Le App di auto-aiuto sono in crescita costante
In vari studi è stato verificato che le App di auto-aiuto accessibili dallo smartphone aiutano le persone a rivolgersi alla psicoterapia piuttosto che a sostituirla, come affermano gli esperti del settore.
La pandemia COVID-19 potrebbe accelerare lo sviluppo di App per la salute mentale. Questa è una buona notizia per la psicologia perché queste tipi di App possono portare gli utenti alla terapia e migliorare il trattamento, affermano gli psicologi.
Le App di auto-aiuto relative alla salute mentale, secondo la stima di Stephen Schueller, direttore esecutivo di One Mind PsyberGuide, un'organizzazione senza scopo di lucro che offre informazioni accurate e imparziali su tali App, al momento attuale sono tra 10.000 e 20.000.
Il numero può essere difficile da monitorare poiché vengono costantemente sviluppate nuove App e quelle più vecchie vengono ritirate dal mercato, come afferma Schueller. Infatti "gran parte della crescita si verifica nei prodotti sviluppati da individui o da piccoli team che spesso non hanno alcuna reale intenzione o piano per il supporto a lungo termine". Il numero di App sostenute da solidi piani aziendali e team che le supportano, come Calm and Happify o quelli che Schueller chiama "prodotti di livello superiore", stanno aumentando più lentamente.
Le App potrebbero stimolare l'interesse delle persone a lavorare con uno psicologo, afferma Schueller. "Le App potrebbero essere una porta per le cure successive", afferma infatti, e "qualcuno potrebbe scaricare l'App CBT (Terapia cognitiva comportamentale), rendersi conto che è utile e poi trovare uno psicoterapeuta per aiutare di più."
E mentre alcuni psicologi potrebbero temere che le App possano sostituire la terapia, ciò non sta accadendo, afferma C.Vaile Wright, PhD, direttore di Healthcare Innovation presso l'APA, citando uno studio che in realtà ha rilevato che solo due App, Headspace e Calm, rappresentano il 90% di utenti attivi (Wasil, AR, et al., Journal of Consulting and Clinical Psychology , 2020). "Non credo davvero che le persone si stiano rivolgendo alle app come sostituto della psicoterapia", afferma Wright, anzi una volta che le persone sono in terapia, le App possono aiutare gli psicologi a migliorare i progressi dei pazienti. "Gran parte del lavoro svolto in terapia avviene in realtà al di fuori dello Studio Professionale", afferma Wright, "e le App possono facilitare questo lavoro."
Le App possono anche aiutare i pazienti ad affrontare problemi concomitanti come l'insonnia o fungere da sessioni di richiamo una volta terminata la terapia.
Tuttavia, ci sono alcuni potenziali svantaggi. "Chiunque può mettere un'app nei vari App store, quindi molte di queste applicazioni probabilmente non sono così utili", afferma David C. Mohr, PhD, che dirige il Center for Behavioral Intervention Technologies presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University. Infatti, mentre la Food and Drug Administration regola l'esiguo numero di cosiddette “terapie digitali" che mirano a fornire un trattamento effettivo, non si interessa alle App di auto-aiuto che si occupano di benessere.
Infatti applicazioni inefficaci potrebbero allontanare le persone dall'idea di cercare una terapia psicologica o interrompere un piano di trattamento già individuato e concordato. "E alcune App possono essere semplicemente pericolose", aggiunge Mohr citando uno studio che ha rilevato come il contenuto di alcune Applicazioni per la gestione del disturbo bipolare non sono coerenti con la pratica terapeutica consolidata (Nicholas, J., et al., Journal of Medical Internet Research , 2015 ).
Per garantire che le App di auto-aiuto siano un vantaggio per gli psicologi, gli psicoterapeuti e i loro pazienti in futuro, i professionisti del settore devono essere maggiormente coinvolti. Afferma Wright che "è importante che gli psicologi fungano da esperti in materia e siano consulenti per le aziende che sviluppano App in questo campo". Inoltre "gli psicologi devono anche essere in grado di stabilire una efficace regolamentazione poiché in questo momento il mondo delle App per la Salute Mentale è uno spazio oscuro".
Anche Marlene M. Maheu, PhD, direttore esecutivo del Telebehavioral Health Institute, è d'accordo e afferma: "O faremo parte della rivoluzione tecnologica e contribuiremo a crearla e dirigerla con i valori appropriati oppure saremo lasciati indietro".
Tratto liberamente da https://www.apa.org/monitor/2021/01/trends-mental-health-apps
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