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Il divano proibito. In difesa della professione di psicoterapeuta e di sessuologo

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Comprendere in modo approfondito quali sono le operatività professionali dello psicoterapeuta e del sessuologo (o psicosessuologo) è importante per poter raggiungere un efficace risultato nel caso vi sia bisogno di aiuto in un campo così delicato come quello della salute psicologica e sessuale.

psicoterapeuta e sessuologoPrima di addentrarmi nei meandri delle materie psicoterapeutiche e sessuologiche sento la necessità di rilevare alcune premesse indispensabili per chiarire con serenità un aspetto nebuloso e caotico come il rapporto e il comportamento tenuto fra il terapeuta e il paziente in sedute di psicoterapia e sessuologia.

Intendo cosi dare la giusta posizione a chi svolge la professione di psicoterapeuta con serietà e professionalità e che ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della psicoterapia attraverso corsi e scuole di formazione che ne attestano l’idoneità e la capacità.

Questa premessa la ritengo prioritaria a un epistolare più scientifico perché credo che sia indispensabile, prima di valutare e spiegare le materie specifiche psicoterapiche e sessuologiche, conoscere chi divulga l’insegnamento e la pratica di dette competenze (psicoterapeuta e sessuologo), e ciò è utile per creare fiducia nelle persone e invitarle ad avvicinarsi alla psicologia senza alcun timore, eliminando così falsi concetti createsi attraverso pregiudizi privi di fondamento e valore.

Nel dialogare con persone in parte colte, mi sono reso conto che il loro atteggiamento verso i professionisti che svolgono attività di psicoterapeuta, analista, sessuologo, è ricco di forti preconcetti e prevenzioni; infatti spesso definiscono il terapeuta ” uno strizza cervelli” nella migliore delle ipotesi o addirittura un soggetto inutile e parassita.

Questi credenze o dicerie sono nate per lo più da incomprensioni, per ignoranza della materia psicologica o per incapacità culturali.

Esiste un detto popolare, abbastanza diffuso che dice: ”chi va in terapia dallo psicoterapeuta o dal sessuologo, è matto (scemo) oppure ne sarà plagiato e coinvolto o addirittura s’innamorerà del terapeuta”.

Questa falsa credenza lanciata per svalutare il comportamento dello psicoterapeuta-sessuologo da persone scettiche che ignorano profondamente ciò che è la psicologia e in particolare l’analisi del profondo.

E’ pur vero che di questi tempi, di tanto in tanto, leggiamo sui quotidiani, denunce per rapporti non consoni alla deontologia avvenuti all’interno di una seduta psicoterapeutica, che fanno gridare allo scandalo i paladini del buon costume screditando cosi chi fanno della propria professione uno stile di vita.

Non bisogna dimenticare che nel nostro paese esistono molte figure che si presentano come psicoterapeuti e non lo sono poiché non possiedono nessuna iscrizione all’albo e non hanno frequentato nessun corso di formazione. Sono i cosiddetti” selvaggi” che infangano il nome della psicoterapia e i suoi discepoli e violano la legge in quanto commettono il reato di abuso di professione.

Com’è seduttivo l’abbraccio di chi custodisce le segrete chiavi dell’animo, o con chi promette di saper riattivare i meccanismi inceppati del corpo, o chi ti riserva una calda accoglienza mai sperimentata prima di allora, chi ti fa sentire una donna o un uomo vero?

Il problema esiste, i casi di seduzione reciproca sono molti, da un’indagine fatta negli U.S.A. risulta che circa il 10% degli psicoterapeuti ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con pazienti.

Il terreno in cui si muovono i sessuologi, gli psicoterapeuti è minato, “ad altissimo rischio”; infatti, i motivi che spingono i pazienti a rivolgersi al sessuologo sono intimi, hanno a che vedere con disfunzioni sessuali: l’impotenza, l’eiaculazione precoce o la mancanza di desiderio per l’uomo; frigidità, vaginismo, dispareunia, mancanza di desiderio per le donne; è un territorio libero, aperto a scorribande d’ogni genere.

Il rapporto tra sessuologo e paziente, proprio per questa profonda intimità, richiede una grande attenzione e professionalità, essere fraintesi emotivamente può voler dire non risolvere il problema presentato.

Il pericolo di un coinvolgimento emotivo e sessuale esiste, necessita essere consapevoli e riuscire a controllarlo e questo lo può fare solo un buon psicoterapeuta sessuologo, che si è sottoposto a sua volta a una terapia didattica e non ad autoterapia, cosa che può avvenire solo quando il terapeuta è ormai consapevole delle proprie realtà emotive.

Nessuno degli addetti ai lavori dirà mai che l’amore di transfert e l’amore di controtransfert non esiste; è una realtà, accade, ma è funzionale al processo terapeutico, lo stimola e lo trasforma in un processo di crescita personale e professionale e credo che il fatto di volerlo trasformare in una realtà sia del tutto inopportuno perché in analisi si debbono interpretare le emozioni e aiutare il soggetto a prenderne conoscenza e non agire (acting out) perché in tal modo si creerebbe una vittima.

L’essenziale in analisi psicoterapeutica – sessuologica è che l’individuo possa sentirsi libero di sprigionare le proprie emozioni, possa lasciarsi andare perché sa che l’altro, il terapeuta, non si lascia andare, ha sempre la mente fredda e lucida.

La psicoterapia è una tecnica e quindi l’analista che fa l’amore con il suo paziente può definire la sua terapia fallita, quindi per il prestigio e per fini umani e tecnici è necessario che l’analista non cada in situazioni d’innamoramento.

Il terapeuta ha in mano, nel transfert, un potere che deve gestire solo ai fini dell’analisi ed è importante ricordare che, poiché siamo dei tecnici, ciò che facciamo non deve dipendere da divieti o proibizioni ma ma invece dalla utilità e dal bisogno del paziente e se è negativa e controproducente per lo scopo prefissato va decisamente rifiutata.

Il contratto terapeutico prevede il raggiungimento di un obiettivo preciso e deciso, durante la prima seduta, sia dal paziente sia dal terapeuta per raggiungere l’unico scopo dell’analisi, la soluzione e risoluzione dei problemi presentati dal paziente.

Il terapeuta pur essendo un essere umano, con tutto il suo bagaglio esperienziale di vita, quando è in seduta deve cercare di dimenticare di esserlo perché gli è demandato il tentativo di risolvere i problemi altrui e non i propri, e se ciò dovesse accadere significa che il terapeuta ha solo due scelte da fare: sottoporsi per altro tempo alla sua formazione poiché è incompleta o cambiare mestiere.

Solo rivolgendosi a terapeuti iscritti all’albo professionale, si può avere la “garanzia” di non trovarsi davanti ad un “selvaggio” ed è possibile rivalutare il “divano proibito”.

Questa riflessione è emersa poiché la popolazione comune deve conoscere quelle che sono le vere realtà, che spesso vengono infangate e mistificate da improvvisati o impreparati professionisti che screditano l’intera categoria, per cui necessita difendere tutti coloro che credono nell’opera svolta e sono a conoscenza che la professione di psicoterapeuta e sessuologo è, oltre ad un lavoro, anche una missione per aiutare chi soffre e ha necessità di un intervento professionale.

 

Articolo a cura del Dottor Sergio Puggelli

 


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Tags: psicoterapia psicoterapeuta sessuologia

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