Non so esattamente che mi prende (166046)
Daniele, 35
Buonasera, ho 35 anni , sono a mio parere una buona persona che non riesce, però, a controllare la sua vita, le sue piccole decisioni a breve termine.
Nel senso: penso una cosa, magari giusta, poi, per un motivo o per l'altro faccio il contrario, o comunque qualcos'altro, anche se quando mi ci metto son moralista e rompiscatole, e questo mi porta dopo un po in una fase di stallo.
Queste fasi di stallo son ricorrenti ormai da anni, periodi dove prendo fiducia, ritrovo il piacere di fare, faccio attività sportiva, son pieno di energie, e periodi, come questo, dove ho paura anche solo di uscire di casa, non riesco a parlare, ho pensieri anche molto negativi e penso anche al suicidio, che mi sembra l'unica cosa che può salvarmi la vita.
Mi ritrovo a casa, a letto senza fare nulla se non mangiare, anche se sto controllando questo aspetto con alcuni momenti dove decido di andare a correre per 45 minuti (ma lontano da tutti, ho vergogna pure di passare per strada con la macchina), o alcune giornate dove mi forzo e faccio delle cose,ma lontano da dove vivo. Ad esempio una volta sono andato con un'amica ad Oristano e, questa domenica, al matrimonio di mio cugino dove ho addirittura fatto da autista deglii sposi e sono andato solo, senza i miei familairi che non si sono presentati.
Mi ritrovo a casa e single (anche questo mi preme come aspetto) dopo una breve storia molto intensa ma per via del mio carattere, troppi alti e bassi, l'ho spaventata. Ho anche interrotto, circa un anno e mezzo fa, una storia di otto anni dove lei mi voleva bene ma non riusciva a darmi le emozioni che volevo.
Mi ritrovo a casa senza lavoro, e con pochi soldi, con esperienze altalenanti, senza un diploma (grosso rimpianto perchè in fondo ero bravissimo nei primi anni, ma non studiavo). Esperienze di vendita, dove ho buona attitudine, ma devo poi però confrontarmi con questa mia altalena emotiva. E con esperienze di cameriere, più serene, ma anche li con picchi emotivi che non mi permettono di andare avanti.
Sicuramente anche perchè non accetto di dover fare per lungo tempo questi lavori fastidiosi, sottopagati, umilianti, che non ti permettono di crescere; anche perchè nei momenti di tranquillità sono una persona gradevole, forte, colta, che non da segni di cedimento, ma poi...boom.
E quindi mi ritrovo a 35 anni, ancora dai miei, senza un lavoro, con pochi spiccioli con i quali devo pagare dei debitucci.
Mi ritrovo a casa senza lavoro, single e con una paura folle di tutti, anche degli amici. Mi ritrovo in una famiglia con cui sono legato ma non riesco a staccarmi, nonostante sono persone al limite di tutto, incoscienti, senza testa, incostanti, in balia di tutto, con pochissimi soldi; difatti mia madre ha tirato la carretta e mio padre, invece, non ha mai voluto muovere un dito.
Mi ritrovo solo, perchè ci voglio stare ora, ma non mi piace far vedere eccessivamente le mie debolezze; anche se a volte le devo dichiarare perchè sono preoccupato ma non so dove appigliarmi perchè mi vergogno di tutto. Non so come posso fare, pagherei per farmi aiutare, scapperei, ma come faccio? senza soldi?
Non ho il coraggio di tornare alla realtà. Sempre attaccato al pc, sempre attaccato al cellulare, con i miei timidi tentativi di cercare lavoro, con i miei timidi tentativi di ritrovare me stesso ma senza farmi vedere, chiuso nella mia camera, con questo pc bollente.
Ho parlato con una conoscente psicologa e mi ha detto di andare da lei al consultorio della ASL, ma son troppo orgoglioso per andarci, per farmi vedere.
Ho scritto tante poesie, ho provato, non valgono nulla.
Mi manca un padre, una figura da seguire. Ho la sensazione che quando cerco lavoro ho bisogno di lui, di cercarlo.
Scusate il mio sfogo, eccolo qua.
Vuoi richiedere una consulenza gratuita online ai nostri Esperti?
Clicca qui e segui le istruzioni. Ti risponderemo al piu' presto!
Gentile Daniele, nella sua attuale situazione, ha bisogno di fare un po’ di ordine, non solo nella sua mente ma anche nella sua vita.
Innanzitutto bisogna dire che la figura del padre presente e responsabile risulta essere di estrema importanza nella vita di un figlio, in quanto un padre rappresenta un esempio da seguire per un figlio. Molto probabilmente la mancata stabilità della figura paterna, le ha provocato questo senso appunto di instabilità emotiva, insicurezza, paure, chiusura e un mancato esempio da seguire nelle cose della vita.
Di conseguenza ha manifestato questo umore altalenante più tendenzialmente rivolto verso uno stato depressivo con voglia di starsene in casa, voglia di stare soli e di non vedere nessuno (esclusione sociale), trascorrere molto tempo a letto..etc.
Forse è anche il fatto di vivere con i suoi genitori che influirebbe nella sua vita in quanto potrebbe sentirsi ancora “bambino”, con le sue paure nelle scelte della vita, nell’incapacità di avere una vita diversa, più adulta e responsabile, anche se forse il vivere con i suoi potrebbe essere una scelta forzata per questioni economiche più che personali ma che comunque la rende più vincolato e dipendente.
Io comunque le consiglio vivamente di iniziare un percorso terapeutico al fine di acquisire più fiducia in se stesso e nella vita e fare un po’ di ordine nelle questioni personali escludendo a priori il suo orgoglio.
Un saluto.
(a cura della Dottoressa Ilaria Palumbo Potenza)
Pubblicato in data 22/10/2015
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!