Trattamento delle fobie
Le fobie non richiedono necessariamente un trattamento a meno che la paura non impedisca ai soggetti di lavorare, svolgere attività quotidiane necessarie o avere rapporti interpersonali sani
La maggior parte delle forme di questo disturbo d'ansia sono curabili. Tuttavia, nessun singolo metodo di trattamento funziona per tutte le fobie.
Quando si ricerca un trattamento, i metodi o le strategie esatte che lo psicoterapeuta utilizza per favorire un ritorno allo stato di benessere possono variare.
Nel presente articolo si andranno pertanto a delineare alcuni tipi comuni di psicoterapia per trattare le fobie.
Terapia cognitivo-comportamentale per le fobie
La terapia cognitivo-comportamentale, consente all'utente di gestire le proprie paure attraverso un lavoro mirato al cambiamento graduale del modo di pensare.
Si basa cioè sull'interconnessione di pensieri, credenze, sentimenti e comportamenti. Un soggetto che presenta una fobia crede che la situazione temuta sia intrinsecamente pericolosa.
Questa convinzione porta a pensieri automatici negativi che si verificano non appena ci si espone alla situazione temuta, ed i pensieri automatici portano così ad una reazione comportamentale fobica.
Potrebbero essere necessarie diverse sessioni di terapia cognitivo-comportamentale per contrastare questo modello di pensiero.
Per fare ciò, lo psicoterapeuta può aiutare l'utente a superare la paura dei cani, ad esempio, con passaggi terapeutici incrementali.
Un piano di trattamento potrebbe quindi includere la prima lettura sui cani, successivamente guardare un film per cani e infine portare l'utente a giocare con un cucciolo innocuo.
Le tecniche comunemente usate nella psicoterapia cognitivo-comportamentale attingono dalle scuole comportamentiste, dalla teoria dell'apprendimento così come dalle scuole cognitiviste.
Terapia di gruppo per aiutare ad alleviare le paura
La psicoterapia cognitiva-comportamentale è un tipo comune di terapia di gruppo per le fobie, sebbene molte forme di terapia utilizzino questo metodo.
Spesso possono quindi essere predisposti dei seminari, la cui durata può essere di un'ora o più giorni.
Un gruppo di persone con la paura di volare, per esempio, potrebbe riunirsi in un hotel aeroportuale per il fine settimana, il cui scopo potrebbe essere quello di impegnarsi in una serie di lezioni di psicoeducazione e sessioni di esposizione all'interno dell'aeroporto.
La psicoterapia individuale
La psicoterapia individuale consente al terapeuta e al cliente di concentrarsi l'uno sull'altro, costruendo un rapporto e lavorando insieme per risolvere il problema del cliente.
Tuttavia, la psicoanalisi e le relative terapie possono progredire per mesi o addirittura anni, mentre brevi terapie coma la psicoterapia cognitiva-comportamentale possono produrre risultati in poche sedute.
Rispetto a ciò, è bene comunque precisare che qualora l'origine della fobia fosse da ascrivere ad eventi infantili avversi, sarebbe auspicabile un lavoro più profondo che non miri esclusivamente alla risoluzione del sintomo, al fine di evitare potenziali ricadute.
Psicoterapia familiare e trattamento farmacologico
Qualora il terapeuta ritiene che la situazione familiare possa contribuire allo sviluppo o alla progressione della fobia, allora potrebbe suggerire un approccio familiare come parte di un piano di trattamento.
Un'applicazione particolarmente comune della psicoterapia familiare pone il terapeuta nel ruolo di facilitare uno o più sessioni di comunicazione tra i membri della famiglia.
La psicoterapia familiare è infatti una parte comune dei piani di trattamento per i bambini che presentano forti disturbi d'ansia e fobie.
Infine, dal punto di vista medico, un buon psicoterapeuta potrebbe suggerire all'utente di rivolgersi ad uno psichiatra per la prescrizione di farmaci.
Questi solitamente vengono prescritti quando è presente una fobia sociale, piuttosto che la semplice paura di un oggetto o situazione specifica.
Tra i farmaci che possono essere prescritti vi sono i Beta-bloccanti, il cui scopo è ridurre gli effetti dell'adrenalina, gli antidepressivi, che agiscono sui neurotrasmettitori serotoninergici, ed infine i sedativi volti a generare rilassamento e ridurre le risposte ansiogene.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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