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Relazione di coppia patologica (1549839723728)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 1933 volte

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le risposte dellespertoMatilde, 39

domanda

 

 

Salve, da qualche anno convivo con un uomo che giunti al secondo anno si è trasformato. Inizialmente ero un po' più fredda io forse per la paura di legarmi oppure anche perché presa dalla carriera, lui si dimostrava docile e comprensivo.

Ma dal momento in cui la mia famiglia rompesse con me ogni rapporto, lui ha subito una trasformazione in senso prevaricatore.

Ha cominciato con lo sparire senza avviso per giorni e non sapendo dove fosse impazzisco. Poi ritorna. Poi accampa non so quale scusa e va via nuovamente per mesi. Mesi nei quali io non dovevo neppure chiedere dove fosse, ma lui doveva sapere e se non sapeva accampava accuse di tradimenti vari. Poi sembrava tutto ok, ritorno tacito e sereno. Dura poco. Comincia a costruire fantasie di tradimenti sulla base delle chat prese dal mio terminale vecchie di anni prima della sua conoscenza.

Tant'è che addirittura uno degli interlocutori era addirittura morto e lui non sapendolo accusava costui di essere stato con me pochi giorni prima. Alla scoperta di ciò ha cominciato a dare di furia e ad alzare le mani. Un inferno. È vero che dopo il primo schiaffo esiste il secondo e il terzo e via di scorrendo.

Paranoie, gelosie infondate, hanno fatto sì che lasciassi il mio lavoro e mi auto escludersi in casa e naturalmente ho annullato il mio numero telefonico e mi sono cancellata dai social. Neppure così andava bene perché quando lui manca di casa secondo le farneticazioni del momento io ricevo non so chi... anche se sa benissimo che ciò non sia assolutamente reale insiste, interrogatori di durata di mesi e mesi a cadenza giornaliera e di ispirazione notturna. Guardingo e sospettoso di ogni minima parola o cenno. Grida al complotto anche quasi con gli animali domestici.

Ho proposto di andare in terapia, ma poi per qualche giorno si comporta perfettamente e dice che è stato un periodo. Poi ricomincia. Ora grida ad operazioni occulte mirate alla distruzione del nostro rapporto, operate da qualche ex fiamma in particolare. Bah, signori miei non so più che pesci prendere. Blocca e sblocca Whatsapp e sparisce dice perché è in cerca di quello che lo aiuti.

 


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risposta

 

 

Cara Matilde,

è davvero evidente dal suo messaggio quanto problematici siano i comportamenti del suo compagno.

Mi chiedo, però, cosa la porta a qualificare il suo comportamento come patologico, quindi come espressione di una malattia: questo, per definizione, gli toglie la responsabilità morale e legale delle sue azioni, perché chi è malato non ha colpa di esserlo e andrebbe inevitabilmente compreso. E' sicura che sia così? Ha mai pensato al fatto che alcuni dei comportamenti del suo compagno potrebbero qualificarsi come reati?

Comprendo quanto possa essere difficile chiamare le cose col proprio nome quando il nome è violenza, ma riconoscere fino in fondo una situazione è il solo modo per riuscire a cambiarla.

Credo che per amare una persona e per desiderare una relazione con essa, sia necessario averne stima. Ha ancora stima di quest'uomo? Gli crede ancora quando sostiene che cambierà? Quanti schiaffi dopo il primo, il secondo e il terzo sente di poter ancora eventualmente tollerare? Ha ancora voglia di portare avanti la relazione a queste condizioni? Esiste per lei un limite oltre il quale la relazione non può essere ricucita? Cos'è per lei l'amore verso l'altro? E l'amore verso se stessa?

Le faccio queste domande affinché lei le ponga a se stessa e cerchi una risposta sincera che sia intimamente sua.

la domanda centrale, però, è cosa la motiva a rimanere in questa situazione, ad accettare questa relazione violenta.

Siete due individui liberi e responsabili ognuno delle proprie azioni: il margine di libertà che lei ha in questa situazione non si esaurisce nel cercare di adeguarsi in modo da ridurre al minimo le ire del suo compagno.

Anche nel caso in cui lui soffrisse effettivamente di una psicopatologia, cosa che ovviamente non si può diagnosticare senza incontrarlo, lei non sarebbe in alcun modo tenuta ad impostare la sua vita in funzione di ciò.

Solitamente un buono psicologo non si pone in modo così diretto nei confronti di chi lo consulta, ma vista la situazione che mi ha prospettato e visto che potrei non avere mai più occasione di parlare con lei, mi sento di chiederle se ha mai pensato di cercare aiuto non soltanto presso uno psicologo, ma anche presso un'associazione che lotta contro la violenza sulle donne.

Negli ultimi anni, fortunatamente, realtà di questo tipo sono sempre più attive e numerose, e se cerca ne troverà sicuramente una a lei vicina nella sua città o sul suo territorio. Le operatrici, psicologhe e non, sapranno sostenerla e consigliarla da ogni punto di vista, qualora lei volesse uscire da questa situazione.

 

 

Pubblicato il 19/02/2019

 

 

A cura della Dottoressa Elisabetta Ranghino

 

 


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Tags: consulenza online gratuita coppia relazione di coppia patologica

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