Pornografia
Per definire un materiale o contenuto con il termine di ‘pornografia’ è necessario che “una rappresentazione pubblica sia esplicitamente sessuale per essere pornografica, ma non sufficiente”.
Il termine pornografia è un composto del sostantivo “pornè”, che indica le prostitute, e del verbo gràphein, che significa l’atto di scrivere o rappresentare.
Per definire un materiale o contenuto con il termine di ‘pornografia’ è necessario che “una rappresentazione pubblica sia esplicitamente sessuale per essere pornografica, ma non sufficiente”.
Alla voce pornografia dell’Encyclopedia of Etichs, questa è così definita:
“una rappresentazione sessuale cruda o esplicita è ‘pornografica’ se l’autore ha l’intenzione di stimolare o eccitare sessualmente il consumatore”.
Da un punto di vista psicologico, negli ultimi decenni, il dibattito scientifico si è focalizzato su una specifica questione, ossia se la visione o meno di materiale pornografico produca effetti deleteri a livello individuale e/o sociale, come ad esempio una maggiore opinione negativa nei confronti delle donne o un aumento dei crimini sessuali verso di esse.
In molti casi, i ricercatori che hanno cercato di indagare la relazione tra pornografia e conseguenze negative da essa scaturenti, erano anche spinti da motivazioni fortemente ideologiche; questo aspetto è bene sottolinearlo in quanto le prove scientifiche fornite difficilmente supportano tali conclusioni.
Non volendo assumere, nel presente articolo, una posizione univoca che rasenti uno schieramento drastico, verranno presentati brevemente due recenti studi che fanno luce sulla questione.
In un articolo pubblicato nel 2009 nell’ International Journal of Law and Psychiatry, Milton Diamond ha proposto una recensione di un ampio numeri di studi che hanno esplorato gli effetti negativi presunti della pornografia.
L’analisi dei risultati ha evidenziato che, semmai, è presente una relazione causale inversa tra un aumento del consumo di pornografia e la messa in atto di crimini sessuali.
Se vi è un dissenso comune sulla pornografia è in relazione a qualsiasi materiale sessualmente esplicito che coinvolge bambini o minori nella produzione o consumo di materiale erotico.
Inoltre, le obiezioni sollevate rispetto alla pornografia, nascono da schemi idealistici che presumono come il consumo di essa leda l’immagine, sociale e morale delle donne.
Nessuna di queste obiezioni, in termini di causa ed effetto o di conseguenze negative, è stata riscontrata all’interno dei suddetti studi.
È stata successivamente effettuata un’altra revisione della letteratura che non sembra trovare alcun effetto socialmente negativo rispetto all’uso della pornografia.
Sorgono quindi spontanei alcuni quesiti: cosa avviene a livello individuale? Sono le donne terrorizzate dalla pornografia in generale? La pornografia fa insorgere dubbi circa la propria sessualità o modalità di relazionarsi sessualmente ad un partner? Gli uomini diventano mostri misogini visualizzando materiale pornografico? Sviluppano insicurezze debilitanti circa la grandezza del proprio pene alla vista di attori porno molto dotati?
Una risposta a tali quesiti è stata offerta dal contributo di Gert Martin Hald e Neil Malamuth nell’articolo intitolato “Effetti auto-percepiti del consumo di pornografia” (2008).
Nella loro indagine furono reclutati 688 giovani adulti danesi (316 uomini e 372 donne); dalle interviste effettuate, scoprirono che i soggetti interpretavano la visione di pornografia come benefica per la propria vita sessuale, per i propri atteggiamenti nei confronti del sesso, percezione e atteggiamenti verso i membri del sesso opposto, e soprattutto, verso la vita in generale.
Gli effetti benefici sono risultati statisticamente significativi per entrambi i sessi; una correlazione positiva è stata evidenziata tra la quantità di pornografia visionata e l’impatto dei benefici ottenuti.
Anche in questo caso, la correlazione positiva è stata riscontrata in entrambi i sessi; pertanto sembrerebbe che il promotore di tali benefici sia proprio guardare i porno.
Questi risultati non devono ovviamente essere interpretati come un favorire il consumo della pornografia, ma piuttosto un delineare risultati recenti riguardo questo dibattito.
L’unica cosa che potrebbe essere utile sottolineare è il fatto che la sola ideologia non potrà mai promuovere una prova scientifica convalidata.
Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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