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Arroccamento e rabbia di un adolescente al Test del Villaggio

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Un caso clinico di un adolescente "arrabbiato", studiato attraverso il Test del Villaggio e illustrato dal Dottor Luca Bosco

un caso di rabbia indagato con il test del villaggioOscar ha 14 anni e ha perso il papà quando ne aveva sei, a causa di un incidente stradale. Fin da subito, secondo la madre, Oscar ha manifestato una forte rabbia:

  1. verso il papà («Se e morto e colpa sua, non e stato attento»;
  2. verso l’investitore («Devono arrestare il signore che ha investito papà, cosi anche suo figlio capisce cosa vuol dire stare senza padre»;
  3. verso Dio, trincerandosi dietro un forte razionalismo (ora dice di essere ateo).

Tale rabbia, pero, nel corso del tempo, non ha trovato una via di espressione o di elaborazione, ed e stata per lo piu rimossa, tanto da non essere riconosciuta al momento attuale da Oscar.

Egli si e chiuso sempre di piu, impedendosi di sentire il dolore, ma anche di provare altri tipi di sentimenti ed emozioni. Non ha amici, e passa la maggior parte del tempo in cui non e impegnato a scuola, a giocare con videogames a tematica bellica.

Oscar sostiene di volersi arruolare nell’esercito, appena raggiunta la maggiore età, e partecipare a qualche “missione di pace”. Si interessa alla geopolitica estera, in particolare delle zone di guerra, visita siti web dell’esercito, di elicotteri, di armi, e porta spesso il materiale in seduta. Solitamente molto chiuso e taciturno, quando tratta di questi argomenti si rianima, proiettandosi in un futuro da soldato. La visione del mondo militare è però asettica, come quella mutuata dai videogiochi; non sembra cogliere la reale complessità e distruttività della guerra, la sofferenza e la morte delle popolazioni coinvolte. Osserva la guerra dal punto di vista del militare che va a fare un intervento chirurgico, senza grossi rischi da parte sua, estirpando il “male”, senza provocare altri danni e conseguenze.

Oscar manifesta diverse paure e fobie: senza essere accompagnato non attraversa la strada, non va a scuola, non si concede svaghi, non va al supermercato, in edicola o nella pizzeria sotto casa. Inoltre, negli ultimi anni manifesta la fobia del mare, perche teme di essere divorato dagli squali. Gli stessi film di guerra, forse perche piu realistici dei videogiochi o perche narrano una storia e le vicende di qualche persona realmente esistita, lo spaventano molto e lo portano ad avere incubi durante la notte (per una trattazione piu esaustiva del caso, si rimanda a: Bosco, 2018).

 

Test del villaggio

 

Arroccamento e rabbia di un adolescente al test del villaggio

 

Elementi dall’inchiesta

Prima impressione: Mi ricorda Firenze, con Palazzo Ducale e il Duomo, con la campagna intorno.

Il castello era abitato? No, era il municipio della città. C’era il sindaco.

C’e qualche edificio significativo? Il negozio tipo quelli in America, dove vendono le armi. E poi il castello. Perche e l’edificio piu significativo? A me piacciono le armi.

Ho notato che non hai messo gli animali selvatici. Lo hai fatto apposta? Non li ho messi perche a Firenze non ci sono. Ho messo solo gli animali da fattoria.

Ho notato che non ci sono persone. Secondo me non ci stanno bene, perche sono troppo grosse. Gli animali andavano bene, ma le persone no.

Storia

Siamo a Firenze, pero non in questi giorni. Nel 1500, nel Rinascimento. Lorenzo il Magnifico, il Signore di Firenze, decide di fare la guerra contro Venezia, cosi tutti i soldati vanno nel negozio di armi e comprano le armi. Inizia la guerra. I feriti li portano all’ospedale. Poi non succede nulla. La guerra va in pareggio. Quindi e stata una guerra inutile. Poi Lorenzo il Magnifico decide di non fare piu guerre.

Elementi dall’analisi del villaggio

Il villaggio di Oscar e realizzato esclusivamente attraverso linee rette; e chiuso e spigoloso, c’e una forte dose di controllo, il tentativo di raccogliersi attorno ad un nucleo, arroccandosi in maniera difensiva, e lasciando molti spazi vuoti all’esterno. Inizia la sua costruzione accorpando chiesa e castello, forse a ricostituire la coppia genitoriale, quale centro attorno a cui costruire la propria identità. Il corpus centrale e posizionato in CM, la zona dell’Io, del contenuto psicologico attuale. Il sindaco nel castello puo rappresentare l’istanza superegoica, che controlla, giudica e indirizza il comportamento.

