La solitudine: sofferenza e possibilità
Nella nostra società la solitudine occupa uno spazio sempre maggiore ed è perciò necessario comprenderne gli effetti sia positivi sia negativi
“La solitudine fa maturare l'originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l'assurdo e l'illecito”.
Thomas Mann, 1912.
La solitudine dunque, come risorsa, come bisogno di ritrovare noi stessi, la nostra emotività, il nostro lato più artistico, ma anche al contempo, solitudine come fuga e distacco dalla realtà e dalle difficoltà.
Esiste dunque una solitudine sana, positiva e che va ricercata ed un’altra legata invece ad un condizione di profondo malessere, oggi purtroppo sempre più diffusa ad ogni fascia di età.
Bambini che hanno sempre più difficoltà a socializzare e giocare insieme, vittime del consumismo, dei giochi elettronici, cellulari ed altro. Adulti chiusi nel loro isolamento ed egoismo ed anziani sempre più soli.
I dati ci confermano che è un fenomeno in continuo aumento. E’ una condizione umana che genera profonda sofferenza e si accompagna spesso a stati d’animo depressivi e di disperazione.
Un tempo era considerata un privilegio di artisti, intellettuali e poeti.
Oggi purtroppo il male del secolo al quale diventa difficile sfuggire. Ma la vera solitudine, non è soltanto quella data dallo stare fisicamente soli, è qualcosa di ben più profondo e radicato, una nostra dimensione intima ed interna che ci portiamo dentro anche quando siamo in mezzo ad una folla.
Per cogliere meglio il fenomeno si può far riferimento a Bauman che ha spiegato il concetto di modernità liquida e solitudine del cittadino globale (nel libro "La solitudine del cittadino globale"), dove i legami tra le persone si sono “liquefatti” sono diventati effimeri, fugaci e precari.
Il risultato di tutto ciò è che gli individui sono afflitti dalla solitudine.
Nella società contemporanea, l’individuo è centrato esclusivamente su se stesso ed è così diventato egocentrico ed egoista. Viviamo in una epoca storica dove i rapporti sono “liquidi” e la modernità ha prodotto smarrimento e paura ed ha preso il posto della fiducia e della condivisione, pervasi da un vuoto che non è soltanto esterno ma che corrisponde ad un svuotamento anche interiore.
Instabilità, disorientamento, malessere, precarietà ed estraneità sono solo alcune delle conseguenze possibili.
Articolo a cura della Dott.ssa Elisa Caponetti
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