La noia può portare alla depressione? (1496085328748)
Sara, 29
Salve,
sono una ragazza di 29 anni e da qualche anno a questa parte mi rendo conto di essere annoiata dalla vita.
Tutto quello che prima poteva stuzzicare il mio interesse (o che avrei potuto definire "una passione") ormai mi annoia. Leggere un libro, guardare una serie TV, doppiare per divertimento, uscire con gli amici (ridotti a zero, sia le uscite che gli amici) tutto ormai mi demotiva.
Vivo trascinandomi da una parte all'altra quando sono obbligata a farlo, come per il lavoro, ed evitando qualsiasi altra cosa non necessaria alla sopravvivenza. Certe volte trovo conforto nel sonno, la sera è il mio momento preferito perché so che per qualche ora posso smettere di esistere.
Questo mi fa sentire in colpa verso chi ha tanta voglia di vivere davvero (e non di sopravvivere) ma la guerra, la malattia o l'ingiustizia glielo vietano. Il sentirmi una fallita in ogni campo non mi aiuta. Non sono ricca, non ho un lavoro stabile, non sono bella ma sicuramente sono fortunata rispetto a chi un motivo vero per stare così come sto io ce l'ha.
Eppure sono apatica. Mi vergogno a parlarne con chicchessia perché io stessa penso di fare del vittimismo visto che tragedie gravi per stare così non ne ho subite. Può la noia di vivere portare alla depressione? Oppure è la depressione a portare ad essere annoiati dalla vita?
Mi sento inutile e tanto stanca..
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Cara Sara,
sulla base del suo racconto e dell’ atteggiamento generale di noia e demotivazione che afferma di aver maturato verso la vita, inizierei ad attivare delle riflessioni partendo da alcune specifiche parole che lei ha utilizzato e sulle quali credo sia utile indirizzare la sua attenzione: “uscire con gli amici (ridotti a zero, sia le uscite che gli amici) tutto ormai mi demotiva”.
La riduzione a zero delle uscite e degli amici è una conseguenza del suo stato di noia oppure una causa? Si è dunque ritirata dalla vita sociale a seguito del senso di noia e demotivazione oppure ha deciso di isolarsi a causa di difficoltà o delusioni che può avere incontrato nella gestione dei rapporti interpersonali?
“ Il sentirmi una fallita in ogni campo non mi aiuta. Non sono ricca, non ho un lavoro stabile, non sono bella ma sicuramente sono fortunata rispetto a chi un motivo vero per stare così come sto io ce l'ha”.
Le chiedo di riflettere circa l’idea se, secondo lei, una persona è fallita se non è ricca, non è bella o non ha un lavoro stabile. Entrano in gioco dei meccanismi individuali di interpretazione delle cose, parametri di riferimento con i quali ci si confronta e serie di aspettative che ci poniamo verso noi stessi e verso gli altri.
Ricchezza e bellezza sono dei modelli artificiali spesso enfatizzati dai social media molto distanti dalla realtà, rispetto ai quali alcune persone, in modo particolare giovani alla ricerca della propria identità, possono sviluppare un senso di inadeguatezza.
Un lavoro stabile purtroppo oggi in Italia risulta essere un obiettivo oggettivamente molto difficile da perseguire pertanto entrano in gioco dei fattori sociali ed economici complessi che mescolandosi con le variabili individuali possono accrescere le difficoltà con un impatto talvolta sulla propria autostima. Ad esempio auto-colpevolizzarsi perché non si ha un lavoro stabile non contestualizzando la situazione oggettiva complessa nella quale si inserisce il problema.
Le suggerirei dunque di iniziare una riflessione di questo tipo, utilizzando come punto di partenza la sua autoconsapevolezza e il suo porsi delle domande.
Uno psicologo potrebbe aiutarla ad esplorare i nuclei che sono alla base dello stato di disagio in un percorso finalizzato ad una giusta riappropriazione di interessi, motivazioni e patrimoni di significati che rendono davvero ricca la vita.
Cari auguri
A cura della Dottoressa Arianna Grazzini
Pubblicato in data 09/06/2017
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Tags: depressione senso di colpa senso di fallimento inutilità noia