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Donald Woods Winnicott ( 1896 – 1971)

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WinnicottDonald Woods Winnicott è stato un pediatra e psicoanalista inglese, una figura di rilievo nell’ambito della psicoanalisi europea che ha offerto un importante contributo allo studio dello sviluppo infantile.

Nacque il 7 aprile del 1986 a Plymouth, in Inghilterra, in un’agiata famiglia inglese protestante.

Fu il terzo di tre figli e le sue due sorelle maggiori, che alla sua nascita avevano l’età di cinque e sei anni, lo accudirono come balie e lo riempirono di attenzioni.

Suo padre, John Frederick Winnicott, era un uomo apparentemente freddo e distante, di professione faceva il commerciante, anche impegnato politicamente ed intellettualmente, tanto che fu eletto sindaco e nominato giudice di pace. Sebbene il padre avesse rappresentato per Donald un esempio di rigore e di impegno, il rapporto tra i due fu sempre molto conflittuale, a causa dell’assenza della figura paterna e del potere che questa esercitava quando era presente.

Sua madre, Elisabeth Martha Woods Winnicott, era una molto donna affettuosa e tollerante, ma affetta da depressione sin dalla prima infanzia di Winnicott. Per tale motivo, Donald si ritrovò molto spesso a dover rallegrare e supportare sua madre. Questa precoce esperienza con una problematica di salute mentale portò Winnicott a desiderare di aiutare gli individui con problemi psicologici.

Inizialmente studiò Medicina all’Università di Cambridge, con estrema delusione del padre che desiderava che figlio intraprendesse e continuasse l’attività di famiglia. I suoi studi furono interrotti dalla Prima Guerra Mondiale (1914 – 1918), durante la quale si arruolò nella Royal Navy e svolse l’attività di chirurgo tirocinante a bordo di un cacciatorpediniere, nonostante non avesse mai avuto una preparazione in ambito chirurgico. Winnicott, infatti, spesso ricordava con dolore il numero di compagni e amici persi durante il conflitto. 

Conclusasi la guerra, nel 1920 terminò i suoi studi presso il Saint Bartholomew Hospital di Londra, laureandosi e specializzandosi in medicina infantile (che oggi viene chiamata pediatria). Nel 1923, Winnicott iniziò a lavorare come pediatra presso il Paddington Green Children’s Hospital, dove rimase fino al 1962. Nello stesso anno, si sposò per la prima volta ed iniziò un percorso di psicoanalisi con James Strachey.

Coltivando sin da giovane l’interesse per la psicoanalisi, iniziò a leggere le opere di Freud, prima fra tutte “L’interpretazione dei sogni”. Ciò lo portò a riconoscere il valore dell’inconscio e del fenomeno del sogno, nonché l’importanza di rendere accessibile alla mente i contenuti rimossi.

Interessato sempre più alla psicoanalisi, decise di arricchire le sue conoscenze mediche studiando psicologia. Nel 1927 divenne allievo di Melanie Klein, una famosa psicoanalista che confutò molte delle teorie di Freud sullo sviluppo infantile. Ma la Klein si accorse molto presto che le idee di Winnicott divergevano troppo dalle sue e non riuscì a supportarlo in qualità di suo seguace. Nel 1953 divenne uno psicoanalista e nel 1956 entrò a far parte della British Psychoanalytic Society. Progressivamente, si allontanò sempre più dalle teorie kleiniane sullo sviluppo infantile, sviluppandone delle proprie.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre al suo lavoro di pediatra e alla pratica psicoanalitica sviluppò numerose pubblicazioni sulla cura del bambino e sull’infanzia in generale e, inoltre, divenne un consulente per i bambini evacuati e problematici. La sua esperienza clinica con quest’ultimo gruppo di pazienti gli permise di comprendere le radici della delinquenza. Fu proprio in questi anni che conobbe la sua seconda moglie Clare Britton, un’assistente sociale che lo incitò alla scrittura e all’insegnamento.

Nel 1951 si concluse il suo primo matrimonio con Alice Taylor e, successivamente, sposò Clare Britton. I due continuarono a collaborare anche durante gli anni di matrimonio ed è anche grazie a Clare che alcune opere di Winnicott vennero pubblicate dopo la sua morte, avvenuta nel 1971.

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Contributi alla psicologia

L’approccio teorico di Winnicott si potrebbe collocare a metà tra quello di Melanie Klein e quello di Anna Freud, vertendo su una visione fiduciosa nelle capacità di adattamento dell’individuo e nelle sue tendenze a risolvere i conflitti. Si può, infatti, considerare l’autore come appartenente al gruppo degli “indipendenti” britannici (middle group, gruppo di mezzo) e come il pioniere della scuola delle “relazioni oggettuali”.

Nella sua teoria, esposta principalmente in scritti come “Il bambino e il mondo esterno” (1957), “Dal luogo delle origini” (1965), “Gioco e realtà” (1971) emerge un’attenzione specifica dell’autore nei confronti di tutti i fattori ambientali che incidono nello sviluppo del soggetto che si esprimono nella relazione di legame e di separazione tra madre e bambino.

Le ipotesi di Winnicott, stimolate dalla sua professione di pediatra che gli consentirono di osservare i bambini nelle interazioni con la madre, ruotano attorno al concetto di holding e di spazio transizionale, oltre che a quello di oggetto transizionale, di madre sufficientemente buona e, non di minore importanza, del falso sé.

Secondo l’autore, l’intero sviluppo psichico ed emozionale del bambino, la formazione del sé e la costruzione dell’Io si costituiscono attraverso il rapporto madre – bambino. Dopo la nascita, la madre svolge una funzione di contenimento empatico (holding) nei confronti del bambino. Il bambino inizia ad abbandonare uno stato di completa fusione con la madre e a rispondere agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante.

Per Winnicott, questa è una fase centrale dello sviluppo, poiché se la madre risponde in modo parziale o alterato ai bisogni del bambino può determinare in quest’ultimo lo sviluppo di un Falso Sé, considerato l’origine dei disturbi mentali. In questa fase di passaggio da uno stato di dipendenza ad uno di indipendenza, il bambino perde la sua onnipotenza ed acquisisce la cosiddetta “permanenza dell’oggetto”.

Oggetti come animaletti di peluche, il lembo della coperta, sono definiti da Winnicott “oggetti transizionali”, la cui principale funzione è quella di mediare pre- simbolicamente il rapporto con la madre – ambiente, difendendo il bambino dalle ansie che si generano a causa dell’assenza materna e manifestando una continuità di presenza simbolica rassicurante.

Successivamente, l’ “oggetto transizionale” cede il posto allo “spazio transizionale” (il disegno o il gioco), ossia un luogo virtuale in cui è possibile mediare il dualismo tra spazio interiore ed esteriore, tra individuo e ambiente.

Nell’ottica di Winnicott, dunque, anche un percorso psicoanalitico deve perseguire lo scopo principale di creare uno spazio transizionale in cui instaurare un processo di interazione tra due persone.


Riferimenti

  • Maldonato, M., (a cura di) Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone.
  • Troiano, M., Petrone, L., Di Giuseppe, L., (2005) Dizionario di psicologia in Internet, Roma: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
  • www.goodtherapy.org
  • squiggle-foundation.org
  • www.centroellisse.it

A cura della Dottoressa Rubina Auricchio

 

 

 


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Tags: psicoanalisi biografie, Donald Winnicott

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