o dall’Eritrea, queste sono le emozioni che ognuno di loro, a modo suo, ci trasmette.