L'emozione sorprendente che si nasconde dietro l’ansia
Non riuscire a riconoscere la propria rabbia aumenta lo stress e i problemi di salute.
“Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente; si limitano a piangere sulla propria situazione; ma quando si arrabbiano allora si danno da fare per cambiare le cose.” (Malcolm X)
Raramente si associa la rabbia all’ansia, gli individui, infatti, tendono a fingere di non provare rabbia per salvare le apparenze, preferendo cosi' mostrarsi come gentili, educati, responsabili agli occhi degli altri.
Ma, bisogna prestare attenzione al sentimento della rabbia perché essa rappresenta l'emozione primaria di fondo dell' ansia.
La rabbia è una delle emozioni più potenti, quando essa non viene gestita in maniera appropriata, potrebbero generarsi forti ripercussioni per la salute psicofisica dell'idividuo.
Secondo una ricerca pubblicata dall’ “ American Psychological Association”, l'ansia e la rabbia rappresentano due fattori potenzialmente pericolosi per la salute, in quanto:
• aumentano la vulnerabilità a malattie delle vie respiratorie superiori;
• compromettono il sistema immunitario;
• aumentano i livelli di lipidi nel sangue;
• aumentano il rischio di malattie cardiovascolari potenzialmente mortali.
Uno studio condotto dalla “ Concordia University “ mostra che per le persone con disturbi d'ansia generalizzati (GAD), la rabbia rappresenta molto di più di un emozione, ma è qualcosa che intensifica l’ansia; in particolare, quando non viene espressa ma interiorizzata.
La relazione rabbia-ansia è raramente lineare. Poche volte si tende a manifestare in maniera esplicita tale sentimento, questo perché essere arrabbiati non premia.
Spesso una persona tende a reprimere la propria ira in seguito ad un appproccio educativo ricevuto durante l'infanzia.
Contesti educativi possono convincere che esprimere la rabbia è scortese, fuori da un comportamento di controllo e pericoloso per se stessi e per gli altri.
Quando gli adulti hanno paura della loro ira tendono a reprimere le loro emozioni.
Ma tali sentimenti non possono essere negati per tanto tempo perché agire "come se" una determinata situazione o comportamento di una persona non ha ferito né sconvolto, significa negare il proprio stato emotivo autentico.
In realtà, seppure i modelli educativi insegnano che le sensazioni sgradevoli non devono essere espresse, riconosciute o convalidate, esse provocano gravi conseguenze sulla persona, generando confusione, vergogna e senso di inadeguatezza, tutte sensazione che si protraggono nel tempo.
Ad esempio, quando individui, vittime di bullismo, non possono comunicare la loro rabbia cominciano a autoconvincersi che hanno veramente qualcosa che non va, essi si ritrovano a provare sentimenti di umiliazione e rabbia, i quali non tendono a scomparire.
La transizione verso l'età adulta e una vita trascorsa a nascondere le proprie emozioni, indurrà i soggetti ad affrontare le diverse situazioni adottando capacità di coping insalubri.
Bisogna rendersi conto che esprimere la rabbia, in maniera adeguata, non genera problema per gli altri, i quali al contrario, apprezzeranno il comportamento autentico.
Eccco le seguenti operazioni che possono aiutare l'individuo a gestire meglio la rabbia:
1)Ascoltare i propri sentimenti: molto spesso non viene insegnato come gestire i sentimenti di rabbia, spesso, infatti, si dimentica che la gestione è importante per concedersi il tempo e lo spazio necessario per affrontare un turbamento emotivo.
A volte l'obiettivo non è quello di "risolvere" il problema, ma di imparare a fermarsi e a riconoscere sensazioni sgradevoli.
2. Normalizzare la rabbia: la rabbia non è un'emozione negativa, essa spesso rappresenta una risposta adeguata ad un 'ingiustizia subita".
Essa può anche portare a risultati più favorevoli come una maggiore motivazione per cambiare quello che c'è di sbagliato nella propria vita personale e con l'ambiente circostante.
3.Sviluppare confini fermi e coerenti: è importante decidere se è più saggio e opportuno resistere alla persona o ad una situazione che turba, o esprimere la propria ira, prestando particolare attenzione al processo di pensiero in modo da rimanere nel "qui" e "ora".
4. Fare i conti con le ferite dell'infanzia: questo è di sicuro un compito arduo.
A volte i genitori possono aver commesso degli errori, ma focalizzarsi solo e sempre sulle ferite del passato non permette di vivere la vita presente.
Considerarsi sempre una vittima non permetterà di concentrarsi sui propri punti di forza e realizzare i propri obiettivi.
Una psicoterapia può aiutare a eliminare credenze centrali negative e distaccarsi da eventi passati.
Liberarsi dalla propria rabbia non significa vivere in uno stato di rabbia costante, ma di non fingere che non esista.
L’ira è un’emozione umana naturale ed è necessario sperimentarla. Solo così essa può esseere manifestata in modo sano.
La chiave per gestire la rabbia in maniera efficace è saperla esprimere al momento giusto, nella giusta quantità, e alle persone giuste.
Tratto da Psycology Today
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Addorisio De Feo Ilaria)
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
Tags: ansia salute rabbia stato emotivo coping