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on . Postato in Disturbi alimentari | Letto 1639 volte

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le risposte dellespertoAlbani, 18

 

D

Ciao!Sono una ragazza di 18 anni.

Vi scrivo per avere un consiglio riguardo alla mia situazione. Ormai è da 3 anni che ho disturbi alimentari.

Tre anni fa facevo uno sport a livello agonistico e seguivo una dieta dimagrante; inoltre ero stressata perché stavo decidendo se intraprendere o meno un anno di esperienza all'estero; infine nello stesso periodo ho affrontato una situazione particolarmente difficile a casa ( mio papà era violento e aggressivo) .

Così ho iniziato a sfogarmi nel cibo. Ho avuto più episodi di bulimia, senza che nessuno sospettasse nulla.

Un giorno decisi di dirlo a mia madre e da quel momento le cose sono migliorate ma non sono mai andata da un esperto.

Nel frattempo scelsi di partire per la mia esperienza all'estero, e andai da un nutrizionista siccome mia madre era preoccupata di mandarmi lontano senza la "garanzia " che io mangiassi bene.

Una volta partita non ho più avuto alcun problema di alimentazione ( ero molto attenta ) , finché la situazione lì è diventata difficile: non uscivo mai, la gente era difficile da conoscere e avevo pochi amici, inoltre non mi trovavo più bene nella mia famiglia ospitante e ho dovuto farmi in quattro per cambiarla .

In questo momento di grande difficoltà , sola all'estero, ho ripreso a mangiare in maniera compulsiva, non ero più bulimica. Mi abbuffavo e basta.

Fortunatamente ho trovato poi 2 amiche che mi hanno aiutato a stare meglio. Comunque tornata in Italia avevo preso 10 chili. Il ritorno è stato un po' traumatico da tutti i punti di vista, peró ero contenta di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici.

Ho perso qualche chilo da subito senza sforzi. Però ero cambiata. L'estero mi aveva cambiata: non avevo più voglia di praticare lo sport fatto con tanta passione precedentemente per esempio e questo metteva in dubbio la mia identità ( lo sport era tutto per me prima).

Comunque socialmente ho molti amici , nonostante qualche litigio acceso il rapporto con mio padre è migliorato e io sono riuscita a perdonarlo per l'episodio di 3 anni fa in cui mi ha picchiata. eppure continuo ad alternare momenti in cui sto molto bene a momenti in cui mi sento davvero uno schifo e tutto diventa insensato ( faccio persino fatica ad alzarmi dal letto la mattina).

L'alimentazione era migliorata però ogni tanto sprofondo nell'qbisso e mi abbuffo di qualunque schifezza riesco a trovare. così siccome mi vedo più gonfia e mi sento sconfitta entro in uno stato di schifo nei miei confronti, perdo vitalità e non voglio vedere nessuno.

Come pensate che debba fare per uscire definitivamente da questa brutta situazione?

Grazie mille per il vostro tempo e disponibilità

 


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R

Gentile utente
"noi siamo ciò che mangiamo", afferma Feuerbach un famoso filosofo tedesco. Tralasciando le derive filosofiche a cui conduce questo concetto prendo in prestito l'affermazione per riflettere su alcuni aspetti psicologici dell'alimentazione.

Il cibo non è solo un nutriente essenziale alla nostra sopravvivenza ma è anche un canale comunicativo intimamente collegato con il nostro centro emotivo.

Il rapporto cibo-emozioni nasce sin dalle primissime ore di vita e sorregge forti valenze psicologiche per l'intera esistenza della persona.

Il cibo infatti risponde a dei bisogni fondamentali a livello psichico che sono quelli della cura, dello scambio con l'altro da sé e con il mondo esterno e il bisogno di affetto.

Se nel processo di educazione alimentare del bambino intervengono degli intoppi compare, come lei ben descrive, una difficoltà a distinguere tra bisogno fisiologico e altre emozioni o sensazioni legate allo sconforto e alla tensione.

Un percorso psicoterapeutico con un esperto del settore diventa funzionale alla comprensione e alla rieducazione del suo personalissimo rapporto con il cibo determinato dalla sua unica e irripetibile narrazione di vita.  
Le auguro buona fortuna.
Un caro saluto
Dr.ssa Valentina Bonaccio

 

(A cura della Dottoressa Valentia Bonaccio)
 
Publicato in data 11/05/2016
 

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Tags: sconforto bulimia esperienza nutrizionista fatica vitalità bisogon d'affetto

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