Oggi, spesso e volentieri, dai mezzi di comunicazione, si sente dire e ripetere che stiamo vivendo una condizione delirante. Sono deliranti quelli dell'Isis, i terroristi che si fanno saltare in aria, sono deliranti gli hooligan, i matti, quelli che uccidono, sono deliranti certi esami all'università o di maturità, sono deliranti certi comportamenti, certi politici, certe religioni, insomma, quando si è in difficoltà a descrivere, comprendere la realtà e quello che sta attorno, si liquida il tutto con questo termine che allontana la conoscenza e l'interpretazione di ciò che sta accadendo.
C'è la tendenza a banalizzare le cose nascondendosi dietro all'aggettivo delirante e al verbo delirare.
E' un atteggiamento, un comportamento che serve per stabilire dei confini tra ciò che è tendenzialmente comprensibile e normale da quello che è incomprensibile e quindi anormale, fuori dalla riga. Con questo paraocchio mentale e sociale si costruiscono dei confini tra persone, gruppi e società.