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Adaptive Information Processing (AIP)

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on . Postato in Le parole della Psicologia | Letto 5579 volte

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Secondo questo modello, per conferire senso agli stimoli in entrata, le nuove esperienze vengono assimilate all’interno di preesistenti network mnestici.

Adaptive Information Processing AIP

 

Come se, ad esempio, teniamo in mano un cucchiaio abbiamo bisogno di una precedente esperienza di cucchiaio per sapere cosa farne, così l’esperienza di un amore finito male viene immagazzinato nelle reti mnestiche relative alle relazioni entrando a far parte delle conoscenze di base in termini di aspettative e di potenziali segnali di allarme che possono mettere in guardia la persona.

In condizioni di salute e normalità, quando un’esperienza viene elaborata, viene metabolizzata , “digerita”, immagazzinando ciò che è utile con le emozioni ad esso associate, così da diventare una guida per le esperienze future.

Il modello dell’Adaptive Information Processing (AIP) ipotizza che la patologia si determini quando esperienze non elaborate vengono immagazzinate all’interno della rete neurale senza che si possano collegare a qualcosa di maggiormente adattivo.

Perciò la persona può avere migliaia di contro esempi o andare in terapia, avere a disposizione delle ristrutturazioni, delle alternative ed esempi di successo, senza modificare le emozioni associate ai fallimenti personali disturbanti.

Secondo il modello ciò avviene perché le nuove informazioni, le esperienze positive e le emozioni non riescono a collegarsi al network in cui è immagazzinato il materiale che non è stato elaborato.

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 Ad esempio un bambino può cadere dalla bicicletta e piangere, ma con sostegno e cure adeguate la paura passa e il bambino può imparare cosa è necessario fare per andare in bicicletta evitando di cadere. In alcuni casi, però, i bambini iniziano a manifestare ansia rispetto all’andare in bicicletta e il disagio non diminuisce. La persistenza del disagio indica che il sistema di elaborazione del bambino ha immagazzinato l’esperienza senza elaborarla fino a raggiungere una soluzione adattiva.

In questo caso l’andare in bicicletta evocherà nel bambino i sentimenti legati alla caduta piuttosto che richiamare a livello cosciente il piacere dell’andare in bicicletta o il dolore passeggero. L’evento rimarrà “congelato” nel tempo, associato a paura e dolore. Questo aspetto sarà la base per risposte disfunzionali o inappropriate ad eventi simili; diventerà, quindi, un evento di riferimento per qualsiasi esperienza ad esso associabile.

Un fallimento nell’elaborazione fa sì che i ricordi negativi rimangano “caldi” e suscettibili di poter essere riattivati in qualsiasi momento e prevalentemente rispetto ad altri eventi positivi che potrebbero essere presenti nel network mnestico.

Di conseguenza, a prescindere dal numero di esperienze positive che si susseguono nel corso della vita, gli eventi precoci non elaborati possono porre le basi per un senso di identità e di autoefficacia impoverito.

In sostanza, le emozioni, le sensazioni e la prospettiva di questi eventi riemergono e colorano la percezione attuale del passato della persona spingendola a risposte inadeguate nel presente.

Inoltre, questi problemi non si limitano solo a traumi eccezionali e quindi il campo di applicazione è molto più ampio del semplice Disturbo Post Traumatico da Stress come si pensava inizialmente.

Il modello dell’Adaptive Information Processing (AIP) è alla base della vasta gamma di applicazioni dell’EMDR.

 

BIBLIOGRAFIA:

  F. Shapiro, F.W. Kaslow, L. Maxfield. Manuale di EMDR e terapia familiare. Edizioni Ferrari Sinibaldi, 2011.

 


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Tags: PTSD percezione elaborazione rete neurale EMDR

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