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La parte strutturata del villaggio e costituita da una doppia cinta a difesa del castello e della chiesa. Le parti interne ed intime sono preservate da questa solida difesa. La configurazione psichica al test del Confine del Se (Sapora, 2012) al quale rimanda immediatamente questo villaggio, e “Corteccia”, caratterizzata da una barriera praticamente impenetrabile, che realizza la piu marcata separazione tra dentro e fuori e tra le parti interne. Essa garantisce la massima protezione da tutto cio che di pericoloso potrebbe penetrare dall’ambiente interno ed esterno. Vi e dunque, nel soggetto che sceglie questa configurazione, una priorità nel difendere il proprio spazio interno dalla possibilità di essere invaso da “ospiti” (pensieri, emozioni, vissuti) indesiderati e ingombranti; un rimanere barricati nelle proprie difese, un timore di “essere scoperti”. Cio ovviamente comporta che la dimensione caratteristica sia l’isolamento. Inoltre, la costruzione occupa uno spazio limitato del tavolo, con attorno molto vuoto, ad ulteriore conferma della condizione di arroccamento. L’omissione delle persone, infine, sottolinea la distanza dagli altri, l’assenza di relazioni significative, il senso di isolamento e di vuoto che lo pervade. All’inchiesta Oscar razionalizza l’omissione, sostenendo che le persone sono troppo grosse rispetto agli altri pezzi. In un certo senso e come se sentisse il peso delle relazioni; gli altri sono percepiti come troppo grandi e ingombranti, rispetto allo spazio che egli e disposto a concedere loro.

Elementi dalla psicodiagnosi

Al Rorschach emerge una Risonanza Intima di Tipo Coartativo (1/0,5), numerose risposte Dbl,

come tendenza oppositiva o espressione di un vissuto abbandonico e di angoscia del vuoto: Choc alla tav. VII, da lui intitolata «Solitudine» alla “pinacoteca associativa”, con una caduta formale (F–) e un contenuto Mutilazione. Il numero di Banali e basso (2), cosi come l’F+% (56%) e diverse risposte rimandano a contenuti ansioso-aggressivi: «Mostro» (IV, FClob); «Drago» (IV e VI);

«Guerriero», «Armatura» (VIII); «Occhi», «Urlo» (II, DblG); «Macchia» (II, inchiesta, D rosso). Alla “pinacoteca associativa” la tav. II e scelta per l’Autoritratto («L’uomo che urla») e contemporaneamente per l’Io rifiutato. Si evince, dunque, una forte ambivalenza nei confronti di se stesso, in particolare quando emerge l’aggressività (alla “seriazione” rifiuta la tav. II perche non gli piace il rosso) e una scarso controllo sull’affettività. La tav. II e anche scelta per i titoli: Madre, Sogno brutto e Paura.

Anche al T.A.T. emergono diverse risposte a tematica aggressiva, con angoscia di morte e timore di un attacco: «Pistolero che uccide i banditi», «I banditi sono tutti morti» (tav. 4); «[Una signora] e andata a sbattere contro una panchina, poi l’hanno portata all’ospedale» (3BM); «[Una signora] si spaventa perche vede un mostro e quindi sviene» (5); «Questo ragazzo viene operato e muore» (8BM); «Gli indiani attaccano il ranch» (9BM); «Persone a cavallo che vengono attaccate da un drago, che lancia una fiammata e li uccide tutti» (11); «La diligenza non arriva piu perche l’hanno attaccata gli indiani» (13). Alla tavola bianca (16) risponde: «C’e il vuoto in cui non succede nulla... continua a non succedere nulla...».

Riflessioni conclusive

Cogliendo nell’insieme i dati emersi, possiamo rilevare almeno tre elementi che il villaggio ha in comune con i test descritti sopra:

  1. aggressivita/ambivalenza, nelle scene di guerra, nell’armeria come edificio piu significativo, nell’attrazione per le armi. Il vissuto di ambivalenza e il senso di colpa rispetto a questa tensione pulsionale, che non puo essere espressa, ma neanche avvicinata (omissione degli animali selvatici; la guerra che finisce in pareggio; l’inutilità della guerra; il Signore del villaggio che decide di non fare piu guerre);
  2. vuoto/resa, nell’assenza di persone, nel senso di arroccamento, chiusura e isolamento del villaggio, rispetto al resto del tavolo; nella deriva depressiva e di disillusione con cui puo essere interpretata la strada che scende verso l’angolo di “uscita” (Basso-Dx);
  3. difesa/attesa, nel villaggio come “pacchetto” che racchiude le emozioni congelate, protetto da un doppio muro di cinta; nei boschetti che proiettano all’esterno le parti piu “mobili”, gli aspetti affettivo-pulsionali (gli animali), permettendo ad Oscar di isolarsi dalle emozioni, al fine di non disturbare la rassicurante omeostasi che ha raggiunto all’interno delle mura, dentro la sua armatura.

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I principali meccanismi di difesa che rileviamo nel villaggio di Oscar, sono:

  • intellettualizzazione, nel ricorso ad elementi narrativi molto distanti da se, che magari ha studiato a scuola (la Firenze del 1500, il Rinascimento, Lorenzo il Magnifico), come tentativo di rendere tutto astratto, impersonale, distaccato, ed evitare il coinvolgimento emotivo;
  • razionalizzazione, nell’omettere gli animali selvatici perche non congruenti con Firenze; nell’omettere le persone perche sono di dimensioni eccessive rispetto agli altri pezzi;
  • isolamento affettivo e rimozione, nel proiettare all’esterno i boschetti e gli animali o nel lasciare la parte Sx del tavolo prevalentemente vuota, nel villaggio come “compartimento a tenuta stagna” all’interno del quale difendersi (Oscar dice di non ricordare nulla delle emozioni provate dopo la morte del padre);
  • spostamento, nel trasferimento dei sentimenti ostili all’esterno, tanto da dover vivere continuamente in difesa o in ritirata.

 

Riferimenti bibliografici

 

 

(articolo a cura del Dottor Luca Bosco, autore de La tecnica del Villaggio nella psicoterapia infantile, Edizioni Psiconline)

 

 

 


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