Ricordi, sogni, riflessioni (Jung 1961) - I parte
[…] Dopo la rottura con Freud cominciò per me un periodo di incertezza interiore, anzi un disorientamento. Mi sentivo letteralmente sospeso, poiché non avevo ancora trovato un punto d’appoggio. Avvertivo soprattutto la necessità di assumere un nuovo atteggiamento verso i miei paziente. Risolsi, per il momento, di non fondarmi su presupposti teorici, ma di stare a sentire ciò che mi avrebbero detto essi stessi. Mi proposi così di affidarmi alla sorte. Il risultato fu che i miei pazienti mi venivano a riferire spontaneamente i loro sogni e le loro fantasie, e io mi limitavo a chiedere: “Che cosa vi viene in mente in rapporto a ciò?”, o “Come lo spiegate?”, “Da che cosa deriva?”. Sembrava che le interpretazioni scaturissero da sole dalle spiegazioni e dalle associazioni dei pazienti. Evitavo ogni presa di posizione teorica, e mi limitavo ad aiutarli a capire le immagini oniriche da soli, senza applicare regole […] (p.212)
[…] La prima cosa che venne alla superficie fu un ricordo dell’infanzia, di quando avevo dieci o undici anni. A quell’epoca avevo una gran passione per i giochi di costruzione. Ricordavo ancora chiaramente che avevo costruito casette e castelli, e portali e archi a volta poggiati su pilastri fatti di bottiglie; e qualche tempo dopo mi ero servito anche di pietre vere e proprie, usando il fango come calcina […] (p.215)
[…] Tutte le mie opere, tutta la mia attività creatrice è sorta da quelle iniziali fantasie, e dai sogni che cominciarono nel 1912, circa cinquanta anni fa. Tutto ciò che in seguito ho fatto nella mia vita era già contenuto, anche se dapprima solo in forma di emozioni e di immagini […] (p.236)
[…] Gli anni più importanti della mia vita furono quelli in cui inseguivo le mie immagini interne. In quegli anni si decise tutto ciò che era essenziale; tutto cominciò allora. I dettagli posteriori sono solo complementi e chiarificazioni del materiale che scaturì dall’inconscio, e che da principio mi travolse nelle sue onde: ma fu esso la materia prima di un lavoro che durò tutta la vita […] (p.244)
Jung C. G. (1961), Ricordi, sogni e riflessioni, a cura di A. Jaffè, tr. It. Rizzoli, Milano, 1978.
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