Bambini e alimentazione
Qual è la motivazione che spiega il perché alcuni bambini assaggiano facilmente nuovi cibi mentre altri rifiutano di provarli?
In uno studio piuttosto recente, pubblicato sulla rivista Child Development, Moding e Stifter hanno esaminato le risposte di avvicinamento - rifiuto che neonati e bambini mettono in atto alla vista di nuovi alimenti.
Le risposte di avvicinamento – rifiuto fanno riferimento ad un riflesso del temperamento consistente nella tendenza di un soggetto a provare o a rifiutare nuovi stimoli.
Il temperamento influenza il modo in cui una persona interagisce con il mondo e può aiutare a comprendere il motivo per cui alcuni bambini sono più propensi ad assaggiare nuovi alimenti.
Per questo studio, i ricercatori hanno reclutato 80 neonati (75 bambine e 5 bambini) e 80 caregivers primari (tutti di sesso femminile, tranne uno). I dati sono stati raccolti tramite visite di laboratorio in diverse fasi: 6 mesi, 12 mesi e 18 mesi di età.
Durante le prime due visite, ai neonati sono stati semplicemente presentati nuovi cibi e nuovi giocattoli.
All’età di 18 mesi i bambini sono stati portati in una stanza particolare, chiamata “risk room”, all’interno della quale hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con quattro oggetti non molto usuali: un tunnel, una scaletta affianco ad un grande materasso, una grande scatola nera sulla quale erano stati verniciati degli occhi e dei denti e, infine, una maschera da gorilla posta su un tavolo.
I ricercatori hanno monitorato e registrato le reazioni dei bambini alla vista dei vari stimoli presentati.
Dalle osservazioni fatte, è emerso che all’età di 12 mesi i bambini che mostrano un maggior entusiasmo alla vista di nuovi giochi, sono altrettanto euforici anche di fronte a nuovi alimenti.
Al contrario, coloro che hanno reazioni negative di fronte ai nuovi giocattoli, mostrano di essere maggiormente inibiti anche nel provare cibi mai visti prima.
Il modo in cui i bambini hanno reagito di fronte ai cibi nuovi all’età di 12 mesi, si è visto essere predittore del modo in cui reagivano alla vista di nuovi oggetti, all’età di 18 mesi.
L’associazione tra l’approccio ad un nuovo giocattolo e l’approccio utilizzato davanti ad un nuovo alimento non è stata riscontrata nei neonati dell’età di 6 mesi. Questo risultato, tuttavia, non ha fatto altro che confermare quanto emerso in precedenti ricerche, ossia che i bambini cominciano ad essere più inibiti all’incirca verso il dodicesimo mese di età.
Secondo gli studiosi, i risultati ottenuti hanno implicazioni importanti nella vita di tutti i giorni: riuscire a comprendere il temperamento dei propri figli aiuta i genitori ad imparare come introdurre, in maniera più adeguata, nuovi cibi all’interno della dieta dei loro bambini.
È stato riscontrato, infatti, che i genitori di bambini che tendevano ad avvicinarsi meno a nuovi stimoli (come ad esempio nuovi giocattoli), successivamente mostravano una propensione minore ad assaggiare nuovi cibi.
I genitori di neonati tendenti all’evitamento di nuovi stimoli potrebbero trarre, dunque, grande beneficio dall’essere a conoscenza del temperamento “evitante” del figlio, in quanto ciò potrebbe condurli a persistere nel proporre più e più volte nuovi cibi al bambino in modo tale da farlo abituare ad essi.
Tratto da PsyPost
Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Claudia Olivieri
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!