Psicoterapia: quali effetti sulla vita personale del terapeuta?
Uno studio pubblicato nella rivista “Psychotherapy Research” evidenzia che lavorare come psicoterapeuta e con la psicoterapia ha implicazioni complesse, sia positive che negative, per la vita personale del professionista.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Psychotherapy Research”, ha analizzato come avere una carriera in psicoterapia influisce sulla vita personale dei terapeuta.
I temi identificati nello studio qualitativo, condotto su psicoterapeuti Norvegesi, mostrano che la psicoterapia ha implicazioni complesse, sia positive che negative, per la vita personale dei terapeuti.
“Questi temi trasmettono il senso che l'essere terapeuta può potenzialmente portare all'apertura, alla crescita, alla tolleranza e alla creatività, mentre si corre il rischio di divenire sopraffatti da sentimenti di responsabilità, inadeguatezza ed insicurezza che possono portare all'isolamento e alla disperazione”, scrivono gli autori, guidati da Marit Rabu, professore associato dell'Università di Oslo in Norvegia.
Gli individui con carriere in psicoterapia, come per la maggior parte degli altri settori lavorativi, possono rintracciare lo scopo ed il valore nel loro lavoro, così come lo stress e l'insoddisfazione che possono portare al burnout.
Negli ultimi anni, una maggiore ricerca si è incentrata su come l'essere terapeuti influenzi le loro vite personali, e come le loro vite personali, a loro volta, abbiano un impatto sul proprio lavoro clinico.
Uno studio ha scoperto che gli psicoterapeuti sono più soddisfatti ma emotivamente impoveriti rispetto agli psicologi ricercatori.
Gli studi hanno anche scoperto che lo stress derivante dal lavoro terapeutico può ripercuotersi sulla vita personale e familiare dei terapeuti.
“I terapeuti sono tenuti a connettersi, a rimanere vicini, quindi a staccarsi regolarmente da una serie di clienti. Questo tipo di schema di lavoro può avere un impatto sulla vita personale del terapeuta, inclusa la mancanza di disponibilità emotiva ai membri della famiglia ed un'intolleranza alle relazioni 'superficiali' con gli amici”, scrivono gli autori.
La ricerca ha anche dimostrato che l'impatto di essere un terapeuta varia a seconda della fase della carriera.
I tirocinanti spesso riportano effetti personali positivi a causa dell'aumento della consapevolezza di sé, mentre i clinici a metà carriera tendono a concentrarsi sullo stress creato dal loro lavoro.
I terapeuti senior sono più propensi a concentrarsi sui modi in cui il loro ruolo di terapeuta ha facilitato la crescita personale.
Il presente studio ha quindi cercato di rispondere alla seguente domanda:
“In che modo l'essere uno psicoterapeuta attraverso un'intera carriera ha influenzato la tua vita personale?”.
I ricercatori hanno intervistato 12 terapeuti senior in Norvegia utilizzando il metodo qualitativo dell'analisi tematica. I partecipanti erano costituiti da 7 donne e 5 uomini di età compresa tra i 68 e gli 86 anni.
I partecipanti presentavano una carriera in psicoterapia in una media di 40 anni.
“Per i professionisti senior, una vita professionale che coinvolgeva l'avvicinarsi ad altre persone comprendeva esperienze che descrivevano sia come arricchenti che opprimenti”.
Gli autori hanno identificato quattro temi organizzativi.
Tema 1: “E' stato un privilegio avere l'opportunità di conoscere e contribuire non solo alla crescita personale di qualcuno ma anche alla mia”.
I partecipanti hanno riferito che il lavoro clinico ha arricchito le loro vite personali.
Gli autori sottolineano che: “Il lato emotivo della relazione terapeutica, per essere compassionevoli con la sofferenza nel tempo, ha permesso di comprendere le forze e le risorse degli altri esseri umani”.
Tema 2: “Affrontare la sofferenza e la distruttività è stato un peso”
Un partecipante ha illustrato questo tema affermando: “il più grande fardello è la responsabilità e la cura di tanta sofferenza”.
Un altro partecipante ha descritto l'impatto che questo fardello ha avuto sulla propria vita personale: “possedere così tanta responsabilità e imparare quanta solitudine esperiscono questi pazienti. Di sicuro non sono in grado di non portarmene un po' a casa, e questo ha un impatto sulla mia vita privata”.
I partecipanti hanno anche sottolineato che il lavoro con clienti suicidi è particolarmente drenante e gravoso.
Tema 3: “Essere terapeuta ha avuto un impatto sulle mie relazioni personali, nel bene o nel male”.
Alcuni partecipanti hanno riferito che il loro lavoro li ha aiutati ad osare di più, portandoli a maggiori opportunità di costruire relazioni con gli altri.
Dall'altra parte, un partecipante ha descritto come la perdita emotiva associata al proprio lavoro abbia avuto un impatto negativo sul rapporto con il coniuge: “ero un po' senza contatto. Ciò significa che avevo dato così tanto da essere a corto di me stesso”.
Un altro partecipante lo descriveva come: “Tu popola la tua vita interiore con persone con cui non vivi la vita, e penso che possa ergersi una barriera per le altre persone”.
Tema 4: “Ho avuto bisogno di costruire un modo di vivere che mi permettesse di continuare a fare questo lavoro”.
Gli autori descrivono questo tema affermando:
“I pesi associati all'essere terapeuti sembrano richiedere un lavoro attivo di cura di sé, ed i terapeuti in generale hanno parlato di come hanno sviluppato una maggiore auto-compassione per tutta la vita”.
Secondo i ricercatori, il “concetto di equilibrio vita-lavoro” non offriva un modo soddisfacente di comprendere il modo in cui i terapeuti apprendono a gestire le loro vite.
I ricercatori descrivono come i clinici “acquisiscono una capacità di esistere in realtà parallele ed uno dei modi in cui lo hanno realizzato è stato quello di co-costruire, con altri nella loro vita, un insieme di pratiche che consentissero loro di spostarsi comodamente in diversi contesti, come lo spostamento tra lavoro e casa”.
Gli autori annotano anche la cultura in cui i partecipanti hanno condotto la terapia: “Essere terapeuti in un ambiente di cura contemporaneo è in grado di generare fonti di stress e soddisfazione che possono differire in modo significativo dalle esperienze della terapia di pratica privata durante i periodi di crescita economica”.
Gli autori identificano che un tema di primo piano era la discussione esistenziale sul fatto che le vite e le carriere dei partecipanti fossero “tempo ben speso”.
Suggeriscono che le interviste dei terapeuti all'inizio della loro carriera potrebbero aver prodotto una prospettiva diversa, e forse meno ottimista.
I ricercatori sottolineano che le prime descrizioni degli impatti del loro lavoro da parte dei partecipanti sono state assolutamente positive.
Gli autori concludono: “il risultato di questo studio rafforza le scoperte della ricerca precedente, inquadrando le vite personali dei terapeuti come arricchite dalla sensazione di adottare un ruolo professionale privilegiato e prezioso che, per quanto complesso, è caratterizzato da un apprendimento personale positivo nelle aree di auto-consapevolezza, sviluppo personale e qualità delle relazioni interpersonali”.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
Bibliografia
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Råbu, M., Moltu, C., Binder, P.-E., & McLeod, J. (2016). How does practicing psychotherapy affect the personal life of the therapist? A qualitative inquiry of senior therapists’ experiences. Psychotherapy Research, 26(6), 737-749
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